CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI
una straordinaria manifestazione ha attraversato le strade di Roma
\ Almeno 100mila persone da tutta Italia sono scese in
piazza per chiedere politiche ambientali vere, rispetto del pianeta e stop alle
grandi opere
\ Decine e decine di migliaia sono arrivati da tutta
Italia per difendere il clima ed opporsi alle grandi opere inutili e alle
devastazioni ambientali
Un grande corteo come
non accadeva da tempo: contro le grandi opere, ma anche contro le devastazioni
ambientali, contro un modello di sviluppo che devasta e saccheggia i territori
così come i corpi. Una straordinaria presenza di territori differenti, lotte
locali e specifiche che attraverso questa ampia mobilitazione anticapitalista
trovano uno spazio comune. In difesa della vita, dei territori, ricordando che
per fermare il cambio climatico bisogna cambiare sistema, fermare la
devastazione sociale e ambientale che a livello globale il capitalisto sta
producendo.
La radicalità dei
contenuti che emerge da tutte queste lotte per l’ambiente dimostra la
dimensione anticapitalista che le unisce in uno spazio comune. Una serie
di conflittualità sociali disseminate in tutto il paese, dalle Alpi alla
Sicilia, dalle città alle province, a livello metropolitano così come nei
territori rurali, hanno espresso oggi in piazza l’opposizione al modello di
civiltà e di sviluppo imposto dal capitalismo.
Dalla lotta contro il Tav
fino all’Ilva di Taranto, dalle lotte contro il Muos ai No Tap del Salento, una
marea di organizzazioni, cittadini, esperienze collettive in difesa
dell’ambiente hanno attraversato le strade di Roma.
La difesa del clima è
la questione politica che unisce tutte queste differenti esperienze, la cornice
comune per la ricomposizione di conflitte e lotte che spesso rischiano di
trovarsi frammentate tra loro. E che oggi con questa manifestazione hanno
segnato sicuramente un punto importante di avanzamento, nonostante il pressoché
totale oscuramento mediatico.
Secondo gli scienziati abbiamo solo 12 anni per cambiare sistema di
produzione e consumo, altrimenti la vita sul pianeta è destinata a scomparire.
L’arroganza dei governi servi delle elite non ascolta le ragioni del pianeta,
ma la massa di chi non è disposto ad assistere all’estinzione aumenta
sempre di più. Diventando così una questione centrale per una battaglia
anticapitalista in difesa della vita, dei territori, della Terra.