di Panagiotis Sotiris -
Le conclusioni della Commissione per la Verità sul Debito Pubblico sono
un documento storico. Ma quali saranno le conseguenze politiche? Il governo greco oserà procedere alla sospensione dei pagamenti e alla rivendicazione della cancellazione del debito, approfittando anche della legittimazione politica e delle argomentazioni giuridiche offerte dalle conclusioni della Commissione, cambiando così radicalmente anche i termini delle «trattative»?
I
risultati preliminari della Commissione per la Verità sul Debito Pubblico ci
forniscono il racconto più coerente su come siamo arrivati non solo a una crisi
del debito mai vista prima, ma anche all’imposizione delle condizioni per una
catastrofe sociale senza precedenti. Il documento giustifica la ferma posizione
dei movimenti, secondo cui il debito greco è illegale, inaccettabile e non
sostenibile, e offre una legittimazione economica, giuridica e politica alla
richiesta di sospendere i pagamenti e cancellare il debito.
In
particolare, le conclusioni smentiscono la leggenda secondo cui il debito greco
sia cresciuto a causa delle enormi spese pubbliche, provando che l’aumento del
debito è il risultato degli enormi interessi pagati ai creditori, delle enormi
spese militari, dell’evasione fiscale diffusa, della fuoruscita di capitali
all’estero, del costo della ricapitalizzazione delle banche e dello squilibrio
strutturale dell’archittetura dell’Eurozona. Inoltre, il documento svela la
catena di criminali alchimie statistiche del meccanismo costruito dall’ELSTAT
[Autorità Ellenica di Statistica, n.d.t.] con cui il debito è stato ingradito
attraverso considerazioni arbitrarie sui debiti degli ospedali e altrettanto
arbitrari conteggi del debito delle Società Pubbliche, con l’unico obiettivo di
ingrandire la crisi greca del debito.
Inoltre,
il testo rivela il meccanismo che ha portato alla mancata pronta riduzione del
debito greco, proposta anche dal FMI, a causa delle ciniche richieste dei
governi di Germania e Francia, perché le banche francesi e tedesche, esposte al
debito greco, non subissero perdite. Successivamente queste banche, grazie agli
interventi della BCE nel mercato secondario, hanno potuto disfarsi dei titoli
degli Istituti di Assicurazione Sociale Greci. Per questo, gli organismi greci
hanno subito conseguenze disastrose dal noto PSI.
Infine
il documento, in base ad un’argomentazione giuridica completa, rivela il motivo
per cui anche il debito prodotto dai mutui con la Troika sia illegale e
inaccettabile, rispondendo a quelle voci – anche all’interno del governo –
secondo cui era illegale solo una piccola parte del debito. Il testo dimostra
in modo esaustivo la violazione della Costituzione e delle procedure
democratiche a livello nazionale, delle misure previste dalle Nazioni Unite sui
ditti fondamentali, delle regole dell’UE e anche della carta costitutiva dello
stesso FMI. In questo modo, è stato reso chiaro pubblicamente che, in termini
di diritto nazionale e internazionale, il governo greco è del tutto legittimato
a procedere alla sospensione dei pagamenti e a porre la questione della
cancellazione del debito, e non di una semplice «ristrutturazione».
Eppure,
questo storico documento viene sottovalutato dai media di sistema, che quasi
non lo menzionano. Il portale informativo di Psycharis l’ha presto tolto dall’home
page. La pagina del giornale «Kathimerini» lo mantiene, ma solo in fondo. Le
altre pagine di informazione hanno messo in prima fila altre notizie, insieme
alla grande immagine del vicolo cieco delle trattative. Tutto ciò è indicativo
della cattiva coscienza dei media di sistema e del fatto che sono schierati al
servizio delle politiche dei Memoranda. Tra l’altro, proprio di recente siamo
stati informati che questo «reclutamento» è anche il risultato di «seminari»
speciali organizzati dal FMI.
Ma,
al di là della copertura mediatica, la vera questione è un’altra: quali saranno
le conseguenze politiche di questo rapporto? Il governo greco oserà andare
avanti con la sospensione dei pagamenti e con la rivendicazione della
cancellazione del debito approfittando dalla legittimazione politica e dalle
argomentazioni giuridiche offerte dalla commissione? Cambierà quindi in maniera
radicale anche i termini delle «trattative»? Utilizzerà il documento per
mettere in dubbio l’architettura monetaria neoliberale e quella istituzionale
dell’Eurozona, che hanno contribuito a peggiorare le cose, e come
argomentazione per una rottura che diventa sempre più inevitabile? Oppure ne
«approfitterà» solo a livello comunicativo, tornando a discutere con le
«istituzioni», rivendicando semplicemente una «redistribuzione» interna del
debito e ritirandosi continuamente da vincoli e linee rosse?
Questo
documento può avere però una sua vita anche al di là di qualsiasi utilizzo da
parte delle istituzioni. Perché in ogni caso, per coloro che hanno lottato e
lottano contro la trasformazione della Grecia in una colonia del debito, questo
documento può essere un’arma importante per un percorso di rivendicazioni
tutt’altro che terminato.
Fonte: unfollow.com.gr,
traduzione di AteneCalling.org