La rigenerazione del Leviatano
-Michele Ambrogio-
«Scienza e politica formano insieme la
"geistige Arbeit" – devono funzionare insieme. Non vi è Stato moderno
senza lavoro scientifico, senza rapporto con la Tecnica. E non vi è Tecnica se
non sia intrinseca allo Stato. Eppure anche qui si tratta di Due e non di Uno!
Ecco il politico di nuovo: che conosce l'essenzialità del lavoro scientifico e
in uno conserva l’autonomia delle proprie decisioni. La "politica al
comando" è altrettanto utopistica di una "scienza autonoma". Il
capitalismo è essenzialmente il sistema che le unifica nel loro stesso
contraddirsi»*.. Ma, allora, v’è ancora la possibilità di un’alternativa al sistema capitalistico?
Ho sempre letto con interesse i saggi di Cacciari, restando fermo però
all’insuperato Krisis, saggio sul pensiero negativo da Nietzsche a
Wittgenstein. A distanza di quasi 40 anni, ritrovo e comprendo meglio la mia
distanza dalla sua (quella di Cacciari) longeva attualità. Non mi riferisco
alla sua biografia (che pure la evoca, con il ritorno al PCI, il centauro e gli
arcipelaghi dell’esperienza di governo del territorio come sindaco di
Venezia...) ma ai suoi punti di riferimento. Costante in tutto il suo percorso
dopo Krisis (che mi rassegnò ad una scelta opposta alla sua) la formula di
un’autonomia del politico. Rispetto all’immanenza ed alla autonomia della
classe, Cacciari torna ancora a preferire la forma stato ed un partito,
riproponendo, ostinatamente e coerentemente, un ruolo di intellettuale
organico, tutto interno alla forma di riproduzione del capitale. Il suo
"eroe" - tragicamente - si dispone ad arrestare una inarrestabile
avanzata. Così: “Chi chiama il politico? Nessuno – la voce del silenzio – la
sua "voglia" di rispondere, cioè la sua responsabilità nei confronti
di una situazione che intende mutare. Oppure (e anche qui ecco il
"doppio") la sua volontà di potere – senza la quale non esiste
politico, comunque. Il "tipo" del politico che Weber propone si
distacca nettamente da ogni sfondo religioso”. Nella dichiarata identificazione con Weber, il
progetto e la missione della politica sono tenere un equilibrio, una guida -
improbabile ma necessaria - di fronte all’avanzata del caos, fascista, populista...
se aggiungessimo bolscevico saremmo con una cornice perfetta. Cacciari come
Weber. E proprio per salvare la terra, la patria, la democrazia, facciamo
rientrare dalla finestra quanto si era cacciato dalla porta principale:
“Partiti e Stato democratico costituivano un insieme inscindibile. Eppure
nient'affatto pacifico – poiché il partito (parte) tende naturalmente a farsi
Stato, e cioè a rovinare la democrazia. Bisognava mantenere il rapporto in una
"equilibrata tensione" – ecco di nuovo l'eroismo del vero politico!”.
Nella adesione all’ideologia del capitalismo postmoderno - che matura nella
Krisis - questa non sarebbe un’ideologia, ma la sua forma vuota, la più
pervasiva. Perché non c’è alternativa - nel Cacciari dopo Krisis - al fascismo
e al neoliberismo, se non il capitalismo, che non è più un’ideologia (in un
certo senso ha ragione) ma il sistema che si adatta alle sue trasformazioni,
garantendo il ciclo di accumulazione del profitto. Insomma, autonomia del
politico, ossia lo stato del capitale, non il pianificatore o moltiplicatore
delle socialdemocrazie, ma il capitalista collettivo che eroicamente sopravvive
alle casacche. Ad ogni sistema politico, il capitalismo è l’alternativa allo
stato puro. L'eroe, l'intellettuale, deve guidarlo con un gesuitico disinganno.
Perché alla fine non c'è salvezza, redenzione, utopia.
È l’autonomia della politica a tenersi così in piedi, con la persuasione di trattenere la sorte da “il destino di un mondo sociale totalmente amministrato e burocratizzato ...” che sarebbe altrimenti il “futuro dell’Occidente”. Il politico di Cacciari invero non frena l’avvento dell’Anticristo, non mantiene un’equilibrata tensione che preserva dal baratro. Al contrario, a mio modesto avviso, rigenera e agita il mostro, da cui afferma di difendenderci, mantenendo in soggezione permanente l’autonomia del sociale. Nel nuovo millennio, fosse questa l'ultima spiaggia dell'intellettuale engagé? Banalmente, per contro, penso ancora che un’alternativa al sistema capitalistico sia per lo meno possibile, e l’autonomia della politica - oggi come nel '77 - ha proprio il compito di fermarla. Meglio di niente, direbbe un Cacciari analfabeta, se dobbiamo difendere il mondo dalla barbarie. Ma meglio di niente è meno che zero, e lo dico rileggendo il suo Krisis.
* M.Cacciari, intervista rilasciata a doppiozero
È l’autonomia della politica a tenersi così in piedi, con la persuasione di trattenere la sorte da “il destino di un mondo sociale totalmente amministrato e burocratizzato ...” che sarebbe altrimenti il “futuro dell’Occidente”. Il politico di Cacciari invero non frena l’avvento dell’Anticristo, non mantiene un’equilibrata tensione che preserva dal baratro. Al contrario, a mio modesto avviso, rigenera e agita il mostro, da cui afferma di difendenderci, mantenendo in soggezione permanente l’autonomia del sociale. Nel nuovo millennio, fosse questa l'ultima spiaggia dell'intellettuale engagé? Banalmente, per contro, penso ancora che un’alternativa al sistema capitalistico sia per lo meno possibile, e l’autonomia della politica - oggi come nel '77 - ha proprio il compito di fermarla. Meglio di niente, direbbe un Cacciari analfabeta, se dobbiamo difendere il mondo dalla barbarie. Ma meglio di niente è meno che zero, e lo dico rileggendo il suo Krisis.
* M.Cacciari, intervista rilasciata a doppiozero