può una molteplicità decidere e agire politicamente? quale alternativa possibile affinché la molteplicità politica possa organizzarsi in un modo efficace senza dover ridurre la propria pluralità interna?
-Michael Hardt-
dalla classe alla moltitudine
dalla moltitudine alla classe apice uno (C’)
La storia del pensiero politico, o almeno la sua tradizione
dominante, ci insegna che solo l’uno, il sovrano, può decidere e agire
politicamente, sia questo il re, il concilio, il partito o il popolo. Tuttavia
i movimenti politici più ispiranti e potenti degli ultimi decenni hanno
insistito, al contrario, sulla loro molteplicità interna. Dal punto di vista di
questa tradizione dominante è possibile condannare questi movimenti: se
vogliono costituire una forza politica duratura ed efficace, allora dovrebbero
abbandonare la loro molteplicità e adottare, al suo posto, un soggetto
tradizionale e unificato attraverso, per esempio, dei meccanismi di
rappresentanza e delle strutture centralizzate decisionali.
Diversamente
l’obiettivo [corsivo NbBm] è di sviluppare una
concezione della classe che non rinvii solamente alla classe operaia ma che sia
in sé stessa una molteplicità, vale a dire una formazione politica che mantenga
le promesse della moltitudine.
È
per questo motivo che la classe – la «classe-moltitudine» – piuttosto che la
coalizione mi sembra un concetto più appropriato. È un concetto di classe che
non è solamente composto di una molteplicità, ma che articola inoltre dei
legami interni di solidarietà e un’intersezione tra le lotte, dove ciascuna di
esse riconosce che l’altra è «un capitolo della propria storia politica e
sociale» come dice Luxemburg. Ecco la sua modalità di articolazione, la sua
modalità di assemblea. Chiamiamo questo concetto trasformato di classe “classe
primo”: in questo modo, invece di classe-moltitudine-classe, il movimento che
provo a descrivere qui è quello di classe-moltitudine-classe apice uno: C-M-C’,
per indicare la trasformazione che avviene nel darsi stesso del processo.
Si
tratta questa di una prima risposta teorica alla mia domanda di partenza: una molteplicità
può agire politicamente? Si, lo può fare in quanto classe primo, in quanto
molteplicità articolata dall’interno verso una lotta contro il capitale, il
patriarcato, la supremazia bianca, e altre forme di dominazione. È vero, è una
risposta puramente formale, concettuale, ma è forse uno schema possibile per
pensare e portare avanti un simile progetto politico.
Tratto dalla traduzione italiana di Clara Mogno - C-M-C’: classe – moltitudine –
classe apice uno [dell’intervento di Michael Hardt del 28 febbraio
2019 all’Université Paris Diderot]