Lele
Rizzo
«La resistenza
individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino le libertà
fondamentali e i diritti garantiti dalla presente costituzione, è diritto e
dovere di ogni cittadino».
Questo articolo venne proposto alla Costituente
da Giuseppe Dossetti (DC), ma non trovò la maggioranza assembleare necessaria
Ho
letto e sentito le sue dichiarazioni rispetto alla Valle di Susa e se posso
dire, mi aspettavo un passo in più da parte sua nell'analizzare una situazione
complessa come quella che viviamo da molti anni a questa parte. Conosco la sua
sensibilità sul tema dei Beni Comuni e sulla difesa della Costituzione per
questo speravo in una sua maggior comprensione del rapporto in atto tra Stato e
Val di Susa.
Sa,
qui tra le nostre montagne, a casa nostra mi verrebbe da dire tranquillamente
perché la nostra porta è sempre aperta, le regole democratiche di vita civile
sono calpestate da tempo, e non sono gli incendi dei camion la causa
scatenante.
Qui
è in atto un qualcosa che ha poco a che fare con la democrazia, glielo assicuro,
un qualcosa che andrebbe vissuto per essere compreso. Qui da noi vige la legge
del reale che molte volte supera la visione teorica o morale di cui si discute
in qualche conferenza.
Qui
la democrazia viene esportata come è successo in Afghanistan o in Iraq con le
guerre umanitarie, ora avremo 1 soldato ogni 289 abitanti della Valle. Pensi
che in Afghanistan, nella provincia di Herat, il rapporto è 1 ogni 517
abitanti. Pensi ancora che a Chiomonte, il paese che ospita il cantiere, su 931
residenti ci sono 415 soldati.
E
quindi se a lei certe immagini le ricordano la Calabria, pensi a me cosa mi
ricordano i mezzi militari e i fiumi di polizie che si danno il cambio sulle
nostre strade.
Pertanto
parlare di democrazia dalle nostre parti è quanto meno singolare. Pensi che noi
decidiamo tutto in assemblea e il popolo notav detta la famosa linea. Pensi che
anche quando abbiamo parlato di sabotaggio come forma di lotta lo abbiamo fatto
in pubblica sede, persino in diretta streaming.
Da
oltre vent'anni ci difendiamo da un attacco alle nostre vite e alle tasche di
tutti i cittadini italiani con coraggio e abnegazione; resistiamo, è il termine
giusto, perché quello facciamo da un po' di tempo a questa parte.
Le
ragioni di questa lotta sono sacrosante, e non è questione di progresso o non
progresso, perché siamo molto più moderni noi a voler fermare il "sistema
tav" di quei politici e mondo delle lobby che ci gravita attorno che
vogliono solo mantenere uno status quo personale, arricchendo i soliti noti
mentre tagliano servizi in ogni comparto sociale.
Pensi,
infine, che qui il treno e la linea ferroviaria interessa solo più a noi,
perché dall'altra parte, ormai mentono spudoratamente sui dati tecnici ed
economici e hanno trovato il modo di parlare solo di ordine pubblico per
oscurare l'ennesima malefatta a carico del Paese.
Sa
dott. Rodotà che quando ci dice che "le battaglie di Don Ciotti, o della
Fiom, hanno vinto davanti ai tribunali" la capiamo, ma deve sapere anche
che noi in tribunale ci andiamo sempre da imputati, perché intorno alla
"vicenda tav" si è creato un muro di gomma che non ci permette
nemmeno di fare un ricorso al Tar.
Lei
ci parla della Via Maestra dicendoci che è nella Costituzione e nella sua
applicazione che ci sono le risposte alla mancanza di democrazia nel nostro
Paese. Sa cosa mi permetto di dirle? Che persino qui facciamo uno sforzo in
più, e ci sentiamo di affermare quanto nella Carta Costituzionale non superò il
vaglio dell'Assemblea Costituente, ovvero il diritto di Resistenza: "La
resistenza, individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino
le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è
diritto e dovere di ogni cittadino."
Ascoltandola
ancora la invito a non cadere nella trappola dei mass media che soffiano sul
fuoco e hanno grossolanamente etichettato la manifestazione del 19 ottobre
(dove mi riconosco pienamente) come una manifestazione notav, oscurando i tanti
e reali soggetti sociali che l'hanno indetta, e lei giustamente ha bisogno di
sponsorizzare quella del 12, cadendo nella guerra di date, però le chiedo uno
sforzo in più.