lunedì 24 febbraio 2020

A/TRAVERSO: LA NASCITA DEL «MAODADAISMO»

-NbBm-

 QUANDO MAO TSE TUNG DIVENNE 

 UN SIMBOLO POP 


 partendo dal situazionismo di Guy Debord , declinato in  
pratica-rivoluzionaria-scrittoria,  
e volgendo lo sguardo a Majakoskij , il  gruppo della  rivista A\Traverso nel 1977  produsse il 

ControManifesto del maodadaismo 


 letto al Convegno della  
Cooperativa  scrittori 

decisero di spogliarsi, di segnarsi il  viso e  
  il corpo, 
come  selvaggi in  
 una cerimonia iniziatica, 
 di dimenticare la grammatica e la sintassi, 
di anagrammare le parole sconosciute, 
di parlare in versi, 
di regredire al livello più  lontano del passato 
di immaginare gli scenari più avanzati del futuro,
di riprovare a reinventarsi tutti i linguaggi del mondo, perché tutti i linguaggi     del mondo avevano già fallito  



Diciamo DADA e intendiamo la nostra collocazione altrove. 
Oggi – fuori di qui – nella vita entusiasmante del proletariato giovanile mobile, della classe operaia in lotta, delle donne e dei gay che sperimentano forme di vita non sessista e non competitiva, 
dichiariamo la nascita del MAO-DADAISMO, una pratica della scrittura non separata, ma trasversale, capace di ricomporre gli ordini dell’esistenza. 
Oltre la politica del compromesso, 
oltre la cultura del compromesso, fatte per riprodurre e giustificare il dominio del capitale sul tempo di vita, dichiariamo la nascita del TRASVERSALISMO, forma teorica che interpreta il percorso pratico della scrittura-creatività-sovversione.
I nuovi scrittori sono dentro il proletariato giovanile mobile, fra i gay, fra le donne, fra gli operai assenteisti, fra i rivoluzionari, fra i lavoratori intellettuali che affrettano la fine della società fondata sulla miseria e sul lavoro. 
Dissolutezza sfrenatezza festa. 
Questo è il livello a cui è attestato il comportamento dei giovani, degli operai, degli studenti, delle donne. 
E se per i burocrati questa non è politica, ebbene, è la nostra politica, magari la chiameremo in un altro modo. 
Appropriazione e liberazione del corpo, trasformazione collettiva dei rapporti interpersonali sono il modo in cui oggi ricostruiamo un progetto contro il lavoro di fabbrica, contro qualsiasi ordine fondato sulla prestazione o sullo sfruttamento.








Per l’approfondimento si rinvia al volume di 
Luca Chiurchiù "A/traverso, la rivoluzione è finita abbiamo vinto"  
edito da DeriveApprodi