-assemblea nazionale autoconvocata-
PER AUMENTI UGUALI PER TUTTI
CHE RECUPERINO IL POTERE D’ACQUISTO PERSO
CHE RECUPERINO IL POTERE D’ACQUISTO PERSO
PER IL NO A QUALUNQUE AVALLO DELLA LEGGE 107
I lavoratori della scuola chiedono aumenti uguali per tutti e nessun avvallo della legge 107
- Riuniti in assemblea nazionale autoconvocata a Roma lo scorso 17 settembre 2017 su iniziativa di: Autoconvocati Roma, Illumin’Italia, LIP Roma e Lazio, Manifesto dei 500, Partigiani della Scuola Pubblica -
Agli
insegnanti, al personale ATA, alle RSU
e ai dirigenti sindacali
Insegnanti e
personale ATA della Lombardia, del Piemonte, del Lazio, dell’Emilia, della
Toscana e della Calabria ci siamo incontrati a Roma il 17 settembre in un’assemblea
nazionale autoconvocata, a due anni dall’applicazione della legge 107 e in
particolare alla vigilia del rinnovo contrattuale del quale stanno discutendo
governo e sindacati.
Abbiamo
deciso di lanciare questo appello affinché il contratto non diventi
un’ulteriore leva di attacco alla scuola pubblica e alla nostra professione,
avallando con un accordo sindacale gli aspetti più devastanti della legge 107.
In questi
due primi anni di applicazione la legge 107 ha cominciato ad
avvelenare il clima delle scuole, la collaborazione tra insegnanti, la libertà
d’insegnamento che è alla base della scuola della Repubblica, l’uguaglianza dei
diritti e del livello dell’istruzione per tutti gli alunni. Le ingiustizie, le
pressioni, le differenziazioni tra lavoratori e tra scuole hanno cominciato a
penetrare nel sistema.
Tutto ciò
avviene dopo nove anni di blocco contrattuale durante il quale gli stipendi più
bassi d’Europa hanno perso un potere d’acquisto pari a circa 300 euro mensili.
In questa
situazione sarebbe inconcepibile un nuovo contratto che prevedesse,
o contrattualizzasse in qualunque forma, una componente del
salario legata al “merito” o alla “produttività”, misurazioni che
nulla hanno a che fare con la professione del docente, ma che invece palesano
la svolta autoritaristica e aziendalistica che è al centro dell’attacco alla
scuola pubblica di Stato. Ciò significherebbe infatti mettere un timbro
definitivo alla legge 107, per la quale la parola d’ordine dell’abrogazione
deve continuare ad essere affermata in ogni sede ed in ogni mobilitazione.
Al
contrario, la nostra discussione ha fatto emergere come il mondo della scuola,
dopo anni e anni di vacanza contrattuale e di attacchi, abbia urgente bisogno
di:
- aumenti uguali per tutti, sullo stipendio base e non
attraverso “benefit”, che recuperino il potere d’acquisto perso, valutato
in 300 euro dalle stesse organizzazioni sindacali;
- No a differenziazioni di alcun
tipo che
finirebbero inevitabilmente per peggiorare l’attacco alla professione
insegnante che la 107 ha cominciato a delineare;
- conferma degli scatti legati
alla sola anzianità,
di per sé indicativa dell’esperienza lavorativa dei docenti, e non ad una
valutazione del merito che nella scuola è sempre soggettiva ed impossibile
da realizzare senza commettere ingiustizie e ledere la libertà
d’insegnamento;
- nessun aumento delle ore e del
carico di lavoro,
eliminazione delle incombenze burocratiche inutili e vessatorie che
distolgono gli insegnanti dal senso del loro lavoro e caricano il
personale ATA in modo ormai insostenibile;
- adeguamento dell'organico Ata, prevedendo la sostituzione dei
lavoratori in caso di assenza dal primo giorno;
- parificazione delle condizioni
contrattuali dei
lavoratori a tempo indeterminato e a tempo determinato.
Nello stesso
tempo, abbiamo bisogno che questa lotta sia legata a quella per l’abrogazione
della 107 e in particolare del bonus per il “merito” e
della chiamata diretta, ripristinando i meccanismi di mobilità
oggettivi.
Dalla fine
dello scorso millennio ad oggi tutta la legislazione sulla scuola non
ha fatto altro che promuovere la precarietà e
l’insicurezza, anche economica, di tutti gli insegnanti messi ora sotto
pressione con la chiamata diretta, con la differenziazione delle
carriere, dei diritti e dei salari fino ad arrivare alla prospettiva
dei trasferimenti forzati, del licenziamento dopo tre annie
dell’esclusione dei precari da ogni prospettiva di assunzione. Tutto ciò
a fronte di impegni e carichi di lavoro enormemente aumentati.
Ministri,
governi ed esperti si sono riempiti la bocca in questi anni sulla necessità di
“valorizzare gli insegnanti e i lavoratori della scuola”. Poi, nei fatti, sono
passati sulla loro testa, prima sospendendo il contratto, poi addirittura
calpestando la volontà del mondo della scuola che il 5 maggio 2015 si era
espresso nella sua totalità e nell’unità contro la legge 107.
La premessa
per valorizzare chi lavora nella scuola è quella di rispettare quella volontà,
e ciò passa prima di tutto attraverso il recupero del potere d’acquisto
perso con aumenti uguali per tutti, cominciando così a rimettere davvero al
centro del dibattito politico la conoscenza.
Come si
potrebbe chiamare “rinnovo contrattuale” un accordo che sancisse ciò contro cui
ci siamo battuti, dando aumenti ridicoli ad una parte della categoria e poche
briciole in più ad un pugno di persone, con il solo fine di dividere
ulteriormente i lavoratori? Come si potrebbe chiamare “rinnovo contrattuale” un
accordo che implicasse i sindacati in questo meccanismo micidiale? Chi potrebbe
accettare la motivazione della mancanza di soldi, quando il governo ha trovato
in pochi giorni 17 miliardi per salvare le banche e ha aumentato le spese
militari del 10%, arrivando a 22 miliardi nel 2016?
Noi
constatiamo che in questo momento la discussione sul rinnovo
contrattuale sta procedendo senza alcun confronto nelle scuole,
senza alcuna discussione reale della quale abbiamo invece bisogno urgente, base
di ogni rapporto democratico.
Ci
rivolgiamo quindi a tutti gli insegnanti, il personale ATA, le RSU, i dirigenti
sindacali affinché:
- sostengano questo appello e lo
diffondano,
sottoscrivendolo in massa;
- convochino al più presto
le assemblee nelle scuole e nei territori per discutere
del rinnovo contrattuale e del contenuto della piattaforma;
- adottino nelle assemblee mozioni per una mobilitazione
unita sulle rivendicazioni di questo appello, per l’abrogazione della
legge 107.
Da parte
nostra, sulla base delle firme raccolte e delle mozioni approvate ci impegniamo
ad organizzare una nuova iniziativa a livello nazionale per far sentire la
nostra voce in occasione della trattativa (sit-in al MIUR, nuova assemblea
nazionale, manifestazione…).
PER
FIRMARE L’APPELLO:
- andate sul sito Change.org al
link http://chn.ge/2xws8U9 e
firmatelo
- scriveteci anche alla nostra mail indicando la scuola dove
lavorate, se siete RSU e altre informazioni che ritenete utili (ad es. se
siete iscritti ad un sindacato): vi terremo aggiornati su chi ha firmato
l’appello
- se raccogliete le firme
sul modulo cartaceo nella vostra scuola o presentate
delle mozioni di sostegno alle rivendicazioni contenute
nell’appello, mandatele alla nostra mail
E-MAIL: assembleacontrattoscuola17set@