venerdì 27 settembre 2019

"CAMBIAMO IL SISTEMA NON IL CLIMA"



 CLIMATE STRIKE ANCHE A PALERMO

-Accì-

 Migliaia di studenti in piazza hanno partecipato allo 
 "Sciopero globale per il Futuro" 
 uniti dall'unica prospettivadi vita possibile 

partita stamani da 
Piazza Politema la manifestazione lanciata da Fridays For Future per la giustizia climatica e contro il surriscaldamento del pianeta, causato dall'emissione di anidrite carbonica nell'atmosfera, provocando il c.d. "effetto serra", il cui fenomeno è stato generato dal sistema produttivo capitalistico, nel corso degli ultimi cinque secoli di dominio sociale


Gli studenti palermitani hanno risposto in massa all'iniziativa, caratterizzandosi come un movimento fra i più significativi nella giornata odierna, sia per la partecipazione (e il coinvolgimento della città) sia per i contenuti espressi. Uno sciame di giovanissimi ha occupato le vie del "salotto bene" di Palermo portando una ventata di giocosità avvolgente, offrendo alla città non solo la speranza del cambiamento, ma indicandone anche decisamente la strada maestra: "Cambiamo il Sistema non il Clima"  è in sintesi il manifesto scritto anche dalla piazza palermitana e che risponde straordinariamente al grido che ancora oggi risuonerà per le strade australiane e canadesi, ultime mobilitazioni che chiuderanno questa campagna globale di settembre contro la crisi climatica. Pertanto, se questo è il terreno tracciato dal movimento ambientalista globale, vani saranno i tentativi dei politicanti e pennivendoli (corresponsabili del sistema capitalistico oggetto della odierna contestazione) di cavalcare questa ondata: sarà fiato sprecato -per "gazzettari del neoliberismo" che abbaiano alla luna e per gli "Zingaretti del ma anche" di turno- esprimere solidarietà alla generazione (cui si continua a rubato il futuro), per poi proseguire - invece -con la solita programmazione estrattiva dei beni naturali (trivelle, alta velocità, inquinamenti vari, etc.), consegnando il patrimonio comune nelle mani del sistema del capitale, favorendo processi accumulativi concentrati nell' 1% della popolazione mondiale: tanto per citare Occupy Wall Street, movimento maggiore (ma solo per l'età) rispetto a quello attuale.
La mobilitazione promossa sul piano mondiale da Friday for future, si inserisce nel quadro delle manifestazioni iniziate lo scorso venerdì, coinvolgendo in ogni angolo del mondo una marea di persone, rafforzando il movimento ecologista internazionale che lotta per l’uscita dal carbon-fossile e per la giustizia climatica. 
Il movimento italiano, pur scegliendo di lanciare come data dello sciopero globale l’ultimo venerdì di settembre, è da una settimana attivo in tutte le maggiori città del paese. Infatti sono state promosse azioni dimostrative come tappe di avvicinamento all’iniziativa del “Venerdì 27”: a Genova, all’ingresso dell’area espositiva, nel corso della apertura del Salone nautico della “città della lanterna” di giovedì 19,  si è svolta per tutta la mattinata una manifestazione di protesta degli attivisti genovesi di “fridays for future” e “cittadini sostenibili”,  aprendo così la settimana mondiale di mobilitazione e sciopero degli studenti per il clima; a Milano è stata occupata la sede della RAI e le proteste  sono continuate innanzi alle vetrine di un grande marchio multinazionale, “il cui impatto ambientale, unito allo scarsissimo rispetto delle condizioni di lavoro dei dipendenti, si è reso immediato bersaglio della protesta”.
Non sono mancati gli incontri e dibattiti attorno la questione climatica. Molti maître à penser sono stati chiamati a rispondere alle domande sulla vexata quaestio. Di notevole interesse, con riferimento alle analisi ispirate alla World Ecology, ci è sembrato l’articolo “L’ecologia mondo e il quotidiano” di Alice Dal Gobbo, dove si commenta l’intervista a Jason Moore (rilasciata a Gennaro Avallone per Effimera.org.) La Del Gobbo  entra nella carne viva del tema ambientalista: “ possiamo dire che la forza distruttiva del capitalismo ha portato alla crisi attuale grazie ad una certa costruzione della Natura (che comprende natura non umana, donne, popolazioni indigene) come sfera altra e inferiore rispetto alla Civiltà”. 
In sostanza, la devastazione ecologica che stiamo attraversando ha un responsabile preciso: il sistema capitalistico dominante “a cui il pianeta è stato sottoposto all’incirca negli ultimi cinque secoli”. Di questa verità storica i milioni di manifestanti sulla campagna della crisi climatica sembrano averne riconosciuto il segno. Ad esso devono essere ascritti i risultati provocati dal surriscaldamento climatico con l'emissioni dei gas serra. 
In conclusione, grazie il successo mondiale del Friday for future, le popolazioni del mondo sembrano avere sempre più consapevolezza critica dell’attuale modello di sviluppo e gli studenti palermitani, con il loro slogan "Cambiamo il Sistema non il Clima", ne hanno colto a pieno la tensione alternativa.