-#NONUNADIMENO-
oltre duemila femminista all’assemblea nazionale di Bologna/
la plenaria #nonunadimeno conferma 8 Marzo di sciopero e manifestazioni diffuse sui territori/
nelle prossime
settimane flash mob “nero-fuxia” nelle piazze e campagna antisessismo online
“Siamo una marea, diventeremo oceano”.
Con queste parole si conclude a Bologna la due giorni di “Non una di meno” sui temi del femminismo e contro la violenza di genere.
In oltre duemila da tutta Italia hanno
costruito la seconda tappa del percorso verso lo sciopero generale dell’8 marzo
che si svolgerà in maniera diffusa in tutte le città d’Italia.
Welfare, lavoro, migrazioni e linguaggio
sono stati solo alcuni degli argomenti affrontati nei tavoli tematici nelle
aule dell’università di Bologna, tutti declinati in una lettura di genere per
il protagonismo femminile e lgbtqi.
“Contro la strumentalizzazione del
sessismo in chiave razzista e per la libertà di circolazione per le richiedenti
asilo” è l’approccio per la libertà di movimento delle donne migranti.
“Vogliamo ribadire che la nostra autodeterminazione sessuale non si tocca,
siamo orgogliosamente poco produttive e anomale” hanno raccontato dal microfono
dell’aula gremita di donne che hanno applaudito.
Contro le politiche di welfare sono
state contestate le pratiche che vogliono la donna riproduttiva e obbligata
alla maternità . Sull’obiezione
di coscienza è stato denunciato quanto la situazione in Europa stia peggiorando
e per questa ragione una delle rivendicazioni è stata proprio l’abolizione
dell’articolo 9 della 194 che prevede gli obiettori dagli ospedali pubblici:
“Combattere la retorica dell’aborto come evento traumatico. Se lo stato ci nega
i diritti ci auto organizzeremo. Diffonderemo l’autogestione per l’utilizzo
consapevole di farmaci e tecniche per l’interruzione volontaria di gravidanza”.
Relativamente ai centri anti violenza la volontà espressa dall’assemblea è stata quella di “sottrarli alla logica di istituzionalizzazione che li vuole rendere dei servizi neutri” sottolineando che il centro anti violenza deve essere un “centro di elaborazione di politiche femministe e non un servizio assistenziale”.
Relativamente ai centri anti violenza la volontà espressa dall’assemblea è stata quella di “sottrarli alla logica di istituzionalizzazione che li vuole rendere dei servizi neutri” sottolineando che il centro anti violenza deve essere un “centro di elaborazione di politiche femministe e non un servizio assistenziale”.
Sul tema della narrazione nei media
mainstream delle tematiche di genere l’appello è stato quello all’attenzione
alle parole perché la violenza sulle donne non venga giustificato con
espressioni quali “raptus di follia”.
Il prossimo appuntamento sarà quello del
22 e 23 aprile a Roma per continuare dopo lo sciopero nazionale di marzo.
Intanto diverse le iniziative promosse
per le prossime settimane: hashtag ‘disturbanti’ sui social contro le frasi
sessiste, conferenze stampa coordinate da tutte le città di Italia e flash mob in piazza con i colori del
movimento nero e fuxia. Inoltre per invitare allo sciopero dell’8 marzo è stato
annunciato che verranno apposti dei timbri sulle banconote.