di Redazione SBILANCIAMOCI
In un mercato sempre più concentrato, si rende
necessario per l’informazione alternativa passare fino in fondo a una “cultura
della rete”. Con questo obiettivo, sabato mattina, negli spazi della
Controcernobbio, si terrà il workshop "Sbilanciamo l'informazione. Come
informare sull'economia, la crisi, le vie d'uscita" ( scarica il programma_controcernobbio2013.pdf)
La questione dell’informazione avrà per la prima volta
un posto nelle discussioni della “contro-Cernobbio” della Campagna
Sbilanciamoci! Sabato 7 settembre, dalle 10 alle 12, al Teatro Valle Occupato
di Roma si terrà un gruppo di lavoro promosso dalla redazione di
Sbilanciamoci.info. Ci saranno rappresentanti di oltre venti giornali, riviste,
radio, siti web d’informazione, documentaristi video, case editrici, dal
Manifesto a Left, da Radio Popolare a Micromega, dalle Edizioni dell’Asino a
InGenere.it. Esperienze diverse, voci essenziali a un’informazione alternativa,
espressioni di culture preziose, realtà che mantengono un rapporto vitale con
il proprio pubblico. Ma, allo stesso tempo, esperienze fragili, che operano in
nicchie particolari, faticano ad allargare il proprio pubblico, a rinnovare il
proprio modo di comunicare. Sbilanciamoci.info ha invitato queste realtà – e le
altre che vorranno aggiungersi – a discutere su come ripensare il lavoro che
stiamo svolgendo.
Il problema
Siamo di fronte a un ulteriore indebolimento della
libertà di stampa: la Fiat è alla guida anche del Corriere della Sera,
il sistema televisivo è da paese totalitario – Berlusconi controlla Mediaset,
quasi tutta la Rai e ora, indirettamente, anche La7; l’unico “concorrente” è la
Sky di Murdoch – mentre una crisi devastante colpisce quotidiani e riviste dei
grandi gruppi, con migliaia di giornalisti prepensionati e di precari che non
troveranno sbocco occupazionale. Questo controllo pressoché totale
dell’informazione è stato un elemento chiave nel mantenimento del consenso
durante il ventennio berlusconiano e della deriva della politica italiana che
si è sempre più allontanata dalla società. Le voci “fuori dal coro”, che nel
nostro paese hanno una lunga e importante storia, sono sempre più flebili;
quelle nuove che sono emerse hanno finito per riprodurre, pur con orientamenti
“anti-berlusconiani”, il modello di informazione dominante tutto centrato sul
“palazzo” e sulla sua rappresentazione mediatica.
L’apparente libertà del web e dei social media ha
fatto emergere molte nuove esperienze di comunicazione e apre possibilità
alternative, ma è spesso segnata da una forte autoreferenzialità della
comunicazione, da una scarsa capacità di dialogo, incontro, elaborazione di
identità e visioni “dal basso”, mentre i grandi della comunicazione ne fanno un
uso sempre più incisivo “dall’alto”; nel complesso queste esperienze non hanno
effetti rilevanti sul dibattito politico e sociale del paese.
Naturalmente, in nessun altro paese occidentale il sistema
dell’informazione è caduto così in basso.
Pensiamo che si debba fare qualcosa su questo fronte.
Per difendere la libertà di stampa e di espressione, ma anche per costruire una
visione condivisa della realtà, nuove identità collettive, per fare dell’informazione
uno strumento di cambiamento della società e della politica, pensiamo che si
debba dare spazio alle voci di una società che oggi non si riesce a esprimere –
schiacciata dalla crisi, dalla perdita di lavoro, sicurezze, prospettive – ma
che si debba anche dare coerenza e impatto all’informazione alternativa in
Italia: farne un “sistema” capace di pesare nel paese.
La nostra esperienza
Un “sistema” si costruisce sul principio della rete
tra realtà diverse e complementari, non sull’affermazione di identità politiche
o culturali precostituite. E proprio sulla base di una cultura di rete è nata
l’esperienza di Sbilanciamoci.info. Una rete tra le 50 associazioni della
Campagna Sbilanciamoci!, tra i 200 economisti ed esperti che scrivono sul sito,
con un impegno sistematico a uscire dalle logiche di schieramento – politico o
culturale –, dai linguaggi “per pochi”, dall’autoreferenzialità della
comunicazione. La nostra scommessa è quella di mettere in relazione le
competenze degli esperti, l’impegno delle associazioni, le voci dei giornalisti
e di personalità di rilievo che, come Rossana Rossanda, scrivono regolarmente
sul sito. Abbiamo sperimentato con successo la costruzione di reti
internazionali tra esperti e tra movimenti, come Euro-Pen, la Rete
europea degli economisti progressisti, di cui siamo stati promotori. Queste
relazioni internazionali alimentano e caratterizzano l’informazione che
offriamo. In un anno pubblichiamo 500 articoli “nostri” e offriamo 500 link ad
articoli e materiali di altre organizzazioni e media, italiani e
internazionali. Ogni settimana inviamo due newsletter a oltre 40 mila indirizzi
e il sito è visitato in media da 30 mila persone diverse ogni mese. Abbiamo
realizzato una decina di e-book che forniscono analisi dell’esistente e
proposte di cambiamento, in Italia e in Europa e che sono stati scaricati
complessivamente da circa 30 mila persone. Partecipiamo a decine di incontri
pubblici ogni anno. Collaboriamo con diversi altri media, scambiando contenuti
e articoli. Tutto con una filosofia open, una totale gratuità
nell’accesso alle informazioni e agli e-book che produciamo. Sosteniamo tutto
questo con un faticoso impegno di autofinanziamento e l’appoggio di Lunaria.
Che fare?
Naturalmente, pensiamo che tutto questo sia molto al di
sotto di quello che sarebbe necessario oggi in Italia. Pensiamo che
Sbilanciamoci.info non possa crescere da solo. Vorremmo essere parte di un
sistema molto più grande e articolato. Pensiamo che la voglia di un giornalismo
libero, le competenze degli esperti, l’attivismo della società civile meritino
un sistema di comunicazione “alternativo” molto, ma molto più forte. Serve la
capacità di “sfondare” nei media “mainstream”, ma anche la capacità di
valorizzare la nostra informazione, allargare il nostro pubblico, costruire
esperienze nuove.
Il punto di partenza per tutto questo – al centro
della discussione a cui invitiamo a partecipare a Roma – è la necessità, nel
mondo dell’informazione “alternativa”, di passare fino in fondo a una “cultura
della rete”. Nessun quotidiano, rivista, radio o sito può bastare a se stesso.
Nessuno – o quasi – può sopravvivere in un mercato dei media sempre più
ristretto e concentrato, in un web sempre più affollato e indistinto, in una
società sempre più frammentata. Vorremmo invitare a riflettere su come potremmo
cambiare cultura e modo di funzionare.
Qui una sfida centrale è quella di misurarsi davvero
con la multimedialità: la stessa informazione può essere presentata
efficacemente in forma giornalistica “veloce”, in forma di approfondimento, in
forma radiofonica e televisiva; i canali di comunicazione tradizionali – carta,
radio, tv – devono integrarsi molto di più con la comunicazione via web.
All’incontro di Roma vogliamo ascoltare le esperienze,
i problemi, le idee degli altri media che parteciperanno, e vorremmo suggerire
una strada possibile per andare avanti. Si tratta della possibilità di
costruire una Rete stabile – con un nome, un logo ben
identificabile, un gruppo stabile di coordinamento, magari un portale web – tra
un insieme di realtà diverse che condividono questa prospettiva. E che
condividono, naturalmente, un orizzonte di cambiamento politico, sociale e
culturale, e uno stile di lavoro pluralista e cooperativo. Lavorare insieme
potrebbe diventare una consuetudine quotidiana, con scambi sistematici di
contenuti, sulla base di accordi “bilaterali” fondati sulla gratuità
dell’accesso alle informazioni prodotte dai partecipanti. È quello che facciamo
già con alcuni media, e che potrebbe essere esteso. In più, si potrebbero
organizzare almeno due occasioni di riflessione e coordinamento l’anno, in
occasione ad esempio della “contro-Cernobbio” di Sbilanciamoci! e di Terra
futura di Banca Etica. Si tratta del primo passo, minimo ma essenziale, che
lascia flessibilità ai possibili accordi tra i partecipanti, non richiede
investimenti e risorse monetarie. Altre iniziative, di maggior impegno,
potrebbero emergere da questo lavoro comune.
Altre proposte possono arricchire la discussione
all’incontro di Roma. Altri approcci possono essere suggeriti. Invitiamo tutti
a commentare e integrare questa riflessione. Crediamo sia però urgente iniziare
a lavorare insieme, concretamente, in questa direzione.
fonte: www.sbilanciamoci.info