APPELLO
PER IL MEETING DELLO SCIOPERO
SOCIALE TRANSNAZIONALE
Parigi, 21-23 Ottobre 2016
Quello
che sta accadendo in Francia oltrepassa i confini francesi.
Mentre la riforma del lavoro conferma che la precarizzazione è un affare almeno
europeo, la lotta contro la loi travail e il suo mondo ha
realizzato ciò a cui da molti punti d’Europa aspiriamo: uno sciopero sociale di
massa. Ora più che mai, la sfida è quella di espandere questa sollevazione su
una scala transnazionale.
Questo
passo è necessario e inevitabile. La loi travail è
solo un frammento di un progetto più ampio che mira ovunque a privare milioni
di persone di ogni possibilità di rifiutare un presente e un futuro fatti di
sfruttamento. Le misure di austerity imposte alla Grecia,
il Jobs Act in Italia, Hartz IV in Germania, la Loi Peeters in Belgio sono solo
alcuni esempi e tutti vanno nella stessa direzione: tagli ai salari e al
welfare; finanziarizzazione delle pensioni; produzione di forza lavoro migrante
costretta a lavorare a qualsiasi condizione e prezzo per ottenere un permesso
di soggiorno e pagare il «debito dell’accoglienza»; la creazione di lavoro
disponibile alla mercé dei padroni, che hanno un potere sempre più dispotico.
Anche la scelta della Gran Bretagna di uscire dall’Europa, avrà conseguenze
pesanti sui lavoratori e le lavoratrici inglesi e migranti. Le
politiche nazionali non sono più semplicemente nazionali. La crescente
mobilità del lavoro e l’organizzazione della produzione rendono ogni città,
paese, luogo di lavoro attraversato da dinamiche transnazionali. La
precarizzazione investe tutte le generazioni e i settori, è una condizione
generale che si nutre di differenze e gerarchie che attraversano i confini.
Contro
la convergenza delle politiche europee sul lavoro, contro l’illusione che la
rinazionalizzazione dell’iniziativa politica e delle politiche anti-migratorie
siano la risposta, contro il capitalismo e il neoliberalismo, vogliamo
costruire una convergenza transnazionale delle lotte. Lo sciopero
sociale di massa che sta avvenendo in Francia ci indica la strada. Scioperi
in ogni settore della produzione e dei servizi si sono accompagnati a
mobilitazioni di massa nelle città, hanno coinvolto anche lavoratori precari
che non sono rappresentati dai sindacati e sono stati capaci di interrompere
tanto la produzione del valore, quanto la realizzazione dei profitti.
Sperimentazioni in questa direzione negli ultimi anni – lo sciopero del lavoro
migrante, gli scioperi nel settore logistico e lungo le catene della produzione
e della cura – hanno raggiunto una dimensione di massa in Francia. Qui la
logica della solidarietà e della divisione tra lotte dentro e fuori dai luoghi
di lavoro sono state superate attraverso l’individuazione di un obiettivo
politico comune. La rivendicazione di maggiore democrazia,
di giustizia e diritti sociali, la lotta contro la repressione poliziesca
hanno trovato nell’opposizione al dispotismo del salario e dei padroni un punto
comune di convergenza e una priorità politica. Adesso è il
momento di portare questo processo a un grado più alto, sapendo che la lotta
contro la precarizzazione non può esaurirsi nell’opposizione alle leggi
nazionali.
Dalla
Francia un messaggio di rivolta risuona in ogni angolo d’Europa. A partire da
qui, dopo una prima
assemblea a Parigi, la piattaforma per lo sciopero sociale
transnazionale invita lavoratori, attiviste, sindacalisti e network europei a
incontrarsi di nuovo a Parigi dal 21 al 23 ottobre per
discutere di come lo sciopero sociale in Francia può aprire la strada a una
sollevazione transnazionale del lavoro vivo contro la precarizzazione. Dobbiamo
consolidare uno spazio comune di convergenza e organizzazione dove precarie,
migranti e operai possano riconoscersi, dove differenti condizioni di
precarietà possano incontrarsi e confrontarsi, dove costruire un discorso
comune e rivendicazioni che possano diventare un punto di riferimento per
milioni di persone che quotidianamente rifiutano lo sfruttamento e la
precarietà in Europa e oltre. Per realizzare il potenziale
transnazionale dell’attuale mobilitazione francese, dobbiamo portare l’Europa a
Parigi, così da portare la Francia in tutta Europa, in una giornata
transnazionale di azioni e scioperi che ci permetta di fare insieme un
passo avanti verso la sollevazione europea del lavoro vivo.