sabato 9 marzo 2019

DIRITTO ALLA CITTÀ: TEORIA POLITICA DELLO SPAZIO - [da Sonia Paone]

nuovi movimenti urbani 
crescita delle disuguaglianze 
diminuzione di opportunità
Siamo nell’epoca del pieno dispiegamento delle logiche della valorizzazione economica sui territori, sia nel contesto urbano che in quello rurale. Pensiamo ad esempio alle conseguenze della finanziarizzazione del mercato immobiliare: l’estensione dei meccanismi di finanziarizzazione al comparto immobiliare è alla origine delle difficoltà di abitare in molte città, perché si traduce nella impossibilità economica per fasce crescenti di popolazione di accedere sia all’affitto che alla proprietà
Il recente riemergere di alcune tematiche lefebvriane come quella del diritto alla città, attraverso il quale il filosofo francese si interrogava sul destino di tutti quei soggetti che le trasformazioni dell’urbano ponevano in una condizione precaria ai margini del mercato e dei consumi, non è privo di elementi contraddittori [cfr.A. Petrillo, La periferia nuova. Disuguaglianza, spazi, città, FrancoAngeli, Milano 2018].
Se da un lato il ‘ritorno del diritto alla città’ assume in molti contesti, come quello dei nuovi movimenti urbani, il senso di una forte critica e opposizione alle politiche urbane che favoriscono la crescita delle disuguaglianze e la diminuzione di opportunità per molti, nello stesso tempo oggi non c’è forum istituzionale, documento ufficiale, più o meno paludato convegno di studi urbani in cui non compare il riferimento al diritto alla città, che finisce con il diventare uno slogan privo di qualsiasi contenuto politico e critico.
Allora in questo gioco di eclissi, parziale riapparizione e fraintendimento del pensiero del filosofo francese, il lavoro di scavo che Francesco Biagi ha compiuto nell’opera di un autore complesso e a volte ostico, anche per uno stile di scrittura non sempre lineare, è meritorio. Il libro è infatti un viaggio nella costellazione del pensiero di Lefebvre che inizia in maniera molto pertinente ripercorrendo la biografia intellettuale dell’autore, le influenze e le prese di distanza, gli incontri e gli scontri con altrettanti importanti protagonisti del Novecento. Prosegue poi con una puntuale genealogia del lessico lefebvriano in cui l’analisi dell’urbano è fortemente saldata a quella del rurale, con la presentazione di quella che può essere considerata una teoria politica dello spazio e si conclude con la ricostruzione del dibattito che ha accompagnato il riemergere del diritto alla città e il significato che questo assume nell’epoca neoliberale.
Il testo, corredato da un prezioso apparato di note e da una robusta e utile bibliografia, riesce a delineare in maniera chiara e convincente il posto che spetta a Lefebvre nella storia della sociologia urbana e rurale del Novecento, nello stesso tempo si coglie un invito al recupero di una postura intellettuale, di uno sguardo capace di andare ai margini visto che oggi i dispositivi spaziali di mise à l’écart si stanno moltiplicando e stanno divenendo sempre più brutali.
dalla Prefazione di Sonia Paone,   Henri Lefebvre: una teoria critica dello spazio | Jaca Book, Milano, 2019
Immagine in apertura: Gabriele Basilico, Valencia, 2010