martedì 27 agosto 2024

FRANCIA, IL GOLPE DI MACRON

- Turi Palidda - 

 la rivolta popolare fermerà il re sole novello? 

Macron scuote l'equilibrio istituzionale della quinta repubblica: usurpa il potere e con le destre continua a mettere il veto alla legittima nomina del governo delle sinistre, provando a giocare la carta  di divisione del NFP

Si sapeva, Macron pretende essere il nuovo re sole che fa e disfa persino le regole del presidenzialismo della V^ Repubblica. Rifiuta di riconoscere che il NFP-Nuovo Fronte Popolare (costituito dalle sinistre e dagli ecologisti) è la colazione che ha avuto più voti ed è  l’unica che potrebbe governare.

Ma questo reuccio non esita ora a tentare il colpo di stato perché il programma del NFP, sebbene sia stato considerato come un semplice riformismo di tipo rooseveltiano-keynesiano, è per lui e tutte le destre assolutamente inaccettabile.

Il suo partito e le destre sono convinti di poter giocare a tutti i costi la loro difesa dei privilegi dei ricchi e del padronato, cioè la negazione della reintroduzione della tassazione delle grandi ricchezze, l’aumento del salario minimo garantito a 1600 euro, l’abrogazione della scellerata riforma delle pensioni, il ristabilimento della priorità indiscutibile del servizio pubblico (sanità, scuole, trasporti) e l’abolizione delle scelte a favore dell’energia a base di nucleare, carbone, petrolio e gas (le cause della maggioranza della mortalità).

Tutte le sinistre e gli ecologisti, compresi i sindacati e il mondo dell’associazionismo antifascista, antirazzista, antisessista e contro gli assassinii e le brutalità poliziesche, hanno fissato per il 7 settembre una prima grande mobilitazione popolare.

Macron démission! Torna in piazza la parola d’ordine che era stata già popolare prima nella rivolta dei Gilets gialli e poi nei due mesi di grandi manifestazioni contro la riforma delle pensioni e in altre occasioni.

In sette anni Macron ha imposto alla Francia il peggio che si potesse immaginare a cominciare dall’abolizione delle tasse sulle grandi ricchezze, le privatizzazioni quasi a tappeto, la quasi distruzione del servizio pubblico, lo scatenamento delle brutalità poliziesche, i suoi affari sporchi.

Non gli sono bastati i poteri speciali che il presidenzialismo gli accorda, ora vuole andare oltre e non è affatto escluso che pretenda creare un governo col suo partito le destre ed anche l’appoggio esterno del partito di Le Pen-Bardella.

Sputa così su quel patto del “fronte repubblicano” in virtù del quale in oltre 150 circoscrizioni i candidati del NFP (e fra questi i più numerosi sono stati quelli di La France Insoumise) si sono ritirati al ballottaggio per far eleggere deputati del partito di Macron.

A questo punto la situazione rischia di scivolare in una crisi politica e istituzionale assai grave tanto più che Macron e il suo ministro degli interni, il fascista Darmanin, sono sfacciatamente propensi a usare ogni mezzo per restare al potere e difendere i privilegi loro e dei loro protetti. Occorre anche una mobilitazione europea a sostegno della volontà popolare francese e quindi in favore del NFP.


Alcune recenti considerazioni dei leader del NFP

Come avevano dichiarato diversi leader del Nuovo Fronte Popolare (NFP) la vera verità è che Macron cerca di abusare del suo potere perché assolutamente non vuole permettere la creazione di un governo delle sinistre e degli ecologisti uniti. Prima ha fatto sapere che non nominerà mai un governo con dei ministri della France Insoumise. Quando questo partito (che ha il più alto numero degli eletti del NFP e che con la desistenza al ballottaggio dei suoi candidati il 7 luglio scorso ha permesso l’elezione di circa 40 deputati del partito di Macron a cui si aggiungono decine e decine di altri grazie alla desistenza di candidati della sinistra e degli ecologisti) ha dichiarato che avrebbe anche accettato un governo delle sinistre senza suoi ministri, ecco che Macron ha subito mosso il suo partito e le destre che lo sostengono per affermare che non nominerà alcun governo del NFP.

In altre parole la vera verità è che Macron (e la sua eventuale coalizione di destra) è deciso a tutto per non far passare il programma del NFP che – in particolare – prevede: la revoca della riforma sulle pensioni, la reintroduzione della tassa sulle grandi ricchezze, il salario minimo garantito a 1600 euro, il ristabilimento effettivo della priorità del servizio pubblico e quindi della sanità, delle scuole, dei trasporti e l’abolizione delle scelte a favore dell’energia nucleare e di quella basata sui fossili (carbone, petrolio e gas).

Ricordiamo che, dopo la dichiarazione dei leader di La France Insoumise, Lucie Castets – la candidata alla guida del governo designata dal NFP –  aveva annunciato anche che avrebbe avviato delle consultazioni con parte del partito di Macron per verificarne l’eventuale collaborazione al suo futuro governo del NFP, fermo restando che il programma di questo non si doveva toccare perché è questo programma che ha dato al NFP più voti rispetto a tutti gli altri partiti.

Ma, alla fine del giro di consultazioni di tutti i partiti, l’usurpatore Macron ha fatto pubblicare un comunicato che dice: “… Un governo sulla base del solo programma e dei soli partiti proposti dall’alleanza raggruppante il più alto numero di deputati, il Nuovo Fronte Popolare, sarebbe immediatamente censurata dall’insieme degli altri gruppi parlamentari. Un tale governo disporrebbe quindi immediatamente di una maggioranza di oltre  350 deputati contro, impedendogli di agire. Tenendo conto di quanto hanno dichiarato i responsabili politici consultati, la stabilità istituzionale del Paese impone di non avvallare questa opzione”.

Sempre su tale comunicato si legge che gli scambi con i gruppi e partiti di destra avrebbero “disegnato delle possibili vie di coalizione e di lavoro comune tra diverse sensibilità politiche”. In altre parole, il partito di Macron e le altre destre sono unanimi nel sbarrare la strada al programma del NFP.

Da domani 27 agosto riprenderà un nuovo ciclo di consultazioni con i responsabili dei partiti e delle personalità “che si distinguono per l’esperienza di servizio dello Stato e della Repubblica”. E Macron ha la faccia tosta di far sapere che: “In questi tempi inediti della V^ Repubblica, le attese delle francesi e dei francesi sono forti, il capo dello Stato chiama l’insieme dei responsabili politici ad alzarsi all’altezza del momento dando prova di spirito di responsabilità. In tal senso Macron dichiara: “La mia responsabilità è che il paese non sia né bloccato, né indebolito. I partiti politici di governo non devono dimenticare le circostanze eccezionali dell’elezione dei loro deputati al secondo turno delle legislative. Questo voto li obbliga”. Ma lui non si sente obbligato a rispettare questo voto che secondo la tradizione della stessa V^ Repubblica implica che sia nominato un governo della coalizione che ha avuto più voti, cioè il NFP.

Le reazioni dei leader del NFP sono immancabilmente state alquanto furiose. Infatti, pochi minuti dopo l’annuncio di Macron di lanciare un nuovo ciclo di consultazioni, e quindi di rifiutarsi di proporre al Nuovo Fronte Popolare di formare un governo, il coordinatore nazionale di La France insoumise, Manuel Bompard, ha detto che si è davanti a “una lotta anti-colpo di stato democratico che è stato agito sulla base di un argomento privo di senso”. In effetti, detto per inciso, i partiti ai quali Macron vorrebbe conferire il governo non hanno alcuna maggioranza parlamentare!!!

Bompard, ironizzando, manda a dire: “Se esiste un’altra coalizione possibile che abbia la maggioranza nell’Assemblea nazionale, lasciamo che sia il presidente della Repubblica a dirci quale”. Inoltre – ha aggiunto il deputato Insoumis – con questa decisione Macron  di fatto “disprezza il risultato delle elezioni legislative” comportandosi – dice Bompard – “come se non ci fosse stato un voto quasi due mesi fa”. Come Mathilde Panot e Cyrielle Chatelain degli ecologisti, la leader “Insoumise”, Lucie Castets,  ha ribadito che per la coalizione di sinistra “non esiste altra opzione che il candidato proposto dal PFN”.

Si ripropone inoltre la minaccia di una possibile procedura di impeachment nei confronti di Emmanuel Macron, che avrebbe però poche possibilità di successo visti gli equilibri politici in Parlamento:  “Con questa decisione – dicono da NFP – il Presidente usurpa i suoi poteri perché non tiene conto dei risultati delle elezioni legislative”

Il leader dei comunisti, Fabien Roussel, fa appello a «una grande mobilitazione popolare”.  In realtà, dice Roussel, Macron invoca la “stabilità istituzionale [del] paese per giustificare il suo rigetto di un governo del NFP, perché vuole preservare la stabilità per quelli che difende da sette anni, cioè i più ricchi, il padronato e i gruppi finanziari”.

Per Marine Tondelier, la leader degli ecologisti, il comunicato di Macron “è una vergogna!” Invoca la stabilità quando è lui che ha sciolto il Parlamento senza alcuna concertazione e ora rifiuta il risultato di un’elezione per la quale i francesi non sono mai stati così numerosi a votare … la sua è una irresponsabilità democratica pericolosa».

In conclusione, i rappresentanti del NFP avevano annunciato che non avrebbero partecipato a nuove discussioni con Macron, salvo che per discutere le modalità di una coabitazione con Lucie Castets. Da parte sua l'inquilino dell'Eliseo - tramite un leader del partito macroniano - cerca di giocare la carta di dividere il NFP, invitando socialisti e ecologisti a partecipare a una discussione per il nuovo governo con loro.

A questo punto non è da escludere un epilogo alquanto incandescente, a cominciare dalla mobilitazione popolare a sostegno del NFP, con possibile piena adesione di tutti i sindacati e di tutte le associazioni impegnate sulle rivendicazioni sociali, umanitarie e per i servizi pubblici.