E LO SPAZIO POLITICO DELLA GIUSTIZIA CLIMATICA
Note sull’ultimo libro di Giorgio Griziotti, “Cronache del Boomernauta” (Mimesis, 2023)
Prima di ogni altra cosa, il
libro di Giorgio Griziotti – di cui Effimera ha da poco pubblicato un estratto – è
un flusso narrativo di liberazione immaginifica: se la forma-saggio non ha
ancora trovato una modalità efficace per aprire la giustizia climatica alla sua
propria futuribilità,
ecco che conviene affidarsi a una fabulazione speculativa. Il richiamo a Donna
Haraway da un lato e ad Antonio Caronia dall’altro è evidente, come rileva
nella sua bella Prefazione Giuliano Spagnul. A me però
è parso di cogliere anche eco più sfumate di cli-fi (climate
fiction), nelle parti più ispirate dal punto di vista letterario, e soprattutto
un legame piuttosto netto con ciò che Wu Ming definiva oggetti
narrativi non identificati, profondamente anarchici nel montaggio e
intimamente critici nell’approccio. Insomma: lasciate ogni velleità di lettura
usuale della crisi ecologica, o voi che entrate; provate piuttosto a farvi
intrattenere dalla setticemia di Gaia, se vi riesce – magari gingillandovi con
Time Glasses, Tecnologie degli Affetti Multispecie e Interfacce Transp.
L’impressione è che l’autore
abbia individuato i nodi politici che noi – la Sfera Autonoma – non riusciamo a
sciogliere qui e ora, per svolgerli nel
tempo e permetterci di immaginarli come potrebbero essere, in qualche modo
liberandoci dalla paralisi che spesso (troppo spesso) sembra imprigionarci. Non
tutti gli sviluppi sono positivi – anzi, agli happy endings Griziotti
preferisce il metodo dell’ambivalenza che attraversa ogni congiuntura – ma
tutti ci costringono ad abbandonare posture consolidate per costruire
interpretazioni adeguate non tanto a una maggiore comprensione, quanto a una
più efficace azione politica.
Riprendo un passaggio di
Spagnul, perché credo che meglio di così non si possa dire:
“Questo testo è l’opera di un
ex-militante che mette sul tavolo la propria esperienza per attivare
un’immaginazione capace di traghettar(lo)ci verso un attivismo che non sia la
semplice copia della vecchia militanza. Un attivismo in grado di vedere il futuro
come l’opera di chi è capace di rivoltarsi contro tutto ciò che è dato come
acquisito e consolidato, compreso il proprio credo” (p. 12).
Detto ciò, veniamo all’escamotage che
dà il la al racconto: il narratore, aduso al lavoro notturno – proprio come Héctor
German Oesterheld, “genitore 1” dell’Eternauta, consegnato
alla leggenda del fumetto dalla matita del “genitore 2”, Francisco Solano López
– riceve l’inattesa visita di un uomo abbigliato come un rivoluzionario degli
anni Sessanta e Settanta, con tanto di passamontagna. Ghrighiz era il suo nome
di battaglia, ed era caduto vittima di un potente incantesimo: allorché si
trovava a magnificare le gesta della sua generazione, va da sé ben più eroiche
di quelle di giovinastri e Gen Z, ecco che una millenial witch gli
aveva scagliato uno spietato ‘OK BOOMER!’ sui Social, trasportandolo in una
dimensione senza tempo attraverso cui poteva esplorare qualche frammento di
futuro. Il narratore ci descrive così tale condizione:
“Il vero sortilegio della fatwa
OK BOOMER non consisteva solo nella perdita di ogni
riferimento temporale, ma soprattutto nella maledizione di dover percorrere le
epoche future con la visione e i valori dell’epoca della sua militanza. Da
quanto traspariva, al di là del racconto e del linguaggio usato, avevo davanti
a me l’immagine dell’infelicità” (p. 15).
In questa dolorosa discrasia
tra lo sguardo novecentesco del Boomernauta – più volte commentato dal
simpatetico narratore, tra analisi approfondite e battute divertentissime – e
le vicende di futuri prossimi e reconditi si apre e prende forma il contributo
di Griziotti allo spazio politico dischiuso dalla giustizia climatica negli
ultimi anni. Senza anticipare nulla di una trama fitta di eventi e colpi di
scena – in cui il Gov Q succede al Gov Neolib, l’Impero di Mezzo e quello di
Sbieco si scambiano colpi bassi, dalla Lunga Primavera si passa al Man2Man
sotto lo sguardo privo di scrupoli dei Tecno-tycoon che dovranno infine
guardarsi dai Semio-hackers – vorrei sottolineare due nodi politici che le
peregrinazioni del Boomernauta mi hanno aiutato a mettere a fuoco in modo
diverso dal solito. In primo luogo, il tema del rapporto tra umani e non-umani,
nonché delle alleanze possibili tra segmenti dei due insiemi: non credo di
esagerare se dico che la protagonista della seconda e della terza parte del
libro è la agency più-che-umana, che il
tempo-viaggiatore si sforza di descrivere in opposizione a ogni
antropocentrismo. In secondo luogo, la dimensione ecologica del capitalismo
digitale: da questo punto di vista alcuni capitoli mi sembrano rappresentare
una prosecuzione della riflessione avviata
da Griziotti – in forma saggistica – in Neurocapitalismo (Mimesis,
2016), liberamente scaricabile in rete. Non solo fuori da ogni tentazione
tecnofila o tecnofoba, come già qualche anno fa: il Boomernauta qui s’interroga
pure sui limiti del contro-uso delle tecnologie – per esempio l’Intelligenza
Artificiale Intersezionale – invitandoci ad assumere (anche) il punto di vista
di Gaia malata quando parliamo di tecnologie. Se cercavate una critica radicale
al modo mainstream in
cui la transizione ecologica viene installata su quella digitale – si dia una
scorsa al PNRR per il più triste degli esempi – bene: l’avete trovata!
Insomma, un gran bel libro:
procuratevelo e godetene. Però c’è un però. Non è chiaro se il Boomernauta
abbia partecipato o meno al World Congress for Climate
Justice di Milano (12-15 ottobre 2023), né se il narratore ne
sia stato edotto e abbia deciso – chissà perché – di non farne menzione. Il
fatto che nel racconto del tempo-viaggiatore non si accenni alla Prima
Internazionale Climatica, quella che potrebbe consentire alla Sfera Autonoma di
riconquistare la centralità politica di un tempo, è quantomai sospetto. Se
volete la mia opinione, eccola: tanto Griziotti quanto Ghirighiz non volevano
privarci della piacevole suspense che precede
la rivoluzione. E quindi mo’ ci tocca viverla! – con qualche buona idea in più.
Immagine
di copertina: “Gaia” by Mearone – Wikimedia commons