di
Francesco Raparelli
il test elettorale
romano è quello più significativo, lo specchio di una tendenza che attraversa
in lungo e in largo l’intero paese: l’astensionismo attivo sta assumendo sempre
più una dimensione politica. Se il M5S ha perso consensi ciò non significa che
è il sistema dei partiti a riprendere vigore. Anzi! Marino probabilmente vincerà
al ballottaggio, ma non sarà il sindaco di metà dei suoi cittadini. Abbiamo
voluto registrare anche l’insuccesso a sinistra - sia pure in una competizione impari per mezzi e visibilità mediatica - di Sandro Medici, raccogliendo da dinamopress le prime
impressioni a caldo di Raparelli
La
sfida era difficile, forse troppo, e non è bastata la generosità di tante e
tanti: Sandro Medici e la sua coalizione non hanno superato lo sbarramento del
3%, nessun consigliere comunale eletto. Un risultato deludente, ma senza
esagerare. Poche, pochissime risorse economiche (14.000 euro in tutto); poco
tempo; visibilità mediatica nulla; una città difficile e sconfortata dove
l'unica grande vincitrice è stata l'astensione, in particolare quella dei
giovanissimi. Anche i più ottimisti, infatti, limitavano la speranza ad un
risultato di poco superiore al 3%.
Ne
è valsa la pena? Nonostante la sconfitta, penso di sì. Spiego meglio.
La
candidatura a sindaco di Sandro Medici è nata da un'esigenza precisa: definire
un campo politico-elettorale alternativo al Patto di stabilità e, di
conseguenza, al centro-sinistra. Esistono sinistre europeiste ma ostili al
Fiscal Compact in Grecia e in Francia, in Germania e in Spagna. Non in Italia.
In Italia c'è SEL che insiste, nonostante il governissimo, nell'alleanza con il
PD, e a Roma lo fa raccogliendo buoni frutti (mentre il PD perde quasi 300 mila
voti). Poi c'è il M5S che, nonostante il tonfo alle amministrative, rimane la
forza politica anti-austerity più significativa. Complicazioni: robustamente
alleata con il PD, SEL procede verso l'ingresso nella scena dei Socialisti
europei, oggi Progressisti, di Gabriel e Hollande; il M5S, invece, insieme al
Fiscal Compact butta alle ortiche anche l'Europa e, ossessionato dalla trasparenza
e dal merito, propone un programma più sintonico con le imprese che con i
precari.
La
sconfitta è indubbia, ma il problema, a mio avviso, rimane intatto. Irrisolto,
perché una novità romana avrebbe aiutato, ma tant'è.
Lo
sforzo di Sandro Medici e di chi lo ha sostenuto, che a Roma non ha dato i
frutti sperati, è risultato però vincente a Pisa e a Siena, dove non c'era
Alemanno da battere e dove la prossimità facilita progetti elettorali
inesistenti nella scena mediatica. Dunque è sbagliato affermare semplicemente
che lo spazio politico non c'è, è più corretto dire che a Roma continuano a
mancare le condizioni affinché un progetto elettorale anomalo e irriverente,
nonostante una campagna elettorale vivace e coraggiosa, possa affermarsi.
Troppo frammentati movimenti e reti civiche; troppo solido il rapporto tra
amministrazione ed economia (dal pubblico impiego al terzo settore,
dall'edilizia alle istituzioni culturali); troppo grande e complicata la città.
Il
blocco capitolino suggerirebbe due strade alternative: l'astensione; la
convergenza, da alcuni praticata (penso ad Andrea Alzetta, per gli amici
Tarzan), con SEL. Obietto all'astensione la necessità di pensare la
trasformazione radicale a partire da un ibridazione inedita tra conflitti
sociali e smottamenti politico-elettorali. La convergenza con SEL, invece,
rischia di essere fruttuosa sul piano elettorale e locale, ma a dir poco
problematica sul terreno nazionale ed europeo. Cosa significa scegliere il
campo di Hollande e di Schultz quando questo campo è del tutto compatibile con
la Costituente neoliberale che sta distruggendo letteralmente una generazione e
impoverendo la società intera?
Non
ho risposte e il risultato di Medici non mi aiuta a rispondere, ma pongo il
problema, perché non mi sembra una questione privata. E concludo dicendo che
sarebbe buona cosa che il principio repubblicano trovi a Roma nuovo radicamento
territoriale, così come è accaduto a San Lorenzo, con la Libera Repubblica.
Magari i tempi lunghi, con molta perseveranza, possono fare la differenza.