È uscito ieri, per MachinaLibro, il volume di Francesco Maria Pezzulli che tratta delle riforme neoliberali che hanno interessato l'Università italiana negli ultimi trent'anni. Ringraziamo l’autore per la condivisione dell’estratto dal capitolo «Lo sviluppo dell'Università neoliberale», che spiega in che contesto è stata imposta la terza missione e come essa impatta su ricerca e didattica
Jean Claude Trichet e Mario Draghi, rispettivamente Presidente
uscente ed entrante della Banca centrale europea, il 5 agosto del 2011 inviarono
una lettera al Governo italiano presieduto da Silvio Berlusconi, nella quale si
sosteneva che:
Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da rati- fica parlamentare entro la fine di settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
La lettera dei due Presidenti Banchieri ha ricordato ai politici distratti le parole di Lafitte in trionfo all’Hotel de Ville [1]. Può essere considerata una lettera storica, dalla quale si evince un nuovo principio di governance: le ricette da adottare contro le crisi finanziarie non sono più di dominio della politica, ma vengono direttamente dettate dagli organismi finanziari sovranazionali. Non è certo un caso che già prima dell’avvertimento agostano, con sempre maggiore insistenza, cominciò a circolare tra gli italiani una nuova parolina anglofona, breve e neutrale all’udito, ma profetica e ricca di implicazioni: lo spread. Se sale troppo siamo fritti, e volgiamo lo sguardo alla Grecia; se, al contrario, scende possiamo tornare a guardare verso Nord[2] !
È noto come andarono le cose: il 5 agosto registra +390 e tre mesi
dopo, precisamente il 9 novembre, lo spread arriva a quota +574. A questo punto
dalle carte bollate si è passati ai fatti e nella stessa giornata il Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano nomina senatore a vita Mario Monti (tra le
diverse cariche già Presidente dell’Università Bocconi, Commissario europeo per
il mercato e la concorrenza e Consulente Internazionale di Goldmann Sachs), che
sette giorni dopo diventa capo del governo al posto di Silvio Berlusconi, con
voto favorevole di oltre il 90% del Parlamento [3] .
Per salvare la patria, dissero, servono tecnici e austerità. Come
paese nel suo insieme abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e
ora siamo indebitati, questo è stato il ritornello, abbiamo vissuto come cicale
e adesso è venuto il momento di vivere come formiche. Il timore di finire come
la Grecia ha fatto il resto. Nel frattempo il Professore Monti della Bocconi
inseriva il pareggio di bilancio delle strutture pubbliche nella Costituzione
repubblicana, cosi come i suoi Ministri inserirono negli statuti
dell’Università l’obbligo istituzionale di una terza missione, in aggiunta a
quelle storiche di insegnamento e ricerca. La «terza missione» rappresenta
l’ultimo tassello del divenire neoliberale dell’Università e comprende
l’insieme delle procedure e attività che consentono di classificare le
strutture universitarie in base a criteri competitivi e al grado d’interazione
con il tessuto economico. Nella terza missione i Dipartimenti universitari sono
equiparati ai centri di ricerca e sviluppo delle imprese, cosi come docenti e
ricercatori sono equiparati a fornitori di servizi professionali ad alto
contenuto tecnologico.
La terza missione diventa parte integrante dello Statuto dell’Università italiana con due Decreti: il Decreto Legislativo n. 19 (27/01/2012), con il quale vengono definiti i «Principi Ava» (di Autovalutazione, Valutazione periodica e Accreditamento delle sedi e dei corsi universitari) e il Decreto Ministeriale n. 47 (30/01/2013), con il quale vengono formalizzati i «parametri» e gli «indicatori» di valutazione che concorrono a definire il «profilo di competitività» di una sede universitaria e la sua capacità di valorizzare economicamente la ricerca.
Due anni più tardi, nel 2015, sempre con un Decreto Ministeriale, vengono indicate dal Governo Renzi le «Linee guida per la valutazione della ricerca» e, in base a queste, viene redatto il Manuale per la valutazione della terza missione delle Università [4], che contiene gli indicatori di valutazione dettagliati e i risultati attesi dalle Università relativamente:
● alla gestione economica della proprietà intellettuale (quantità e qualità di invenzioni, concessioni ed estensioni internazionali di brevetti; diritti su varietà vegetali; contratti di licenza ecc.);
· ● al livello di imprenditorialità accademica (impatto occupazionale, economico e finanziario delle imprese spin-off dell’università e grado di collaborazione tra queste ultime e le strutture di ateneo);
· ● al numero e qualità dei contratti di servizio acquisiti dall’Università e dai suoi docenti (attività commerciali; attività convenzionate; trasferimenti correnti da altri soggetti; trasferimenti per investimenti da altri soggetti);
· ● al livello di collaborazione tra l’università e gli intermediari istituzionali (consorzi, parchi scientifici, incubatori);– all’attivazione di uffici interni alle sedi universitarie dedica- ti alle attività di trasferimento tecnologico e placement.
Note
[1] Il riferimento è alla
celebre frase de Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850 di Karl Marx: «Dopo la rivoluzione di luglio il banchiere
liberale Lafitte, accompagnando il suo compare, il Duca d’Orleans, in trionfo
all’Hotel De Ville, lasciava cadere queste parole: “d’ora innanzi regneranno i
banchieri”».
[2] Lo «spread» è un divario tra
due parametri economico finanziari: due prezzi, due quotazioni, due tassi di
interesse o due rendimenti. Nel caso in questione, il «Btp decennale» italiano
e l’omologo «Bund» tedesco. Vedi in proposito, A. Fumagalli, Sai cos’è lo spread? Lessico economico non
convenzionale, Bruno Mondadori, Milano 2012. Per quanto riguarda il ruolo
politico dei mercati finanziari, dello stesso autore, vedi, Bioeconomia e capitalismo cognitivo, Carocci, Roma 2007.
[3] Il governo Monti è stato
il 61° esecutivo della Repubblica italiana ed è rimasto in carica per 529
giorni, dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013. Formato da personalità esterne
al mondo della politica è considerato il secondo governo tecnico della storia
repubblicana dopo il governo di Lamberto Dini (dal 17/01/1995 al 18/05/1996).
Il terzo governo tecnico, cosiddetto di «unità nazionale», è stato quello
presieduto da Mario Draghi (dal 13/02/2021 al 22/10/2022), artefice delle
privatizzazioni dell’industria pubblica italiana negli anni Novanta,
vicepresidente di Goldman Sachs Europa negli anni Duemila e Presidente della
Banca Centrale Europea dal 2011 al 2019.
[4] D. Lgs n. 19, del 27
gennaio 2012 «Valorizzazione dell’efficienza delle università e conseguente
introduzione di meccanismi premiali nella distribuzione di risorse pubbliche
sulla base di criteri definiti ex ante anche mediante la previsione di un
sistema di accreditamento periodico delle università e la valorizzazione della
figura dei ricercatori a tempo indeterminato non confermati al primo anno di
attività, a norma dell’articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 30 dicembre
2010, n. 240»; DM n. 47 del 30 gennaio 2013 «Decreto autovalutazione,
accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio e
valutazione periodica».
[5] Decreto
Ministeriale 27 giugno 2015 n. 458 «Linee guida valutazione qualità della
ricerca (VQR) 2011-2014». Vedi anche «Manuale per la Valutazione della terza missione nelle Università
e negli Enti di ricerca», Anvur 2015. (consultato il 23/05/2024).