mercoledì 12 marzo 2025

DIFESA-DIFENSIVA PER LA PACE CONTRO LE LOBBY CHE PRODUCONO LE GUERRE

- Turi Palidda -

Come forgiare un’economia di guerra

Come ha suggerito Alain Joxe, uno dei più grandi sociologi degli affari e delle strategie militari, la difesa-difensiva è l’unica prospettiva legittima dal punto di vista del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani e della lotta coerente per la pace. L’Europa sognata dai padri della sua idea non può che essere quella di questa strategia e del divieto di ogni armamento offensivo. E’ urgente rilanciare la Resistenza per la pace

 Di fronte al delirio, per non dire alle idee degne di criminali di guerra, che in questo momento sembrano essere adottate dai leader europei, è più che mai necessario ricordare i suggerimenti di Alain Joxe, che aveva imparato i principi di strategia dal generale Beaufre, anche dal generale Poirier e anche da suo padre, Louis Joxe, gollisti coerenti che nutrivano un grande rispetto per i comunisti e i socialisti e per l’URSS, principale vincitrice del nazismo. 

Direttore degli studi all’EHESS di Parigi, Alain Joxe ha dedicato tutta la sua vita di ricercatore ha dedicato tutta la sua vita di ricerca allo sviluppo di una teoria strategica per la pace (nel 1981, ha partecipato alla creazione del Comitato per il disarmo nucleare in Europa, è stato membro del comitato di patrocinio del tribunale Russell per la Palestina e ha formato numerosi ricercatori francesi e stranieri, pubblicando, tra l’altro, decine di opere in diverse lingue). 

Ricordiamo che il generale Lucien Poirier, uno dei quattro più importanti autori del pensiero militare francese (André Beaufre, Charles Ailleret, Pierre Gallois), sempre molto attento a sottolineare che «l’arte di dissuadere non è l’arte di costringere – come la guerra – ma quella di convincere», dopo il crollo dell’URSS aveva invitato a una riflessione che andasse a mettere in discussione la «forza d’attacco». Perché il contesto bipolare era morto ed era necessario lavorare per ridurre e persino eliminare le armi atomiche, troppo pericolose in un mondo multipolare e con il rischio sempre più serio della loro proliferazione. Ed è qui che Alain Joxe rilancia la sua idea di difesa difensiva (ben evidenziata dalla Fondation des Etudes de Défense Nationale) come unica e irrinunciabile scelta che uno Stato di diritto veramente democratico dovrebbe perseguire. 

Alla luce dell’attuale situazione mondiale ed europea molto preoccupante, l’atteggiamento di difesa difensiva appare più che mai necessario, perché altrimenti si rischia di finire alla mercé dei criminali di guerra che lavorano per le lobby militari di ogni Paese.

È evidente che il genocidio dei palestinesi, il massacro di migliaia di ucraini e soldati russi e le vittime di altre guerre permanenti sparse nel mondo, così come il massacro di decine di migliaia di bambini e persone di ogni età a causa del super-sfruttamento direttamente o indirettamente legato alle guerre, sono il prodotto della scelta dei leader politici (Putin, Stati Uniti, Europa, Netanyahu ecc.) asserviti alle lobby degli armamenti o direttamente coinvolti con esse. 

Sì, l’ideale europeo prospettato dagli autori del Manifesto di Ventotene era “Per un’Europa libera e unita”, un testo precursore dell’idea di federalismo europeo. E a garanzia del diritto internazionale sosteneva che bisognava “aggiungere una forza internazionale”. Ma la concezione di questa forza era solo quella di difesa-difensiva, perché gran parte di questo Manifesto si focalizza sull’auspicio della società europea futura totalmente organizzata secondo i criteri di una rivoluzione europea che deve essere socialista, consentendo l’emancipazione dei lavoratori e l’accesso a migliori condizioni di vita. Sono gli esseri umani a dovervi dominare le forze economiche e non viceversa. Per questo motivo è prescritta la nazionalizzazione delle imprese e la ridistribuzione della ricchezza ingiustamente accumulata attraverso vecchi privilegi e diritti di successione. In esso è implicito il principio di pari opportunità, così come la garanzia di uno standard minimo di vita fornito non dalla carità, ma dal “potenziale di produzione di massa di beni di prima necessità”. Si auspica anche la garanzia della libera scelta dei rappresentanti sindacali e la garanzia statale del rispetto dei contratti. Infine, il manifesto chiede la laicizzazione dello Stato. 

Ma, non appena si leggono i discorsi della signora von der Leyen, del signor Macron, di Starmer e di Friedrich Merz, ma anche quelli della signora Meloni, si è immediatamente sconcertati dalla loro nonchalance nell’annunciare la scelta di un’enorme quantità di denaro destinata ad armare una difesa europea pronta alla guerra attraverso il sacrificio esplicito della sanità pubblica, della pubblica istruzione e delle politiche sociali. 

Se si imporranno le scelte che questi leader europei prima citati vogliono perseguire, avremo un’Europa costretta a forgiare un’economia di guerra

L’Europa sociale, finora tanto ignorata e persino disprezzata, non potrà mai essere realizzata. 

È quindi più che mai indispensabile rilanciare una forte RESISTENZA per la pace, per la difesa-difensivaper salvaguardare la possibilità di politiche sociali, di misure atte a garantire il rispetto effettivo dei diritti universali di tutti gli esseri umani.

 

articolo pubblicato anche su mediapart.fr e su pressenza.com