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Nicoletta Dosio,
pericolosa attivista
e dimostratrice dal vivo che
l’età è solo un numero…
Quale grande errore! Questa signora di bell’aspetto e di grande determinazione ha un passato, un presente e – lo Stato lo sa – ha anche un futuro
Il passato può essere buttato nell’archivio delle storie minori, il presente invece è fastidioso perché è un esempio per il futuro e allora che si fa? Si cerca di neutralizzarla. E come? Pensando di spaventarla con la galera!
Detto senza ironia, la professoressa Dosio è realmente pericolosa e quindi uno Stato debole, davanti al pensiero sovversivo di chi vuole proteggere – ma davvero – l’ambiente, non può che ricorrere all’arresto.
La professoressa Dosio non verrà invitata all’ONU, né verrà invitata in crociere ecosostenibili perché non è un fenomeno strumentalizzabile folcloristicamente fino a neutralizzarne il messaggio autentico.
La professoressa Dosio fa parte del pericoloso manipolo di NO TAV che vogliono salvare la Val di Susa da uno sfregio ambientale che poi è molto più che puro, e comunque criminoso, sfregio ambientale.
C’è una ricca produzione circa la TAV e circa il movimento che si oppone alla sua realizzazione e chiunque può documentarsi, almeno a livello basico, anche solo con qualche clic su google e, quindi, non parleremo di questo ma della pericolosità di una signora di 73 anni, dato anagrafico sul quale tutti hanno posto l’accento come se a 73 anni non si potesse essere arrestati perché “ormai” inoffensivi.
Quale grande errore! Questa signora di bell’aspetto e di grande determinazione ha un passato, un presente e – lo Stato lo sa – ha anche un futuro. Il passato può essere buttato nell’archivio delle storie minori, il presente invece è fastidioso perché è un esempio per il futuro e allora che si fa? Si cerca di neutralizzarla. E come? Pensando di spaventarla con la galera! Lo ripetiamo: quale grande errore! E’ vero che ci sarà di sicuro qualche La Russa di turno pronto a dire “facesse la calza ché questo può fare una donna, ripeto una donna, alla sua età” oppure “badasse ai suoi nipotini”. Lo abbiamo già sentito dire rispetto ad altre donne ricche di anni e dalle menti grandi e lucide, quindi non c’è motivo per ritenere che lo stesso sciocco e offensivo invito non sia stato o non sarà rivolto anche a Nicoletta Dosio, arrestata per una manifestazione trasgressiva (ovviamente trasgressiva, altrimenti a cosa sarebbe servita?) ma pacifica, volta a sensibilizzare i cittadini circa il danno prodotto dalla realizzazione della TAV.
Facendo un passetto indietro vediamo che l’ex professoressa di lettere classiche aveva già abbondantemente superato i 60 quando, nel 2015, aveva osato partecipare agli scontri con la polizia a Chiomonte, perché l’età è solo un numero e, per individui/e come la Nicoletta, non sarà certo la carta d’identità a fermare l’azione quando dietro c’è un pensiero convinto e un fisico che lo sostiene.
Sappiamo che fino ad ora solo il sindaco di Napoli, anche lui fastidiosamente trasgressivo, ha espresso un pensiero di tutto rispetto verso quest’attivista, dichiarando che in un Paese normale “meriterebbe una medaglia”. Ma i Paesi “normali” nell’accezione del sindaco De Magistris diventano sempre più rari e l’Italia purtroppo non fa eccezione, così , al posto della medaglia, è arrivata l’esecuzione del mandato di arresto.
Intervistata prima di essere portata via dai carabinieri la professoressa Dosio ha detto cose terribili, cose che magari qualcuno – giustamente, è ovvio – definirà sovversive. Ha detto di voler “dare visibilità a quest’ingiustizia che perseguita chi lotta per il diritto di tutti.” Ha ammesso di avere un po’ di normale timore per il luogo di pena in cui verrà rinchiusa ma ha aggiunto che però, più che il timore del carcere è forte la rabbia e l’indignazione contro l’ingiustizia e poi, riferendosi alle tante lotte in Italia e nel mondo portate avanti “da chi si ribella ad un potere sempre più ingiusto” ha aggiunto “io penso che questo sia una resistenza, e noi sappiamo che contro l’ingiustizia del potere la resistenza è un dovere”.
La professoressa Dosio, sempre più sovversivamente, parla poi di una famiglia che la lotta in Valle ha messo in piedi. Una famiglia che non conosce le differenze di età, una famiglia non di sangue ma di idee, cui partecipano uomini e donne, giovani e anziani, adulti e bambini ed è “una famiglia di lotta” di cui fanno parte tutti coloro che non si piegano “davanti alle cose ingiuste”.
La rabbia contro l’ingiustizia e l’amore per la libertà “che noi abbiamo tutti insieme” dice la pericolosa attivista, dà “una forza che non conosce età e non conosce neanche limiti fisici” e conclude la sua intervista citando due grandi nomi di grandissime donne. Una tratta dalla cultura che per anni ha trasmesso ai suoi studenti: Antigone, e l’altra tratta dal suo passato politico: Rosa Luxemburg. E proprio citando Rosa Luxemburg, prima arrestata e poi uccisa, durante la Repubblica di Weimar, prima ancora che il nazismo prendesse possesso della Germania, saluta tutti con le parole della grande militante che dal carcere, nel 1919, proprio cento anni fa, scriveva “Mi sento a casa mia in tutto il mondo, ovunque ci siano nubi e uccelli e lacrime umane” e quindi conclude dicendo che non teme il carcere perché anche lì troverà “compagni e compagne di lotta di vita e di speranza”.
Ecco, grazie al grande errore fatto da uno Stato debole davanti a cittadini ricchi di dignità, di coraggio e, in questo caso, anche di anni, Nicoletta Dosio ha potuto mostrare che la lotta e le lotte per la giustizia e contro l’arroganza del potere non hanno età, non conoscono pensionamenti o collocamenti a riposo.
La staffetta continua e dalla Val di Susa sembra che possa trasmettersi quel testimone che cerca ancora la mano collettiva delle nuove generazioni per non mandar disperso il grande patrimonio formatosi negli anni “60 e “70 del secolo scorso.
fonte: Pressenza.com
(Foto di Patrizia Cortellessa)