sabato 12 ottobre 2024

CALL FOR PAPER. NEGRI OLTRE NEGRI

  - Séminaire Capitalisme Cognitif -

 Soggettività, lavoro e critica del capitale 
Pubblichiamo volentieri anche noi la traduzione italiana della call for paper organizzata da Séminaire Capitalisme Cognitif 

(CEMTI Paris 8-Sophiapol Paris-Nanterre, CES-CNRS-Université Paris1)

 Di seguito, la versione originale francese e la versione inglese. Gli abstract dei lavori proposti, che dovranno essere in francese o in inglese, non devono superare le 500 parole, vanno accompagnati da una breve nota biografica, da quattro parole chiave e inviati in un unico file Word o PDF, intitolato “Colloque Negri _ Nome/Nome _ Titolo del paper” al seguente indirizzo: capitalismecognitif@yahoo.com

Scadenza per la presentazione delle proposte: 30 novembre 2024

Risposta alle proposte: 15 gennaio 2025

Data del convegno: 15-16 maggio 2025

*****

Call for paper 

Convegno internazionale

15-16 maggio 2025

 

Negri oltre Negri

Lavoro, soggettività e critica del capitale

 

Organizzato da

Séminaire Capitalisme Cognitif

(CEMTI Paris 8-Sophiapol Paris-Nanterre, CES-CNRS-Université Paris1)

 

Militante, intellettuale e interprete innovativo di Marx e del marxismo, Antonio Negri è stato una delle figure più influenti, ma controverse, del pensiero critico contemporaneo. La sua traiettoria ricca e transdisciplinare testimonia la straordinaria vitalità di una riflessione teorica e politica che, da oltre sessant’anni, è mossa da un unico obiettivo: “la ricostruzione di una forza di classe che, quanto prima, rivoluzioni questo folle mondo di sfruttamento e ingiustizia in cui viviamo”. Dalle inchieste operaie condotte negli anni Sessanta all’interno delle riviste operaiste Quaderni Rossi e Classe Operaia alla quadrilogia inaugurata da Impero (2000), passando per i lavori dedicati al formalismo giuridico, a Hegel, Keynes, Cartesio, Lenin, Marx, Spinoza e Foucault, fino ai più recenti sviluppi della sua teoria del “potere costituente” e del “comune”, Negri non ha mai separato l’esigenza di un’analisi materialista della congiuntura storica dalla passione rivoluzionaria. L’eredità teorica e politica del suo lavoro è enorme, molto complessa e in continua evoluzione, proprio come la realtà dei rapporti di sfruttamento e di dominio che ha continuamente cercato di cogliere e sovvertire.

Data la sua immensa produzione intellettuale e considerando che qualsiasi selezione di testi sarebbe stata necessariamente arbitraria e incompleta, non forniremo una bibliografia di riferimento per la convegno. Ci proponiamo invece di delineare i principali sviluppi della sua carriera, per facilitare l’individuazione dei temi di discussione. Se ci limitiamo alle dimensioni della sua ricerca appena menzionate – ovvero l’analisi del capitalismo, le trasformazioni del lavoro e delle soggettività politiche – queste ci portano dall’epoca del regime fordista-keynesiano di accumulazione del capitale e della sua crisi alle cosiddette mutazioni “post-fordiste” legate al neoliberismo, all’ascesa del capitalismo cognitivo e al processo di globalizzazione del capitale.

  1. La centralità dell’operaio di massa e lo sviluppo del primo operaismo

La prima fase corrisponde alla formazione dell’Operaismo italiano, una delle correnti neomarxiste più innovative della seconda metà del XX secolo, con Negri, Raniero Panzieri, Mario Tronti e Romano Alquati tra i suoi principali fondatori. Questo primo Operaismo si struttura come una teoria della lotta di classe articolata su una serie di principi metodologici che, nella prospettiva di Negri, mantengono sempre una persistente validità, portandolo a opporsi con forza all’idea di una rottura tra il primo Operaismo e il cosiddetto “Post-Operaismo” che si sarebbe sviluppato a partire dagli anni Ottanta-Novanta.

Quattro proposizioni riassumono il nucleo teorico, o l’invariante strutturale, dell’Operaismo di Negri:

  1. Una visione della dinamica del capitalismo che sottolinea la precedenza logica e storica dell’antagonismo del lavoro vivo rispetto alle trasformazioni del capitale.
  2. L’adozione di un approccio che adotta deliberatamente il punto di vista del lavoro, facendo del metodo della co-ricerca (cioè dell’indagine condotta con i lavoratori) lo strumento privilegiato per produrre conoscenza critica e organizzare la classe operaia.
  3. L’introduzione della nozione di “composizione di classe”, più precisamente di composizione tecnica e politica di classe, che, secondo Negri, costituisce “l’unica base materiale a partire dalla quale si può parlare di soggetto”.
  4. Una concezione del lavoro vivo come non-capitale, che Negri sviluppa in una teoria della potenziale “autonomia” del proletariato. Secondo questo approccio, mentre il capitale non può valorizzarsi senza lo sfruttamento del lavoro, il “lavoro vivo”, al contrario, potrebbe organizzare la produzione e la società al di fuori del capitale come relazione sociale.

Nel corso degli anni Sessanta e della prima metà degli anni Settanta, questo approccio è stato applicato alla figura del lavoro chiamata dagli operaisti “operaio massa”, e combinato con la rilettura del Libro I de Il Capitale di Marx, e in particolare del capitolo su “Macchinismo e grande industria”, per definire i quadri analitici e i presupposti organizzativi e strategici della lotta di classe nel capitalismo industriale. A partire dai primi anni Settanta, le prospettive aperte dal femminismo marxista italiano, e in particolare dalle pensatrici militanti che collaborarono con la cattedra di Negri all’Università di Padova (come Mariarosa Dalla Costa, Leopoldina Fortunati e Alisa Del Re), giocarono a loro volta un ruolo fondamentale nella rilettura di Marx e nella comprensione delle trasformazioni del lavoro. In questo contesto, uno dei contributi di Negri, nella sua duplice veste di ricercatore accademico e militante rivoluzionario, è stato quello di evidenziare lo spostamento della “composizione di classe” dalla fabbrica alla metropoli. In questo periodo ha anche sviluppato una teoria del contropotere e del doppio potere, proponendo un rinnovamento originale della teoria di Lenin, nonché della teoria marxista del diritto costituzionale e dello Stato. Il lavoro teorico e l’organizzazione politica condotta da Negri e dai gruppi ispirati all’operaismo hanno indubbiamente alimentato l’intensità del conflitto sociale in Italia in quel periodo, quando le lotte portarono alla crisi del “compromesso fordista”.

  1. La sconfitta dell’“operaio massa”, l’esperienza della repressione e dell’esilio: Verso l’elaborazione di un nuovo operaismo

La prima fase dell’opera di Negri si conclude verso la fine degli anni Settanta ed è seguita dall’esperienza del carcere e dell’esilio in Francia. In quel momento, Negri diagnostica lucidamente l’esaurimento del ciclo di lotte dell’“operaio massa” – dovuto ai processi di robotizzazione e di esternalizzazione della produzione – che metteva irreversibilmente in discussione la centralità della fabbrica fordista. Allo stesso tempo, individua in modo perspicace come lo sviluppo della “fabbrica diffusa”, della terziarizzazione e del precariato vadano di pari passo con una crescente “intellettualizzazione” e “femminilizzazione” dei processi lavorativi. Secondo Negri, queste trasformazioni portano all’emergere di nuove soggettività politiche, che hanno trovato la loro prima e potente espressione nel movimento del ’77 in Italia – un laboratorio di idee e di lotte che è ancora considerato un importante riferimento per pensare il rinnovamento del pensiero e della prassi rivoluzionaria nella seconda metà del XX secolo.

In questo contesto, Negri inizia l’analisi del passaggio dalla “composizione di classe” dell’“operaio massa” a quella dell’“operaio sociale”. Negri non ha mai abbandonato questa categoria, ma ha cercato di arricchirla progressivamente con nuove determinazioni, come il lavoro “immateriale”, “cognitivo”, “biopolitico”. Inoltre, da questa analisi della “composizione di classe postmoderna” Negri ha sviluppato il concetto di “moltitudine”, che rappresenta un tentativo di cogliere la soggettività politica della lotta di classe nel capitalismo globalizzato contemporaneo. In questo sforzo teorico, hanno giocato un ruolo essenziale la co-direzione della rivista Futur Antérieur con Jean-Marie Vincent, durante il suo esilio in Francia, e l’intenso dialogo con altre figure intellettuali di spicco dell’epoca, come Étienne Balibar, Giovanni Arrighi, Immanuel Wallerstein, Denis Berger, Félix Guattari, Gilles Deleuze, André Gorz e altri. In questa seconda fase del suo lavoro di ricerca, Negri è gradualmente portato ad avviare un profondo rinnovamento del primo Operaismo, secondo una logica che si sviluppa attorno a cinque assi principali:

  1. Il primo si basa sull’inchiesta operaia condotta nell’area metropolitana di Parigi. Analizzando i suoi bacini di “lavoro immateriale”, Negri e i suoi collaboratori si concentrano sulla nuova “composizione” del lavoro al centro dei processi economici che inizialmente hanno chiamato “post-fordismo” e successivamente definito “capitalismo cognitivo”. In questo quadro, l’accento è posto sulla potenziale autonomia e capacità di auto-organizzazione delle nuove figure lavorative, nonché sulla loro natura “biopolitica” e “riproduttiva”.
  2. Il secondo asse riguarda lo spostamento dell’asse di lettura dei testi di Marx. La posizione privilegiata occupata dal Capitale nel primo Operaismo viene sostituita dai cosiddetti Grundrisse, in particolare dal famoso “Frammento sulle macchine”, dove Marx sviluppa il concetto di “General Intellect” e l’ipotesi della “crisi della legge del valore”. A questo proposito, uno dei maggiori contributi di Negri rimane innegabilmente il libro Marx oltre Marx (1979).
  3. Il terzo asse riguarda l’integrazione della filosofia francese contemporanea nell’approccio dell’operaismo, in particolare le intuizioni di autori come Maurice Merleau-Ponty, Gilles Deleuze, Félix Guattari e Michel Foucault. Il dialogo con questi pensatori ha portato Negri a estendere il percorso aperto in Marx oltre Marx, sviluppando una concezione della storia, delle istituzioni e della soggettività che rompe con il paradigma dialettico hegeliano e con le visioni teleologiche dello sviluppo storico. Dalla lettura dell’opera di Foucault, Negri offre anche un’interpretazione originale della dimensione “biopolitica” insita nella resistenza del lavoro vivo alle tecnologie e ai dispositivi del “biopotere” capitalista.
  4. Il quarto asse riguarda il superamento di un approccio al rapporto capitale/lavoro che, nel primo Operaismo, si concentrava sul cosiddetto “centro” dell’economia globale. Nel libro Impero (2000), Hardt e Negri rinnovano l’operaismo attraverso un’analisi dei processi di globalizzazione capitalistica e dei nuovi orizzonti rivoluzionari che essi potrebbero aprire. Il concetto di “moltitudine” serve anche a comprendere meglio la proliferazione e la convergenza delle lotte all’interno dei movimenti di alter-globalizzazione in un orizzonte intersezionale che combina le dimensioni di classe, genere e razza su scala globale.
  5. Il quinto asse riguarda il tema del “Comune”, che Negri ha definito sia come espressione ontologica della cooperazione operaia, sia come la forma stessa attraverso cui una soggettività rivoluzionaria si organizza e crea alternative politiche. Questo asse di riflessione ha ispirato una serie di ricerche che hanno portato allo sviluppo della tesi del “Comune” come nuovo “modo di produzione”.

Informazioni

La convegno si propone di riunire studenti, ricercatori e attivisti di diverse provenienze e generazioni intorno ai vari temi sopra menzionati. Invitiamo i partecipanti a proporre contributi che illuminino i concetti, le ipotesi e gli sviluppi del pensiero di Antonio Negri, evidenziandone la rilevanza e la capacità di anticipazione, ma anche le contraddizioni e i limiti che ha incontrato e/o le controversie che ha suscitato.

I vari panel della conferenza saranno organizzati intorno a quattro temi:

  1. Il contributo di Negri all’Operaismo e le sue trasformazioni dagli anni Sessanta a oggi.
  2. Le analisi delle mutazioni del capitalismo contemporaneo e della composizione di classe, dal periodo cosiddetto “fordista” all’epoca della globalizzazione e del capitalismo cognitivo.
  3. Gli approcci all’emancipazione e all’abolizione del capitalismo: autonomia proletaria, potere costituente e comune.
  4. Negri come (ri)lettore di Marx e dei classici del pensiero economico e politico.

Formato delle proposte di relazione

Gli abstract dei lavori proposti, in francese o in inglese, non devono superare le 500 parole e debbono essere accompagnati da una breve nota biografica e da 4 parole chiave, da inviare in un unico file Word o PDF, intitolato “Colloque Negri _ Nome/Nome _ Titolo del paper” al seguente indirizzo: capitalismecognitif@yahoo.com

Scadenza per la presentazione delle proposte: 30 novembre 2024

Risposta alle proposte: 15 gennaio 2025

Data del convegno: 15-16 maggio 2025

La conferenza si svolgerà presso un’università di Parigi, da confermare a breve.

*****

VERSIONE ORIGINALE FRANCESE

Appel à communication

 

Colloque International

15-16 mai 2025

Negri au-delà de Negri

Subjectivités, travail et critique du capital

Organisé par le

Séminaire Capitalisme Cognitif

(CEMTI Paris 8-Sophiapol Paris-Nanterre, CES-CNRS-Université Paris1)

ARGUMENTAIRE

(English version below)

 

Militant, intellectuel, interprète novateur de Marx et du marxisme, Antonio Negri a été l’une des figures les plus influentes, mais aussi débattues et controversées, de la pensée critique contemporaine. Riche et transdisciplinaire, le parcours de Negri témoigne de l’extraordinaire vitalité d’une réflexion théorique et politique qui, durant plus de soixante ans, a été constamment animée par un but essentiel : « la reconstruction d’une force de classe qui, dès que possible, révolutionne ce monde insensé d’exploitation et d’injustice dans lequel nous vivons ».

Des enquêtes ouvrières menées pendant les années 1960 au sein des revues opéraïstes Quaderni Rossi et Classe Operaia à la quadrilogie inaugurée par Empire (2000), en passant par ses ouvrages consacrés au formalisme juridique, Hegel, Keynes, Descartes, Lénine, Marx, Spinoza et Foucault, jusqu’aux développements les plus récents de sa théorie du « pouvoir constituant » et du « commun », Negri n’a jamais séparé l’exigence d’une analyse matérialiste de la conjoncture historique de la passion révolutionnaire. L’héritage théorique et politique que nous lègue son œuvre évolue au fil du temps et est d’une grande complexité à l’image des métamorphoses des rapports d’exploitations et de domination qu’il a tenté sans cesse de saisir pour les subvertir.

Ce colloque international se propose de dresser un premier bilan critique de l’œuvre de Negri, en se focalisant sur son analyse du capitalisme, des transformations du travail et des subjectivités politiques Au regard de l’immense fécondité de sa production scientifique, et considérant que tout choix de sélection de textes aurait été nécessairement arbitraire et incomplet, nous n’indiquons pas une bibliographie de référence du colloque. En revanche, nous proposons de reparcourir schématiquement les principaux développements de sa trajectoire, afin de faciliter l’identification des thèmes de la discussion. Si nous nous limitons aux dimensions de sa recherche que l’on vient de mentionner – à savoir, l’analyse du capitalisme, des transformations du travail et des subjectivités politiques – celles-ci nous conduisent de l’âge du régime d’accumulation de capital fordiste-keynésien et de sa crise jusqu’aux mutations dites « post-fordistes », liées au néolibéralisme, à l’essor du capitalisme cognitif et du processus de mondialisation du capital.

 

  1. La centralité de l’ « ouvrier-masse » et l’élaboration du premier opéraïsme

 

La première étape correspond à la formation de l’opéraïsme, l’un des courants néo-marxistes les plus novateurs de la seconde moitié du XXe siècle et dont Negri compte, avec des figures telles que Raniero Panzieri, Mario Tronti et Romano Alquati, parmi les pères fondateurs. Ce premier opéraïsme se structure comme une théorie de la lutte de classes articulée autour d’une série de principes théoriques et méthodologiques qui garderont toujours, aux yeux de Negri, une persistante validité. Ces principes le conduiront aussi à s’opposer aux interprétations qui suggèrent une rupture épistémologique entre l’opéraïsme des années 1960 et un soi-disant « post-opéraïsme », qui se serait développé à partir des années 1980-90.

À titre indicatif, quatre propositions résument le noyau dur du premier opéraïsme :

  1. Une vision dynamique et conflictuelle du capitalisme qui met l’accent sur lantériorité logique et historique de l’antagonisme du « travail vivant » sur les transformations du capital.
  2. L’adoption d’une approche qui se réclame délibérément du point de vue prolétarien et qui fait de la méthode de la co-recherche, c’est-à-dire de l’enquête conduite avec les travailleurs-euses, l’instrument privilégié de la production des connaissances critiques et d’organisation politique de la classe ouvrière.
  3. L’introduction de la notion de « composition de classe », ou plus précisément de composition technique et politique de classe qui, selon Negri, constitue « la seule base matérielle à partir de laquelle on peut parler de sujet ».
  4. Une conception du travail vivant comme non-capital, dont Negri développe en particulier un corollaire essentiel : la confiance dans le potentiel d’autonomie du prolétariat. D’après une telle approche, si le capital ne peut pas se passer de l’exploitation du travail afin de se valoriser, le travail vivant peut au contraire organiser la production et la société en dehors du capital comme rapport social.

Durant les années 1960 et la première moitié des années 1970, le noyau dur de cette approche sera appliqué à la figure du travail que les opéraïstes appellent « ouvrier-masse » et se combinera à une relecture du Livre I du Capital de Marx, et notamment du chapitre « Machinisme et grande industrie », pour définir les cadres analytiques, ainsi que les hypothèses organisationnelle et stratégiques de la lutte de classe dans le capitalisme industriel. À partir du début des années 1970, les perspectives ouvertes par le féminisme marxiste italien, et en particulier par des penseuses militantes qui collaboraient avec la chaire de Negri à l’Université de Padoue (telles que Mariarosa Dalla Costa, Leopoldina Fortunati et Alisa Del Re), jouent à leur tour un rôle fondamental dans la relecture de Marx et dans la compréhension des transformations du travail. Dans ce cadre, l’un des apports de Negri, sous sa double casquette de chercheur universitaire et de militant révolutionnaire, consistera à mettre en exergue la force de recomposition, de l’usine vers la société, de l’« ouvrier-masse » à travers la diffusion des comportements du refus du travail et la politisation des luttes sur le salaire comme « variable indépendante » du capital. À cette époque, il proposera également une théorie du contrepouvoir et du double pouvoir renouvelant de façon originale les interprétations de Lénine ainsi que la théorie marxiste du droit constitutionnel et de l’État. Pendant cette période, le travail d’élaboration théorique et d’organisation politique mené par Negri et les groupes s’inspirant de l’opéraïsme fut sans doute l’un des facteurs expliquant l’acuité des conflits en Italie, où les luttes ont conduit à la crise des équilibres de ce que l’École française de la régulation a appelé le « compromis fordiste ».

 

  1. La défaite de l’ « ouvrier-masse », la répression et lexil : vers l’élaboration dun nouveau opéraïsme

 

Cette première étape de la réflexion de Negri se conclut à la fin des années 1970 et sera suivie par l’expérience de la répression, de la prison, puis de l’exil en France. Durant cette phase, Negri est l’un des théoriciens opéraïstes qui diagnostiquera avec le plus de lucidité l’épuisement du cycle de luttes de l’« ouvrier-masse » sous l’effet des processus de robotisation et d’externalisation de la production qui mettent irréversiblement en cause la centralité de la grande usine fordiste. Il identifie en même temps la manière dont le déploiement de l’usine diffuse, de la tertiarisation et de la précarisation va de pair avec une « intellectualisation » et une « féminisation » croissante du travail. De ces transformations structurelles résulte l’apparition de nouvelles subjectivités politiques, qui trouvent leur première expression dans le mouvement italien de 1977 – un laboratoire d’idées et de luttes qui est encore considéré comme une référence pour penser le renouveau d’une pensée de gauche de la seconde moitié du XXe siècle.

C’est dans ce contexte que Negri amorce l’analyse du passage de la composition de classe de l’ « ouvrier-masse » à celle de l’« ouvrier social », une catégorie qui ne sera jamais abandonnée, mais s’enrichira progressivement de nouvelles déterminations – travail « immatériel », « cognitif », « biopolitique », puis « multitude(s) » – dans la tentative de cerner les nouvelles conditions subjectives de la lutte de classe et d’un processus révolutionnaire dans le capitalisme contemporain. Dans cet effort théorique, la codirection durant l’exil en France de la revue Futur Antérieur avec Jean-Marie Vincent et le dialogue avec d’autres figures intellectuelles, telles qu’Étienne Balibar, Giovanni Arrighi et Immanuel Wallerstein, Denis Berger, Felix Guattari, Gilles Deleuze, André Gorz, pour en nommer seulement certains, joueront un rôle essentiel. Tout au long de cette deuxième étape de sa réflexion, Negri sera en plus progressivement conduit à impulser un renouvellement profond du premier opéraïsme selon une logique qui se développe autour de cinq axes principaux :

 

  1. Le premier axe se base sur un travail d’enquête mené dans la métropole du Grand Paris. Par l’analyse des « bassins du travail immatériel » Negri et ses camarades se concentrent sur la nouvelle « composition » du travail au centre du processus de valorisation du capital dans ce qu’ils ont appelé au départ « post-fordiste » et qui sera ensuite qualifié avec plus de précision de capitalisme cognitif. Ici, l’accent est mis sur l’autonomie potentielle et la capacité d’auto-organisation de la production des nouvelles figures du travail ainsi que sur leur caractère « biopolitique » et « reproductif ».
  2. Le deuxième axe a trait au changement des textes de référence de Marx employés pour interpréter le sens et les enjeux de la nouvelle configuration du rapport capital/travail : la place privilégiée occupée dans le premier opéraïsme par le Capital est prise par les Grundrisse et tout particulièrement le célèbre Fragment sur les machines, où Marx formule l’hypothèse du General Intellect et de la crise de la loi de la valeur/plus-value. À cet égard, l’une des contributions majeures de Negri reste indiscutablement le livre Marx au-delà de Marx (1979).
  3. Le troisième axe concerne l’intégration au sein de l’approche opéraïste de la philosophie française contemporaine, et notamment de concepts d’auteurs tels que Maurice Merleau-Ponty, Gilles Deleuze, Félix Guattari et Michel Foucault. Le dialogue avec ces penseurs incitera Negri à prolonger la piste ouverte dans Marx au-delà de Marx à travers l’élaboration d’une conception de l’histoire, des institutions et de la subjectivité en rupture avec le paradigme de la dialectique hégélienne et les visions téléologiques du devenir historique. À partir de sa lecture de l’œuvre de Foucault, Negri propose en outre une interprétation originale de la dimension « biopolitique » propre à la résistance du travail vivant par rapport aux technologies et aux dispositifs du « biopouvoir » capitaliste.
  4. Le quatrième axe concerne le dépassement d’une approche du rapport capital/travail qui, dans l’ancien opéraïsme, restait centré sur les pays du soi-disant « centre » et développait parfois une critique virulente des positions tiers-mondistes. Dans l’ouvrage Empire (2000), en effet, Hardt et Negri renouvellent l’approche opéraïste de l’antériorité des luttes par rapport au capital au moyen d’une analyse des processus de mondialisation capitaliste et des nouveaux horizons révolutionnaires qui en résultent. Le concept de multitude a aussi pour fonction de permettre de mieux comprendre la prolifération et la convergence des luttes au sein des mouvements altermondialistes dans un horizon intersectionnel qui conjugue classe, genre et dimensions racialisées à l’échelle globale.
  5. Le cinquième axe est la thématique de commun appréhendée par Negri à la fois comme une expression ontologique de la coopération du travail exploitée par le capital et comme la forme même à travers laquelle une subjectivité révolutionnaire s’organise et crée des alternatives. Cet axe de réflexion a impulsé toute une série de travaux de recherche qui ont abouti à l’élaboration de la thèse du « commun » comme nouveau « mode de production ».

 

INFORMATIONS

 

Le colloque vise à réunir autour des diverses thématiques énoncées ci-dessus étudiant·e·s, chercheur·se·s et militant·e·s de différents horizons et générations. Nous invitons les participant·e·s à proposer des contributions qui permettent d’éclairer les concepts, les hypothèses et les évolutions de la pensée dAntonio Negri en mettant en lumière son actualité et sa capacité d’anticipation, mais également les contradictions et les limites auxquelles elle sest heurtée et/ou les controverses quelle a suscitées.

 

Les différents panels du colloque seront organisés autour de quatre champs thématiques :

 

  1. La contribution de Negri à la pensée opéraïste et à ses transformations, des années 1960 jusqu’aujourd’hui.
  2. Analyses des mutations du capitalisme et de la composition de classe, de la période dite « fordiste » à l’âge de la mondialisation.
  3. Approches de l’émancipation et du dépassement du capitalisme : autonomie prolétarienne, pouvoir constituant et commun.
  4. Negri (re)lecteur de Marx et des classiques de la pensée politique et économique

 

Format des propositions de communication :

 

Nous sollicitons des propositions de communication en français ou en anglais de 500 mots maximum, accompagnées d’une courte notice biographique et de 4 mots-clés, à envoyer en un seul fichier Word ou PDF, avec pour titre « Colloque Negri _ Nom/Prénom _ Titre de la communication », à l’adresse suivante : capitalismecognitif@yahoo.com

 

  • Date limite de soumission des propositions de communication : 31 octobre 2024
  • Réponse aux propositions : 15 janvier 2025
  • Date du colloque international : 15-16 mai 2025

 

Le colloque aura lieu dans une université parisienne dont le nom sera prochainement communiqué.

 

*****

ENGLISH VERSION

 

Call for papers

International Conference

May 15-16, 2025

Negri Beyond Negri

Labour, subjectivity, and the Critique of Capital

 

Organised by

Séminaire Capitalisme Cognitif

(CEMTI Paris 8-Sophiapol Paris-Nanterre)

 

 

Militant, intellectual, and innovative interpreter of Marx and Marxism, Antonio Negri has been one of the most influential, yet controversial, figures of contemporary critical thought. His rich and transdisciplinary trajectory testifies to the extraordinary vitality of theoretical and political reflection that, for over sixty years, has been driven by a singular goal: “the reconstruction of a class force that, as soon as possible, revolutionizes this insane world of exploitation and injustice in which we live”. From the workers’ inquiries carried out in the 1960s within the Workerist journals Quaderni Rossi and Classe Operaia to the quadrilogy inaugurated by Empire (2000), via his works devoted to legal formalism, Hegel, Keynes, Descartes, Lenin, Marx, Spinoza and Foucault, to the most recent developments in his theory of “constituent power” and the “common”, Negri has never separated the demand for a materialist analysis of the historical conjuncture from the revolutionary passion. His theoretical and political legacy of his work is enormous, highly complex, and ever-changing, much like the reality of the relations of exploitation and domination that he has continually sought to grasp and subvert.

Given his immense productivity, and considering that any selection of texts would necessarily have been arbitrary and incomplete, we are not providing a reference bibliography for the conference. Instead, we propose to outline the main developments in his career, in order to make it easier to identify the themes for discussion. If we limit ourselves to the dimensions of his research just mentioned – namely, the analysis of capitalism, the transformations of work and political subjectivities – these take us from the age of the Fordist-Keynesian regime of capital accumulation and its crisis to the so-called ‘post-Fordist’ mutations linked to neoliberalism, the rise of cognitive capitalism and the process of globalisation of capital.

  1. The Centrality of the Mass Worker and the Development of Early Operaismo

The first stage corresponds to the formation of the Italian Operaismo, one of the most innovative neo-Marxist currents of the second half of the 20th century, with Negri, Raniero Panzieri, Mario Tronti, and Romano Alquati among its main founders. This initial Operaismo is structured as a theory of class struggle articulated around a series of methodological principles that, in Negri’s perspective, always retain persistent validity, leading him to strongly oppose the idea of a break between early Operaismo and a so-called “Post-Operaismo” that allegedly developed from the 1980s-90s onward.

Four propositions summarize the theoretical core, or the structural invariant, of Negri’s Operaismo:

  1. A vision of the dynamics of capitalism that emphasizes the logical and historical precedence of the antagonism of living labour over the transformations of capital.
  2. The adoption of an approach that deliberately adopts the workers’ standpoint, making the method of co-research(i.e., inquiry conducted with workers) the preferred instrument for producing critical knowledge and organizing the working class.
  3. The introduction of the notion of “class composition”, more precisely the technical and political class composition, which, according to Negri, constitutes “the only material basis from which one can speak of a subject”.
  4. A conception of living labour as non-capital, that Negri develops into a theory of the potential “autonomy” of the proletariat. According to this approach, while capital cannot valorise itself without labour exploitation, “living labour”, on the contrary, might organize production and society outside of capital as a social relation.

 

During the 1960s and the first half of the 1970s, this approach was applied to the figure of labour called by Workerists the ‘mass worker’, and combined with a re-reading of Marx’s Book I of Capital, and in particular the chapter on ‘Machinism and Big Industry’, to define the analytical frameworks and organisational and strategic assumptions of class struggle in industrial capitalism. From the early 1970s onwards, the perspectives opened up by Italian Marxist feminism, and in particular by militant thinkers who collaborated with Negri’s chair at the University of Padua (such as Mariarosa Dalla Costa, Leopoldina Fortunati and Alisa Del Re), in turn played a fundamental role in the re-reading of Marx and in the understanding of the transformations of labour. In this context, one of Negri’s contributions, in his dual role as an academic researcher and revolutionary militant, was to highlight the shift of the “class composition” from the factory to the metropolis. During this period, he also developed a theory of counter-power and dual power, offering an original renewal of Lenin’s theory, as well as the Marxist theory of constitutional law and the state. The theoretical work and political organizing led by Negri and the groups inspired by Operaismo undoubtedly fuelled the intensity of social conflict in Italy at that time, when the struggles led to a crisis of the “Fordist compromise”.

 

  1. The Defeat of the Mass Worker”, the Experience of Repression and Exile: Towards the Elaboration of a New Operaismo

The first stage of Negri’s work concluded towards at the end of the 1970s and is followed by the experience of imprisonment and the exile in France. At that moment, Negri lucidly diagnoses the exhaustion of the “mass worker” cycle of struggles – due to the processes of robotization and outsourcing of production – which irreversibly challenged the centrality of the Fordist factory. At the same time, he perceptively identifies how the development of the “diffuse factory”, tertiarization, and precariat go hand in hand with an increasing “intellectualization” and “feminization” of labour processes. According to Negri, these transformations result in the emergence of new political subjectivities, which found their first and powerful expression in the 1977 movement in Italy — a laboratory of ideas and struggles which is still considered a major reference for thinking the renewal of revolutionary thought and praxis in the second half of the 20th century.

In this context, Negri begins the analysis of the transition from the “class composition” of the “mass worker” to that of the “social worker” (operaio sociale). Negri never abandoned this category, but he tried to progressively enrich it with new determinations, such as “immaterial”, “cognitive”, “biopolitical” labour. Additionally, from this analysis of the “post-modern class composition” Negri developed the concept of “multitude(s)”, that represents an attempt to grasp the political subjectivity of class struggle in contemporary globalized capitalism. Along with this theoretical effort, the co-direction of the journal Futur Antérieur with Jean-Marie Vincent, during his exile in France, and the intense dialogue with other leading intellectual figures of the time, such as Étienne Balibar, Giovanni Arrighi, Immanuel Wallerstein, Denis Berger, Félix Guattari, Gilles Deleuze, André Gorz, and others, played an essential role. Throughout this second stage of his work, Negri is gradually led to initiate a profound renewal of the early Operaismo, according to a logic that develops around five main axes:

  1. The first is based on the workers’ inquiry conducted in the Paris metropolitan area. By analysing its pools of “immaterial labour” Negri and his collaborators focus on the new “composition” of labour at the center of the economic processes that they initially called “post-Fordism” and defined later as “cognitive capitalism”. Here, the emphasis is on the potential autonomy and self-organization capacity of new labour figures, as well as their “biopolitical” and “reproductive” nature.
  2. The second axis relates to the shift in the reading of Marx’s texts. The privileged position occupied by Capital in early Operaismo is replaced by the so-called Grundrisse, particularly the famous “Fragment on Machines”, where Marx develops the concept of “General Intellect” and the hypothesis of the “crisis of the law of value/surplus value”. In this regard, one of Negri’s major contributions remains undeniably the book Marx Beyond Marx (1979).
  3. The third axis concerns the integration of contemporary French philosophy into the Operaismo approach, notably the insights of authors such as Maurice Merleau-Ponty, Gilles Deleuze, Félix Guattari, and Michel Foucault. The dialogue with these thinkers led Negri to extend the path opened in Marx Beyond Marx by developing a conception of history, institutions, and subjectivity that breaks with the Hegelian dialectic paradigm and teleological visions of historical development. From his reading of Foucault’s work, Negri also offers an original interpretation of the “biopolitical” dimension inherent in the resistance of living labour to capitalist “biopower” technologies and devices.
  4. The fourth axis concerns moving beyond an approach to the capital/labour relationship that, in early Operaismo, was focused on the so-called “center” of the global economy. In the book Empire (2000), Hardt and Negri renew the Operaismo through an analysis of capitalist globalization processes and the new revolutionary horizons that they might open. The concept of the “multitude” also serves to better understand the proliferation and convergence of struggles within alter-globalization movements in an intersectional horizon that combines class, gender, and racialized dimensions on a global scale.
  5. The fifth axis concerns the theme of the “Common”, that Negri defined both as an ontological expression of workers’ cooperation and as the very form through which a revolutionary subjectivity organizes and creates political alternatives. This axis of reflection has inspired a series of research efforts that have led to the development of the thesis of the “Common” as a new “mode of production”.

 

INFORMATION

The conference aims to bring together students, researchers, and activists from different backgrounds and generations around the various themes mentioned above. We invite participants to propose contributions that illuminate the concepts, hypotheses, and developments of Antonio Negri’s thought by highlighting its relevance and capacity for anticipation, but also the contradictions and limits it has encountered and/or the controversies it has sparked.

The various panels of the conference will be organized around four themes:

  1. Negri’s contribution to Operaismo and its transformations from the 1960s to the present.
  2. The analyses of the mutations of contemporary capitalism and its class composition, from the so-called “Fordist” period to the age of globalization and cognitive capitalism.
  3. Approaches to emancipation and the abolition of capitalism: proletarian autonomy, constituent power, and the Common.
  4. Negri as a (re)reader of Marx and the classics of economic and political thought.

 

Format of proposals for papers:

We invite abstracts of proposed papers in French or English of no more than 500 words, accompanied by a short biographical note and 4 keywords, to be sent in a single Word or PDF file, titled “Colloque Negri _ Name/First Name _ Title of the paper” to the following address: capitalismecognitif@yahoo.com

Deadline for submission of proposals: November 30, 2024

Response to proposals: January 15, 2025

Date of the conference: May 15-16, 2025

The conference will take place at a university in Paris, to be confirmed shortly.