mercoledì 11 maggio 2022

ARNESI DALLA BOTTEGA

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COLLANA — I LIBRI DI PRESSENZA

per gentile concessione dell'Editore pubblichiamo la   Nota dell’Autore    


Il volume raccoglie nove saggi pubblicati fra il 1986 e il 1993 dalla Rivista bimestrale di Cultura ed Arte - “Alla Bottega”, attiva a Milano dal 1963 e diretta dal suo fondatore Pino Lucano scomparso nell’estate del 1998. Non c’eravamo mai visti in presenza, ma in quegli anni abbiamo intrattenuto uno scambio proficuo di corrispondenza politica. Un intellettuale a tutto tondo che spaziava dall’arte alla letteratura (istituì il premio Aspera riservato alla poesia inedita), senza tralasciare i contributi sulle scienze sociali. Grazie a questa sua apertura culturale oltre ai tanti autori “politici” accolse anche me fra i collaboratori della sua creatura.

I saggi in questo libro sono stati impaginati seguendo l’ordine cronologico della loro uscita partendo dal n.3/86 al n.3/93. I numeri di mezzo corrispettivi intervallati sono: 2/87, 4/87, 2/88, 3/88, 1/89, 4/89, 5/92. Inoltre, abbiamo sostanzialmente mantenuto – in linea di massima – la stessa architettura strutturale dei testi originale, salvo la revisione necessaria per refusi e parti mancanti.

L’arco saggistico temporale di questo lavoro si colloca nell‘intermezzo degli anni sul finire della lunga stagione conflittuale iniziata in Italia nel ’68 (ed arenatasi dopo l’esplosione del movimento del ’77) fino alla completa affermazione sul piano planetario del paradigma neoliberista negli anni Novanta dello scorso secolo. Un periodo dominato dal sistema postfordista dell’accumulazione coll’imposizione della finanziarizzazione globalizzata e con la nascente rivoluzione informatizzata, affermatasi via via, in modo sempre più crescente, estendendo il suo comando mediante la ricomposizione del capitale dentro le piattaforme algoritmiche dei nostri giorni.

Su tutto ciò ci si interroga su due questioni fondamentali: questa fase ha generato quegli anticorpi antagonisti che nella breve storia del capitalismo si sono determinati nel corso dell’Otto-Novecento? La moltitudine del proletariato cognitivo sarà capace di Fare Comune della cooperazione sociale e sottrarsi alla forma matura della sussunzione vitale esercitata dalla razionalità sistemica dominante?

Questo il nocciolo che ben è riuscito ad evidenziare Antonio Sciarrino, il nostro giovane studioso ed attivista dei movimenti anticapitalistici del tempo presente, al quale abbiamo affidato la Prefazione del volume. Il tentativo di questi lavori, dichiaratamente immersi in quel filone di pensiero critico che è riuscito ad andare oltre l’operaismo, resistendo così all’implosione subita dal marxismo ortodosso otto-novecentesco, era quello di riuscire ad avanzare un’analisi della pars destruens della crisi della modernità. Ma nello stesso tempo cercando di dimostrare che tutte le ipotesi risolutive della crisi sistemica, in realtà, andavano semplicemente a tamponare la caduta: la crisi è divenuta la condizione stessa dalla razionalità capitalistica, strumento essenziale dell’adattamento alla lunga agonia secolare. Solo una ripresa del conflitto sociale può ricostruire i tasselli di una nuova pacifica razionalità comunitaria. Senza un nuovo movimento conflittuale prenderanno campo l’insostenibilità ecologica del modello produttivo della società dominante e le incontrollabili derive politiche bellicistiche in atto (verso cui sta scivolando la competizione globale fra stati per la conquista di posizioni di dominio nella scala gerarchica del potere imperiale), le quali non lasceranno in piedi né alcuna speranza di pace per la società contemporanea né alcun futuro per le generazioni a venire.


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