lunedì 30 gennaio 2023

10 DOMANDE AI FRATELLI KONONOVICH

 - Clara Statello  -    il loro appello agli antifascisti: 

 “Uniamoci contro capitalismo e imperialismo“ Mikhail e Aleksandr Kononovich parlano dopo 8 mesi di carcere duro senza processo e tre mesi ai domiciliari a Kiev. In realtà i due fratelli comunisti, antifascisti di etnia bielorussa, nelle ultime settimane hanno diffuso alcuni video con le loro dichiarazioni e richieste di aiuto, ma questa è la prima intervista in esclusiva    


Esordiscono salutando i compagni e presentandosi come comunisti, antifascisti e prigionieri politici. Mikhail è il leader del Komsomol, la giovanile del Partito Comunista messo fuori legge in Ucraina. La storia del loro arresto, avvenuto il 2 marzo ma formalizzato solo quattro giorni dopo è nota, ma la loro persecuzione politica è iniziata molti anni prima. Coincide con l’Euromaidan, la decomunistizzazione e il consolidamento di forze neofasciste in Ucraina.

Per via della mancanza di luce e linea internet è stato impossibile effettuare un collegamento diretto, pertanto le domande sono state inviate in forma scritta e i due fratelli le hanno lette e risposto in video.

Mikhail e Aleksandr Kononovich, raccontate la vostra storia.

M: Siamo stati arrestati a marzo dal regime perché siamo comunisti e antifascisti. Eravamo a casa nel nostro appartamento, hanno fatto irruzione, hanno iniziato a lanciare granate assordanti, hanno iniziato a sparare. In un edificio residenziale!

In un palazzo di 9 piani, dove vivono bambini, persone, hanno iniziato a sparare con un Kalashnikov. Hanno fatto irruzione nel nostro appartamento e hanno iniziato a picchiarci. Sono entrati con il volto coperto, senza segni di identificazione. Pensavamo fossero fascisti, radicali di destra. E si è scoperto: questo è il nostro servizio di sicurezza.

Perché siete stati arrestati?

M: Siamo stati arrestati solo per il fatto di essere comunisti e antifascisti e per aver organizzato una protesta per la pace. Abbiamo manifestato per la pace vicino all’ambasciata degli Stati Uniti, vicino all’ufficio dell’UE a Kiev. Ecco perché siamo stati arrestati.

Prima di marzo 2023 siete stati vittime di aggressioni per la vostra attività politica?

M: Siamo sempre stati perseguitati dalle autorità. Il regime di Poroshenko e poi quello attuale hanno sempre perseguitato i comunisti. I nostri uffici del Comitato Antifascista del Partito Comunista (KPU) sono stati bruciati nei primi giorni del colpo di Stato del 2014. Siamo stati picchiati, io e mio fratello siamo stati vittime di 34 attacchi fisici. A me hanno ricucito la testa in quattro punti diversi.

Siamo stati picchiati e tutti questi fatti sono stati registrati dalla polizia, ma non c’è stata alcuna reazione da parte delle autorità. Le nostre famiglie sono state attaccate, i nostri figli sono stati attaccati, i nostri genitori sono stati attaccati, siamo stati sequestrati, ci hanno piantato un coltello nella mano. Tutto questo negli ultimi 8-9 anni. Siamo stati espulsi dall’ università, non siamo riusciti a finire gli studi, siamo stati licenziati dal lavoro, ci è stato proibito studiare e lavorare ovunque, eravamo costantemente perseguitati.

I nostri compagni sono stati uccisi, come Vadim Papura che aveva solo 17 anni. E’ stato ucciso a Odessa, è stato bruciato vivo. Centinaia di nostri compagni hanno passato la prigione. Questo è quello che è successo ai comunisti negli ultimi 9 anni e continua a peggiorare sempre di più.

Da quando i comunisti sono perseguitati in Ucraina?

M: Comunisti e antifascisti sono perseguitati dal 2014, anno del colpo di stato (in Ucraina, NdR).

Che tipo di trattamento avete subito in carcere?

M: Siamo stati trattati in diversi modi. Per 4 giorni, i primi 4 giorni dal momento dell’arresto, siamo rimasti nel seminterrato dei Servizi di Sicurezza Ucraini (SBU), dove siamo stati picchiati in modo selvaggio. Ci hanno rotto il naso e le costole. Siamo stati percossi.

Quando ho visto mio fratello per la prima volta, tre giorni dopo, nel corridoio, con gli occhi bendati, non l’ho riconosciuto: era completamente devastato, la sua faccia era una maschera di sangue. E poi lo portavano per le braccia, lui non riusciva a camminare.

Siamo stati lì per 4 giorni, poi ci hanno messo in un centro di custodia cautelare. Per una settimana non ci hanno dato nulla da mangiare, non ci è stato dato nulla. Dopo 20 giorni ho ricevuto, cioè i prigionieri mi hanno dato, un minuscolo pezzetto di sapone. Dopo 20 giorni, ho bevuto la mia prima tazza di tè caldo.

Hanno cercato di spezzarci in modi diversi. All’inizio siamo stati picchiati quasi a morte per farci firmare una dichiarazione di colpevolezza, ma non ha funzionato.

Poi ci hanno affamati e umiliati: non ha funzionato.

Poi ci hanno buttato in una cella con degli assassini. Ero in una cella per 12 persone, ma lì c’erano 20 persone. Dormivamo a turno perché non c’era posto. Nove assassini erano seduti lì, siamo stati messi in una cella con assassini in modo che i prigionieri si occupassero di noi. Volevano che venissimo uccisi lì. Ma i prigionieri si sono rivelati molto più nobili del regime ucraino e non lo hanno fatto.

Hanno cercato di spezzarci in modi diversi: siamo stati trasferiti da una cella all’altra 60 volte in 8 mesi, in modo da essere costantemente in movimento, soffrire, non dormire, muoverci. Siamo stati torturati, siamo stati torturati in prigione.

Ritenete che il vostro diritto alla difesa sia stato tutelato?

M: Non avevamo diritti e non li abbiamo adesso, non abbiamo mai avuto alcun diritto. Siamo stati arrestati senza testimoni. Siamo stati derubati: ci sono stati rubati soldi e altre cose e questi fatti non esistono negli archivi del caso. Secondo i documenti non siamo stati arrestati a casa, siamo stati arrestati nel centro di Kiev senza nulla addosso, nudi. Così è scritto nei documenti. Assurdo!

Sui documenti risulta che siamo stati arrestati il ​​29 febbraio 2022, ma febbraio ha solo 28 giorni! Non sono riusciti neanche a falsificare correttamente i documenti!

A: Le perquisizioni sono state effettuate senza la nostra partecipazione, senza un avvocato e senza testimoni. Ci hanno semplicemente confiscato le chiavi dell’appartamento e hanno frugato nelle nostre stanze.

M: E quando, dopo averci picchiati, siamo stati portati al centro di custodia cautelare, l’avvocato è venuto da noi, pensate, dopo 2 mesi. Per due mesi non ci hanno fatto incontrare nessuno, nemmeno gli avvocati e hanno esteso l’arresto non attraverso il tribunale, ma attraverso il pubblico ministero. Avevamo un aspetto talmente orribile che ci hanno tenuto nascosti, in modo che il mondo fosse all’oscuro dei loro crimini.

Com’è possibile che un detenuto sia rimasto senza avvocato per 2 mesi? Ecco tutti i nostri diritti. Che tutti sappiano quali “diritti” detengono i comunisti incarcerati in Ucraina.

A: Non solo l’avvocato, ma neanche un dottore.

Ci sono altri casi come il vostro in Ucraina?

M: Solo nel carcere di detenzione preventiva di Kiev sono più di cento. Lo sappiamo per certo, perché eravamo li con loro. Ci sono antifascisti, non solo comunisti, alcuni di etnia bielorussa, russa e di altre nazionalità. Fondamentalmente si tratta di internazionalisti e antifascisti, e ci sono più di cento di queste persone. In tutta l’Ucraina conosciamo migliaia di prigionieri come questi e centinaia di quelli che sono stati uccisi.

Qual è la vostra attuale situazione?

M: La nostra situazione è molto difficile adesso. Siamo stati in prigione per quasi un anno. Ora siamo agli arresti domiciliari 24 ore su 24 con i braccialetti. Quelli che ci hanno messo ai domiciliari hanno pensato a cosa dovremmo mangiare e bere, come dovremmo pagare l’appartamento, l’elettricità, il gas?

Non sono interessati a questo, vogliono umiliarci, vogliono vederci morire di fame, vogliono che li imploriamo e ci umiliamo. Vogliono farci strisciare in ginocchio e chiedere loro un aiuto, un pezzo di pane. Questo non accadrà mai!

Di quale sicurezza stiamo parlando? Uomini armati vengono da noi ogni giorno, ci umiliano e ci prendono in giro, perlustrano il nostro appartamento, guardano sotto i letti, rovistano tra le nostre mutande, controllano i telefoni cellulari. Questo succede sempre. Possono arrivare alle 4:00 o all’1:00 di notte, a loro non importa. Sono arrivati anche a Capodanno. E questo succede due, tre volte al giorno.

Immaginate: uomini armati, vengono sempre in sei. Potremmo essere uccisi in qualsiasi momento. Le luci vengono spente spesso a Kiev. In qualsiasi momento può arrivare qualcuno in auto e dal finestrino lanciarci una granata. Ecco questa è tutta la nostra sicurezza.

L’Europa dice di sostenere l’Ucraina per difendere la democrazia: qual è lo stato della democrazia in Ucraina?

M: Prima di tutto “democrazia” è una parola vuota, non esiste e non dovrebbe essere usata a sproposito. Questa parola ha perso il suo significato originario. Non c’è mai stata democrazia in Ucraina, proprio come negli Stati Uniti e in Europa.

Di che tipo di democrazia possiamo parlare, basta guardare alla Jugoslavia, all’Ucraina, questa è tutta la democrazia che il mondo occidentale ci offre.

La loro democrazia è umiliazione, morte e bombardamenti a tappeto. Purtroppo l’Europa è diventata una colonia degli Stati Uniti e non possiamo parlare di alcun tipo di democrazia, e c’è meno democrazia in Ucraina che nell’ISIS.

A: E il nostro esempio lo conferma.

Cosa sperate per il vostro futuro e per l’Ucraina?

M: Vediamo il futuro dell’Ucraina unicamente come internazionale, di buoni rapporti con tutti i vicini, senza nazismo, senza fascismo, in pace e armonia. Vogliamo vivere in pace e con i nostri vicini a ovest, a nord, a sud e ad est.

Vediamo uno Stato neutrale, uno Stato socialista. Tutte le forze di destra radicale devono andarsene dall’Ucraina e dobbiamo essere un Paese prospero e sovrano, uno Stato socialista democratico e sovrano. Il Partito Comunista svolgerà un ruolo decisivo nel futuro dell’Ucraina.

A: Il nostro destino è strettamente connesso con l’Ucraina, perché questa è la nostra Patria e faremo tutto ciò che è in nostro potere per garantire che diventi uno stato prospero, unito, democratico e indipendente.

M: Cari compagni, alla fine voglio rivolgermi a tutti i comunisti e antifascisti, internazionalisti e di sinistra d’Europa: è tempo per noi di ripristinare l’Internazionale e il Comintern. Solo insieme possiamo resistere all’imperialismo USA.

L’Europa, sfortunatamente, è diventata una colonia degli Stati Uniti, serva senza diritto di voto. Non dobbiamo lasciare che accada.

All’inizio sono venuti da noi e hanno distrutto i comunisti dell’Ucraina, domani verranno da voi in Italia, Spagna, Germania, Portogallo. E voi antifascisti d’Europa e comunisti vedrete il ritorno dei tempi bui di Franco, dei colonnelli neri in Grecia e del regime fascista in Portogallo.

Solo insieme possiamo farcela, con un nuovo Comintern e con la lotta all’imperialismo e al capitalismo.

pubblicato su Pressenza.com