di Coalizione dei Laboratori dello Sciopero sociale
Dallo Strike Meeting - Atto II, nasce la Coalizione dei Laboratori dello
Sciopero Sociale : ecco il documento conclusivo della tre giorni romana (13-14-15 febbraio 2015)
Guarda i video integrali della plenaria di apertura e dell'assemblea
europea sul Bambuser
dello Sciopero Sociale
Obiettivi
principali del II atto dello Strike Meeting – li abbiamo chiariti fin
dall'inizio – sono stati: il consolidamento e l'articolazione della
coalizione sociale e l'estensione europea del processo dello Sciopero sociale.
Dopo tre giornate assai ricche di confronto, non possiamo che ritenerci molto
soddisfatti, la strada intrapresa è quella corretta.
Tre
giornate, occorre ricordarlo, segnate da una partecipazione quantitativamente
maggiore del primo episodio del Meeting, ancora più eterogenea, con riferimento
alle soggettività coinvolte, qualitativamente molto avanzata. Tra le plenarie e
i workshop l'insistenza programmatica della discussione, già decisiva nel
Meeting dello scorso settembre, è stata approfondita e, nello stesso tempo,
estesa.
Basta
citare nel dettaglio la giornata di sabato, quella dei workshop sulle vertenze
e la campagne comuni, per cogliere le novità più rilevanti.
•
L'apertura, a partire dal decisivo confronto tra i freelance e i professionisti
atipici e degli ordini, della riflessione e della mobilitazione sulla fiscalità
e la previdenza. Equità fiscale e previdenziale saranno i temi al centro
del Tweet-storm del 20 febbraio (in coincidenza con il Cdm che riprenderà la
delega fiscale), della mobilitazione del 27 febbraio sotto la Cassa forense
(promossa dagli avvocati di MGA), della mobilitazione di marzo contro l'aumento
dell'aliquota della Gestione separata INPS.
•
L'insistenza, ricorrente in più workshop, sui nodi del lavoro gratuito
e della disoccupazione giovanile, da articolare su diversi territori
sociali. In primo luogo, quello segnato dalle mobilitazioni sulla Youth
Guarantee, che hanno indicato nel 28 di marzo una data di agitazione e
conflitto contro le agenzie per il lavoro e il business della disoccupazione
giovanile, nel tentativo di organizzare su base regionale gli oltre 400 mila
iscritti al programma, favorendo la costituzione e federazione di “Youth
Corner”, dispositivi di informazione e aggregazione dei giovani precari/NEET.
In secondo luogo, quello individuato dalle mobilitazioni contro il
modello proposto da EXPO, che hanno trovato una ampia convergenza
sulla necessità di animare una campagna di rifiuto e opposizione radicale al
freejob. In terzo luogo, il mondo dell'università e della
ricerca, nel quale studenti e ricercatori universitari – che dopo anni di
difficoltà sono tornati a elaborare analisi e percorsi di mobilitazione comuni
– avvieranno percorsi di mobilitazione centrati, in particolare, sul tema della dismissione
della ricerca pubblica e sul dispositivo degli stage e dei
tirocini curriculari, a partire dalla necessità di ribaltare i principi di
governo degli atenei, che passano per i meccanismi di valutazione, e di lottare
contro definanziamento e privatizzazione.
•
L'avvio di un confronto proficuo attorno al nodo del governo europeo della
mobilità, dello sfruttamento del lavoro migrante e del business umanitario. Il
“permesso di soggiorno minimo di due anni” su scala europea svincolato
dal reddito, dai “punti” e dal contratto di lavoro è stato indicato come
rivendicazione centrale per una campagna contro il ricatto permanente che segna
le vite delle lavoratrici e dei lavoratori migranti e che in questi anni è
stato una leva fondamentale su cui hanno poggiato processi più generali di
frammentazione del lavoro e precarizzazione.
•
In attesa del decreto renziano sulla “Buona scuola” (si dice il 28
febbraio), e dunque del rilancio delle mobilitazioni di studenti e docenti, il
mondo degli insegnati precari ha elaborato una vertenza comune a partire dalla sentenza
della Corte di giustizia europea contro la precarietà nella scuola
italiana, a partire dalla quale è possibile offrire un terreno comune di
mobilitazione contro la definitiva istituzionalizzazione della precarietà nella
pubblica amministrazione.
•
Una convergenza importante è stata stabilita tra le mobilitazioni contro lo Sblocca
Italia, le devastazioni ambientali e leprivatizzazioni, e quelle
che, a partire da Milano e dalle giornate del 30 aprile, 1 e 2 maggio, si
opporranno al dispositivo “EXPO”.Le mobilitazioni di Milano sono un
passaggio centrale nella contrapposizione alle trasformazioni sociali e culturali
che il neoliberismo impone. Un passaggio fondamentale da costruire e
attraversare. In più, la questione della Sanità e della salute è
stata al centro, tanto del confronto sulle privatizzazioni quanto della
proposta, emersa dal Gender Strike, di federare esperienze di mutualismo,
in particolare quelle in grado di scardinare l'impostazione familistica del
welfare italiano.
•
Dal workshop dedicato al lavoro culturale, creativo e dello
spettacolo, è emersa l'esigenza di focalizzare il modo in cui il Jobs Act e i
decreti attuativi, insieme al Decreto Valore/Cultura, interagiscono e degradano
ulteriormente il multiforme panorama, già privo di tutele, del lavoro
culturale. La campagna dedicata al lavoro culturale, quindi, centrerà l'azione
su proposte di organizzazione cooperativa e mutualistica della produzione
culturale.
Per dare forza alle campagne che già da domani, con
tanti altri oltre i soggetti che compongono la coalizione del Meeting,
metteremo in campo, e per riprendere con altrettanta forza la mobilitazione
contro il Jobs Act, di cui al momento sono stati approvati soltanto due decreti
attuativi, proponiamo una giornata di convergenza nazionale per aprile, con
forme da definire. Una giornata di lotta che abbia al centro gli
elementi programmatici trasversali alle diverse campagne: salario minimo
europeo (di 15 euro), reddito di base e welfare europei, permesso di soggiorno
minimo.
Come
già detto, il Meeting ha deciso di avviare una nuova sperimentazione
organizzativa: uno spazio di coordinamento e di consultazione permanente della
coalizione per connettere e mettere a verifica le campagne, per elaborare le
priorità politiche comuni, per disporre l'agenda condivisa contro sfruttamento
e precarietà. Si tratterà di incontri itineranti che scandiranno il processo
organizzativo tra un Meeting e l'altro, nel tentativo di consolidare, per
quanto possibile, esperimenti di sindacalismo sociale, di mutualismo nei
diversi territori ma soprattutto di organizzazione e comunicazione politica tra
chi ogni giorno fa esperienza, nei modi più diversi, della precarietà.
La
tre giorni si è conclusa con una partecipata assemblea che ha coinvolto
collettivi e attivisti provenienti da Grecia, Germania, Francia, Regno Unito,
Portogallo, Svezia, Irlanda, Spagna e Francia. Non è la prima volta che si
discute di Sciopero sociale sul piano transnazionale: già durante
il Blockupy festival a Francoforte e il forum sulla precarietà di Lisbona è
stata avviata la discussione sulla possibilità di organizzare uno sciopero
continentale capace di unire le diverse condizioni sociali esistenti in Europa,
a partire da pretese e prospettive comuni. É però la prima volta che questo
accade all'interno dello Strike Meeting. Si tratta di un passaggio importante
per il riconoscimento pieno, anche sul piano organizzativo, dell'Europa come
orizzonte minimo della nostra azione politica.
L'assemblea
transnazionale è stata importante anche per i temi discussi, le proposte fatte,
le decisioni prese. La fase politica che stiamo vivendo è caratterizzata dalla
produttiva incertezza delineata dal risultato delle elezioni in Grecia.
Incertezza che apre la possibilità – e al tempo stesso rende urgente – di fare
un passo avanti nella costruzione di un'iniziativa politica che sappia avanzare
punti di programma comuni. Costruire intorno a questi punti la prospettiva di
uno Sciopero transnazionale è la scommessa assunta dall'assemblea. Le questioni
in campo sono tante e i modi di intervento diversi. Tuttavia intendiamo
continuare ad allargare la discussione intorno alle quattro pretese/campagne
discusse durante tutto lo Strike Meeting. Nel corso dell'assemblea è emersa
inoltre la necessità di trovare momenti di coordinamento e azione per far
crescere l'organizzazione sul piano europeo, in vista della realizzazione di
uno Strike Meeting transnazionale entro l'estate. In questo
senso, è stata avanzata la proposta di una giornata di azione (a
giugno) sul tema della disoccupazione.
È
con questo spirito che parteciperemo alla giornata di mobilitazione convocata a Francoforte
il 18 marzo dalla rete Blockupy, coordinando il processo di mobilitazione
all'interno di una comune cornice comunicativa, il 19 marzo all'assemblea
sullo sciopero sociale transnazionale proposta dagli attivisti di Blockupy
meets Amazon, alla quale è prevista la partecipazione di attivisti e realtà
lavorative provenienti da diversi paesi europei.
Per
coordinare la discussione su questi temi e rafforzare il percorso sarà
implementata la mailing list internazionale sul Transnational Strike creata in
seguito al workshop organizzato a Francoforte.
Siamo
consapevoli che la sfida lanciata da questo II atto del Meeting è molto
ambiziosa. Un conto è organizzare al meglio una scadenza autunnale, altro conto
è dare continuità organizzativa a una sperimentazione innovativa come quella
dello Sciopero sociale. Si tratta di mettere in gioco, con coraggio e generosità,
il meglio di noi stessi, in un panorama, quello italico, tutt'altro che
semplice. Si sa, non siamo abituati ad abbassare la testa, e non lo faremo
certo adesso.
Let's
unite for the European Social Strike!