-ivan du roy / nolwenn weiler-
RACCONTO
DI UN MOVIMENTO ECOLOGISTA E SOCIALE VITTORIOSO
/ operazione
césar vs asterix: gli agricoltori in prima linea / “occupare, coltivare,
resistere”: utopie concrete sulla zad -Zone d’Aménagement
Différé
Dopo 50 anni di lotta, 10 di
occupazione e manifestazioni memorabili, la battaglia contro la costruzione
dell’aeroporto internazionale a Notre-Dame-des-Landes si è conclusa. Il
movimento ha vinto. Il 10 febbraio prossimo è convocata una grande giornata di
festa per rivendicare la possibilità di continuare l’esperimento politico,
sociale e agricolo che nel frattempo è nata nei territori occupati della ZAD.
Un territorio all’interno del quale gli occupanti hanno inventato nuove forme
di vita in comune e di agricoltura fondate sulla condivisione, la cura
dell’ambiente e la tutela dei beni comuni. Una vittoria salutata con gioia
anche dal movimento NOTAV
Continuità,
eterogeneità delle forme di lotta, capacità di realizzare delle perizie
indipendenti e di costruire delle vere alternative: queste sono le
caratteristiche di un movimento del quale la strategia si è alla fine rivelata
vincente con l’annuncio di abbandono del progetto di costruzione del nuovo
aeroporto.
«Una
decisione eccezionale in un contesto locale altrettanto eccezionale». È con
queste parole che il premier Édouard Philippe ha motivato la rinuncia alla
costruzione dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes lo scorso 17 gennaio.
Questa decisione non scaturisce da un’improvvisa svolta ecologista del governo.
Gli imperativi climatici, il desiderio di proteggere la biodiversità o preservare
i terreni agricoli non vengono nemmeno citati dal Primo Ministro. La decisione
sembra invece determinata in primo luogo dal rapporto di forza che è stato
costruito per oltre un decennio dagli oppositori a questa grande opera molto
controversa. Un movimento ecologico e sociale che è stato davvero eccezionale
sia in termini di continuità che di strategia.
UN
PROGETTO CHE RISALE A MEZZO SECOLO FA
Quando
nel 1968 è stato identificato il sito di Notre-Dame-des-Landes per costruire un
nuovo aeroporto, gli agricoltori furono i primi a mobilitarsi. Istituendo
l’Associazione per la difesa degli operatori interessati dal progetto
aeroportuale (Adeca) hanno immediatamente sollevato in un primo momento la
questione dello sviluppo economico del territorio, ragionando sull’ agricoltura
come attività economica a pieno titolo, capace di fornire posti di lavoro e
ricchezza. Dopo queste prime mobilitazioni, il progetto è stato messo in stand-byper
diversi anni, soprattutto a causa della coincidente crisi petrolifera.
GLI
AGRICOLTORI IN PRIMA LINEA
La
lotta ha preso una nuova svolta nei primi anni 2000, quando il progetto è
ripartito sotto il governo Jospin. Il futuro aeroporto internazionale viene poi
dichiarato di pubblica utilità nel febbraio 2008. Due anni dopo, lo Stato
affida al gruppo industriale Vinci il progetto quinquennale di costruzione e di
gestione del sito, nell’ambito della società Aéroport du Grand Ouest.
Dal lato degli avversari al progetto, viene creata l’associazione Acipa, allo stesso modo un collettivo di rappresentanti
locali comincia a dubitare della rilevanza dell’aeroporto (Cdépa).
Manifestazioni, petizioni ma anche eventi festosi si moltiplicano: picnic disobbedienti,
occupazione di fattorie e case abbandonate, blocco dei bulldozer, “azioni
clown” a Nantes.
La
confederazione contadina e la sezione locale della FNSEA (federazione nazionale
degli agricoltori, ndr) si dichiarano contrarie al progetto. Mentre la prima è
fortemente coinvolta nel movimento, la seconda rifiuta, attraverso il suo
presidente, di partecipare a tutti gli eventi ufficiali. Ad ogni occasione si
mobilitano centinaia di trattori. Nel 2011 viene infine creato il “Collettivo
delle organizzazioni professionali degli agricoltori indignate dal progetto
dell’aeroporto” in solidarietà con tutti gli agricoltori più coinvolti nella
mobilitazione. Altri collettivi simili si formano nei dipartimenti vicini.
2009:
CAMPO CLIMATICO, PRIMA ZAD E PERIZIE INDIPENDENTI
Nell’
estate del 2009 viene immaginato un primo “festival per il clima” che attira da
subito una larghissima partecipazione. La questione del nuovo aeroporto assume
quindi una dimensione nazionale e addirittura europea e fa eco alle crescenti
mobilitazioni contro il riscaldamento globale. Al termine di questo incontro, i
cittadini decidono di stabilirvisi. Sono i primi “Zadisti“. Parallelamente,
vengono avviati diversi studi per mettere in evidenza il costo faraonico e
sottostimato della costruzione del nuovo aeroporto. Uno
studio indipendentecondotto da una società di consulenza olandese mette in
discussione il calcolo dei costi e dei benefici. L’Atelier Citoyen –
un’associazione che si occupa di alternative all’ aeroporto – calcola i costi
della riqualificazione dell’attuale aeroporto di Nantes e il miglioramento
delle strade di accesso. Gli oppositori invalidano anche i metodi messi in atto
per compensare la distruzione di biodiversità all’ interno di questa zona
umida. I naturalisti partecipano all’ inventario di questa biodiversità.
Nel
frattempo vengono avviati numerosi contenziosi legali. Ad essere contestati
sono: l’espropriazione degli abitanti “storici”, gli ostacoli posti alla
consultazione dei documenti amministrativi e infine le autorizzazioni
ambientali e le sovvenzioni pubbliche ricevute da Vinci. Ogni anno, all’ inizio
di luglio, un meeting riunisce
i rappresentanti della lotta contro i grandi progetti inutili, francesi ed
europei. Le strategie vengono affinate, gli avversari al progetto aumentano.
2012,
ANNO CENTRALE: OPERAZIONE CÉSAR VS ASTERIX
Nel
maggio 2012, 6 abitanti iniziano uno sciopero della fame per chiedere la
sospensione delle espropriazioni, visto che i processi che devono accertare la
regolarità delle procedure di espropriazione sono ancora in corso. Ottengono
quanto richiesto dopo 28 giorni. Si succedono dunque diversi mesi di
tranquillità. Ma in autunno, il governo Ayrault decide di evacuare coloro che
si erano traferiti nei boschi di Notre-Dame-des-Landes dal 2009. La “Zone
d’Aménagement Differé“[1] (zona di sfruttamento razionale
differito- ndr) diventa per i manifestanti una “Zone à Defendre” (Zad –
Zona da difendere ndr).
La
Francia e il governo scoprono la forza delle mobilitazioni e dei legami che si
sono stabiliti tra gli occupanti e contadini attorno alla ZAD. 1200 poliziotti
e gendarmi sono mobilitati dal ministro dell’Interno Manuel Valls per
un’operazione chiamata César. Ma l’evacuazione dei territori,
prevista durare qualche giorno, resta “impantanata” in mezzo a 1500 ettari di
campi, boschi, stagni e sentieri. Gli occupanti difendono il luogo a piedi.
Costruiscono barricate, usano la loro impareggiabile conoscenza del luogo per
ostacolare le manovre della polizia, e riparano il giorno dopo ciò che la
polizia e ruspe hanno distrutto il giorno prima. Molti di loro sono feriti, a
volte molto seriamente. Tanto che un medico avverte la prefettura. Patrick
Warin, ex direttore della Caisse des dépôts et consignations, è indignato per
la violenza e nota le somiglianze con la lotta di Larzac.
Il
sostegno al movimento arriva da tutte le parti: manifestazioni e sit-in si
moltiplicano in tutta la Francia. Gli avversari al progetto dell’aeroporto si
mobilitano tutti insieme. Al termine di queste settimane di “guerriglia”, gli
occupanti guadagnano una forte legittimità. Il 17 novembre 2012, con il ritiro
dei gendarmi e dei CRS, migliaia di persone convergono sulla Zad per
ricostruire ciò che è stato distrutto: conosciuta come Operazione Asterix,
riunisce quasi 40.000 persone provenienti da tutta la Francia per trasportare
assi, costruire case.
“OCCUPARE,
COLTIVARE, RESISTERE”: UTOPIE CONCRETE SULLA ZAD
Da
quando sono state espulse nel 2012, i legami tra gli oppositori al progetto,
tra loro molto eterogenei e inclini a modalità d’azione differenti, si sono
costantemente saldati. Lo slogan “occupare, coltivare, resistere” guadagna una
certa popolarità. I regolari dibattiti, gli esperimenti avviati, fanno della
Zad un luogo politico eccezionale, dove la riflessione sul mercato mondiale si
coniuga con l’implementazione di metodi di produzione alternativi, soprattutto
agricoli. Oggi, 400 ettari sono coltivati da 11 agricoltori, 260 ettari dagli
occupanti e 600 ettari dagli ex occupanti che sono stati indennizzati da Vinci
(sotto forma di contratti di locazione precari). Preservare e lavorare queste
terre, mentre allo stesso tempo c’è un’alternativa per modernizzare l’attuale
aeroporto di Nantes Atlantique, rafforza la legittimità della lotta.
Nel
gennaio 2016, nonostante la notizia di nuovi espropri, gli agricoltori
continuano a vivere e lavorare nella Zad. Durante il movimento contro la Loi
travail, gli occupanti della Zad riforniscono di provviste i lavoratori in
lotta. Altri danno assistenza materiale ai migranti.
LA
TRAPPOLA DI UN REFERENDUM MOLTO LOCALE
Il
26 giugno 2016 si tiene un referendum pro o contro il trasferimento dell’aeroporto
esistente di Nantes a Notre-Dame-des-Landes, consultazione riservata
esclusivamente agli abitanti della regione Loire Atlantique. Questo
referendum, un vero e proprio “oggetto legale non identificato”, è considerato
da molte persone non legittimo a causa dei suoi limiti geografici, visto che le
conseguenze economiche ed ecologiche del progetto vanno ben oltre la regione
consultata. Gli oppositori al progetto sono divisi sulla via da seguire: alcuni
giocano il gioco della democrazia locale, altri boicottano il voto. Dal punto
di vista politico, il PS e l’ UMP – ossia i tre quarti dei funzionari eletti
del dipartimento – si battono per il trasferimento, insieme ai centristi dell’
UDI e al PCF. Con 50.000 voti in più vince il sì al trasferimento, che ottiene
il 55% dei voti espressi (28% degli aventi diritto).
Nonostante
il risultato le mobilitazioni non ripartono. Ma nel novembre 2016, migliaia di
persone attraversano lo ZAD a piedi, bastoni alla mano, per avvertire ancora
una volta le autorità politiche che avrebbero fatto ritorno sulla zona in caso
di uso della forza. Gli occupanti della ZAD e i loro sostenitori continuano le
loro sperimentazioni sociali e di produzione agricola.
MEDIAZIONE
POI ABBANDONO
In
seguito all’ elezione di Emmanuel Macron, un gruppo di mediatori viene nominato
dal ministro per la transizione ecologica Nicolas Hulot e da Elisabeth Borne,
ministro dei trasporti. Questi riferiscono al governo il 13 dicembre, cercando
per la prima volta di vagliare altre opzioni. «Ristrutturare Nantes-Atlantique
costerebbe la metà della costruzione di Notre-Dame-des-Landes», concludono. Un
mese dopo, il progetto viene abbandonato.
La
vittoria degli oppositori di Notre-Dame-des-Landes si aggiunge ad alcune
battaglie emblematiche e vittoriose dei movimenti ambientalisti contro grandi
progetti inutili la cui utilità sociale è messa in discussione: la
mobilitazione contro il progetto della centrale nucleare di Plogoff
(Finistère), alla fine degli anni’ 70; la mobilitazione contro i progetti di
nuove dighe sui fiumi Loira e Allier, annullati nel 1991; quella contro l’
estrazione di gas di scisto che ha portato a una moratoria, seguita da una
legge che vieta l’uso del fracking idraulico nel 2011; e
infine quella contro la diga di Sivens (Tarn), il cui progetto è stato
abbandonato dopo la morte di un manifestante, Rémi Fraisse, ucciso da una
granata lanciata da un gendarme nell’ottobre 2014.
[1] Con Zone d’Aménagement
Différé (o ZAD) si intende, secondo la legislazione francese, un
territorio all’interno del quale un attore pubblico e/o privato titolare di una
convenzione di sviluppo dispone, per la durata di sei anni, di un diritto di
prelazione su tutte le vendite e le cessioni di beni immobiliari. Le ZAD sono
il frutto di una legge del ‘62 pensata per evitare che dei terreni necessari a
progetto pubblici rincarassero al momento dell’annuncio del progetto.
articolo
apparso su Bastamag con il titolo Notre-Dame-des-Landes: retour sur un mouvement écologique et
social victorieux
traduzione
di Federico Puletti per DINAMOpress