giovedì 3 ottobre 2019

SGOMBERO DELLA CASA DEL POPOLO A PALERMO

-Toni Casano-

Per il suo diritto di esistere è stata indetta 

un’Assemblea cittadina venerdì alle ore 17:30 al Teatro Garibaldi dii Palermo 

La Casa del Popolo non è la sede di un partito, di un movimento o di un gruppo politico esclusivo, ma rappresenta la condivisione tra soggetti diversi  di un progetto sociale a servizio della città
«Lo stabile di Via Cavour, dove è ubicata la Casa del Popolo, non è proprietà privata, ma pubblica con destinazione a uso sociale»

Dopo la manifestazione di piazza del 22 settembre che ha registrato la partecipazione di tutto il movimento anticapitalista palermitano, sfilando per le arterie principali del centro storico della città, per protestare contro lo sgombero della Casa del Popolo, ora gli animatori del presidio lanciano un nuovo incontro dei movimenti cittadini ed invitano la collettività palermitana a partecipare. L’appuntamento è stato fissato il prossimo venerdì 4 ottobre, ore 17:30 al Teatro Garibaldi di Palermo (Via Castrofilippo 30), dove si terrà un’assemblea cittadina, indetta per discutere non solo dello sgombero, ma soprattutto del futuro –dicono- “ che si prospetta per questo bene comune e del lavoro che faremo nei prossimi mesi”. 
L’esperienza della Casa del Popolo, così come tanti altre forme sperimentali di istituti del "comune  dal basso” sparse nei territori, risponde a diverse necessità sociali, prima fra tutte la partecipazione attiva per il soddisfacimento dei bisogni, soprattutto laddove le istituzioni pubbliche sono burocraticamente inadempienti o blindate – queste si! Occupazioni strumentali- da un ceto politico autoreferenziale, con l’obiettivo esclusivo di canalizzare il consenso al fine di riprodurre lo status quo, o magari per affidare il patrimonio comune al mercato della turistificazione in mano al sistema dell’impresa, con la scusa della maggiore efficienza privatistica rispetto alla mano pubblica. 
L’esperimento comunitario palermitano, avviato all’inizio di questa estate nel complesso dell’ex Istituto per sordomuti di via Cavour (da anni in stato d’abbandono, come molti altri edifici pubblici lasciati all’incuria dall’operatore pubblico), seppur nel breve lasso di tempo, ha tracciato un solco profondo, il cui vuoto è nitidamente visibile nel contesto sociale che insiste in quest’area urbana . Basti ricordare che nella calura di questi mesi lo spazio è stato reso fruibile a fini sociali -senza scopo di lucro- dai giovani della Casa del Popolo che hanno accolto decine di ragazzini dei quartieri circostanti, organizzando attività ricreative e didattiche integrative, offrendo loro un’alternativa socializzante alla “normalità” di un vissuto in solitudine dentro una stanza seduti innanzi ad una consolle alle prese con un mondo virtuale. 
Data l’assenza di servizi sociali pubblici e l’impossibilità delle famiglie proletarie di avvalersi dell’offerta assistenziale, disponibile sul mercato in regime lucrativo, alcuni giovani volontari della Casa del Popolo ci dicono: “Abbiamo svolto in questi mesi una pratica di sussidiarietà orizzontale costituzionalmente garantita. De facto –proseguono - abbiamo surrogato la mancanza di politiche cittadine a sostegno del disagio sociale che in una città come Palermo è diventata drammaticamente condizione di esclusione e marginalità”. A tutto ciò – e non è poca roba - va aggiunto che nel corso di soli tre mesi la Casa del Popolo ha sempre tenuto – così come precisano nel comunicato di convocazione dell’assemblea di venerdì p.v.- “le porte aperte per associazioni, volontari, studenti, sindacati, partiti, movimenti, ong, garantendo attività di mutualismo, artistiche, culturali, di svago e di studio, mobilitando persone di ogni tipo e classe sociale!”