giovedì 16 febbraio 2012

Da dove viene il debito greco*

Eric Toussaint

Il debito pubblico greco è stato in primo piano sulla scena pubblica nel momento in cui i dirigenti di questo paese hanno accettato la cura di austerità richiesta dal Fmi e dall’Ue, che ha provocato lotte sociali molto importanti durante tutto il 2010. Ma da dove viene il debito greco? Dal lato del debito in carico al settore privato l’aumento è recente: un primo balzo avviene subito dopo l’entrata della Grecia nella zona euro, nel 2001 mentre una seconda esplosione del debito si produce a partire dal 2007 quando gli aiuti finanziari concessi alle banche dalla Federal Reserve negli Stati Uniti, dai governi europei e dalla Banca centrale europea (Bce) viene in parte riciclato dai banchieri in direzione della Grecia e di altri paesi come la Spagna e il Portogallo. Dal lato dell’indebitamento pubblico, invece, la crescita è più antica. Dopo il debito ereditato dalla dittatura dei colonnelli, il ricorso al prestito è servito dagli anni 90 in poi a riempire il buco creato nelle finanze pubbliche dalla riduzione delle imposte sulle società e sui redditi più elevati. Peraltro, da diversi decenni, i numerosi prestiti hanno permesso di finanziare l’acquisto di materiale militare principalmente da Francia, Germania e Stati Uniti. Inoltre, non bisogna dimenticare nemmeno l’indebitamento dei poteri pubblici per l’organizzazione dei Giochi olimpici nel 2004. L’ingranaggio del debito è stato oliato con consistenti mazzette da parte delle grandi compagnie transnazionali con lo scopo di ottenere dei contratti: Siemens è un esempio emblematico (...)

Elementi evidenti di illegittimità del debito pubblico Innanzitutto c’è il debito contratto dalla dittatura dei colonnelli, che è quadruplicato tra il 1967 e il 1974. Con tutta evidenza questo rientra nella definizione di debito odioso .
Andando avanti, poi, troviamo lo scandalo dei Giochi olimpici del 2004. Secondo Dave Zirin, quando il governo ha annunciato orgogliosamente nel 1997 ai cittadini greci che la Grecia avrebbe avuto l’onore di accogliere, sette anni più tardi, i Giochi olimpici, le autorità di Atene e il Comitato olimpico internazionale prevedevano una spesa di 1,3 miliardi di dollari. Qualche anno più tardi, il costo era stato moltiplicato per quattro e raggiungeva 5,3 miliardi di dollari. Appena dopo i Giochi, il costo ufficiale aveva raggiunto i 14,2 miliardi di dollari . Oggi, secondo differente fonti, il costo reale supera i 20 miliardi di dollari.
Numerosi contratti siglati tra le autorità greche e grandi imprese private straniere stanno destando scandalo da diversi anni. Quei contratti hanno comportato un aumento del debito. Citiamo diversi esempi che hanno scandito le cronache greche:
- diversi contratti sono stati firmati con la multinazionale Siemens accusata – sia dalla giustizia tedesca che da quella greca – di aver versato commissioni e mazzette al personale politico, militare e amministrativo greco per un valore complessivo che si avvicina al miliardo di euro. I principali dirigenti della Siemens-Hellas, che ha riconosciuto di aver “finanziato” i due grandi partiti greci, è fuggita nel 2010 in Germania e la giustizia tedesca ha rigettato la richiesta di estradizione avanzata dalla Grecia. Gli scandali includono la vendita, fatta da Siemens e dalle sue associate internazionali, del sistema antimissile Patriot (1999, 10 milioni di euro in mazzette), la digitalizzazione dei centri telefonici dell’Ote, l’Organismo greco di telecomunicazioni (mazzette per 100 milioni di euro), il sistema di sicurezza “C41”, acquistato in occasione dei Giochi del 2004 e che non ha mai funzionato, la vendita di materiale alle ferrovie greche (Sek), del sistema di telecomunicazioni Hermes all’esercito, dell’equipaggiamento molto costoso venduto agli ospedali;
- lo scandalo dei sottomarini tedeschi (prodotti da Hdw, assorbita dalla Thyssen) per un valore globale di 5 miliardi di euro, sottomarini che avevano fin dall’inizio il piccolo difetto di pendere pericolosamente….a sinistra (!) e di essere dotati di un equipaggiamento elettronico difettoso. Un’inchiesta giudiziaria su eventuali responsabilità (corruzione) degli ex ministri della Difesa è in corso.

E’ del tutto normale presumere che debiti contratti per realizzare simili contratti siano viziati da illegittimità o da illegalità. Per questo devono essere annullati. Accanto a simili casi, però, è necessario comprendere l’evoluzione recente del debito greco.

La montatura dell’indebitamento nel corso dell’ultimo decennio Il debito del settore privato si è largamente sviluppato nel corso degli anni 2000. Le famiglie, per le quali le banche ma anche tutto il settore commerciale privato (grande distribuzione, automobile, costruzioni) proponevano condizioni allettanti, hanno fatto ricorso all’indebitamento massiccio, così come le imprese non finanziarie e le banche che potevano attingere a prestiti a basso costo (tassi di interesse bassi e inflazione più forte dei paesi più industrializzati del’Unione come Germania, Francia, Benelux o Gran Bretagna). Questo indebitamento privato è stato il motore dell’economia greca. Le sue banche (alle quali occorre aggiungere le filiali greche delle banche straniere), grazie a un euro forte, potevano estendere le loro attività internazionali e finanziare a minor costo le loro attività nazionali. Hanno fatto ricorso al prestito a tutta forza (...)
Con le enormi liquidità messe a loro disposizione dalle banche centrali nel 2007-2009, le banche dell’Europa occidentale (soprattutto le banche tedesche e francesi ma anche quelle belghe, olandesi, britanniche, luxemburghesi, irlandesi) hanno prestato massicciamente alla Grecia (al settore privato e ai poteri pubblici). Bisogna tenere in conto il fatto che l’adesione della Grecia all’euro le è valsa la fiducia dei banchieri dei paesi dell’ovest europeo, ritenendo che i grandi paesi sarebbero corsi in soccorso in caso di problemi. Non si sono invece preoccupati della capacità della Grecia a rimborsare il capitale a medio termine. I banchieri ritenevano di poter assumere rischi molto elevati. La storia ha dato loro ragione, almeno finora, la Commissione europea e, in particolare, i governi francese e tedesco hanno dato un sostegno illimitato ai banchieri privati dell’Europa occidentale. Per questo, i governi europei hanno messo le finanze pubbliche in uno stato pietoso (...)
I cittadini greci hanno tutto il diritto di aspettarsi che il preso del debito sia radicalmente ridotto e questo implica che i banchieri devono essere costretti a cancellare dei crediti dai loro libri contabili.

Il comportamento odioso della Commissione europea
Dopo lo scoppio della crisi, la lobby militar-industriale appoggiata dai governi tedesco, francese e dalla Commissione europea è riuscita a ottenere che il bilancio della difesa fosse appena intaccato mentre, allo stesso tempo, il governo del Pasok (partito socialista) ha effettuato tagli alle spese sociali. Ad esempio, in piena crisi greca, all’inizio del 2010, Recep Tayyip, primo ministro della Turchia, paese che mantiene delle relazioni tese con il suo vicino greco, si è recato ad Atene e ha proposto una riduzione del 20 per cento del bilancio militare dei due paesi. Il governo greco non ha raccolto la mano che gli è stata tesa. E’ stato invece messo sotto pressione dalle autorità francese e tedesca che volevano garantire le proprie esportazioni di armi. In proporzione, la Grecia spende in armamenti molto che gli altri paesi dell’Unione europea. Le spese militari rappresentano il 4 per cento del Pil contro il 2,4 della Francia, il 2,7 della Gran Bretagna, il 2 per cento del Portogallo, l’1,4 della Germania, l’1,3 della Spagna, l’1,1 del Belgio. Nel 2010 la Grecia ha acquistato dalla Francia sei fregate di guerra (2,5 miliardi di euro) e degli elicotteri da guerra (400 milioni). Dalla Germania ha acquistato 6 sottomarini per 5 miliardi di euro. La Grecia è stata uno dei cinque più importanti importatori di armi in Europa tra il 2005 e il 2009. L’acquisto di aerei da combattimento rappresenta, da solo, il 38 per cento del volume delle sue importazioni, in particolare con l’acquisto di 26 F-16 (Stati Uniti) e di 25 Mirages 2000 (Francia), quest’ultimo contratto dal valore di 1,6 miliardi di euro. La lista dell’equipaggiamento francese venduto alla Grecia non si ferma qui: ci sono anche veicoli blindati (70 Vbl), elicottoeri NH90, missili Mica, Exocet, Scalp, e droni Sperwer. Gli acquisti della Grecia ne hanno fatto il terzo cliente dell’industria della difesa francese nel corso del decennio trascorso .
A partire dal 2010, i tassi di interesse sempre più elevati, imposti dai banchieri e dagli altri attori dei mercati finanziari con l’appoggio della Commissione europea e del Fmi, hanno prodotto un classico effetto “palla di neve”: il debito greco prosegue una curva al rialzo poiché le autorità ricorrono al prestito per rimborsare gli interessi (e una frazione del capitale precedentemente preso in prestito). I prestiti concessi a partire dal 2010 alla Grecia dai paesi membri dell’Unione europea e dal Fmi non puntano affatto a soddisfare gli interessi della popolazione, al contrario i piani di austerità messi in atto comportano molteplici attacchi ai diritti sociali. E’ a questo titolo che la nozione di “debito illegittimo” dovrebbe essere loro applicata e contestato il loro rimborso (...)


*da ilmegafonoquotidiano.it

estratto dal capitolo Debitocrazia di Eric Toussaint e Daniel Millet (vedi box-libri ns.blog)