APPELLO DI SOLIDARIETÀ PER LAVINIA FLAVIA CASSARO
-La campagna di linciaggio massmediatico dell’insegnante, e le successive puntuali dichiarazioni di diversi esponenti politici, sono perfettamente connesse con le recenti politiche basate sull’ossessione per la sicurezza e il decoro, di cui è espressione emblematica il Decreto Minniti
A Torino, pochi giorni fa, la polizia ha pesantemente caricato con idranti una manifestazione antifascista. Alcune riprese video hanno inquadrato un’insegnante che gridava davanti alle forze dell’ordine: la sua immagine, accortamente selezionata e decontestualizzata, è stata catapultata nello spazio virtuale, fatta oggetto di insulti, incitamento alla gogna e strumentalizzazioni politico-elettoralistiche, nonché di sanzioni disciplinari e forse penali in via di definizione.
A Torino, pochi giorni fa, la polizia ha pesantemente caricato con idranti una manifestazione antifascista. Alcune riprese video hanno inquadrato un’insegnante che gridava davanti alle forze dell’ordine: la sua immagine, accortamente selezionata e decontestualizzata, è stata catapultata nello spazio virtuale, fatta oggetto di insulti, incitamento alla gogna e strumentalizzazioni politico-elettoralistiche, nonché di sanzioni disciplinari e forse penali in via di definizione.
L’obiettivo
politico, alle soglie di una vigilia elettorale esasperata e imbarbarita, è fin
troppo semplice: provare a neutralizzare quell’ampio spazio di mobilitazioni
democratiche che, lontane dall’ostruzionismo governativo nei confronti del
corteo di Macerata e dalle retoriche false e liturgiche che l’hanno seguito,
hanno dato nuova vitalità all’antifascismo non istituzionale come pratica
concreta dell’antirazzismo e dell’antisessismo grazie in primo luogo al nuovo
protagonismo delle soggettività dei migranti e delle donne.
La
campagna di linciaggio massmediatico dell’insegnante, e le successive puntuali
dichiarazioni di diversi esponenti politici, sono perfettamente connesse con le
recenti politiche basate sull’ossessione per la sicurezza e il decoro, di cui è
espressione emblematica il Decreto Minniti: un decreto, che ha puntellato le
città di dispositivi normativi funzionali al controllo e alla repressione delle
condizioni di vita più disagiate e dei comportamenti sociali giudicati non
conformi, lasciando spazio alle più sfacciate espressioni dell’estremismo di
centro-destra. Si tratta di un dispositivo con tutta evidenza
indisponibile ad “abbassare i toni” di odio ringhioso nei confronti dei capri
espiatori da sacrificare alla crescente sofferenza sociale prodotta da una
crisi economica e finanziaria senza credibili vie d’uscita.
Così,
il marginale episodio di intemperanza verbale contro il dispositivo di polizia
schierato a difesa dell’assembramento di un piccolo gruppo di nazifascisti
(peraltro, teoricamente vietato dalla legge penale 645/1952 e dalla
Costituzione) è stato immediatamente amplificato e interpretato
all’interno di una logica e di una retorica sessiste che tendono a promuovere
un’idea docile e normalizzata delle donne nello spazio pubblico. E a propugnare
il disciplinamento della professione di insegnante con l’intento non tanto
sottaciuto di conformare il ruolo della cultura e della scuola pubblica ai
nefasti principi totalitari dello “stato etico”, restituendo un’immagine tutta
ideologica del corpo insegnante da assoggettare a controllo “morale” anche
fuori dal suo contesto professionale e lavorativo, in quanto suddito della
legalità vigente e di uno Stato che lo vuole svincolato da ogni definizione
contrattuale del suo lavoro. Il compito delle e degli insegnanti dovrebbe avere
perciò sempre meno a che fare con la formazione culturale e la costruzione di
una cittadinanza attiva e ridursi al dovere di vigilanza sulla riproduzione
della futura forza-lavoro, da addomesticare alla precarietà e al ricatto
dettati dalla gestione neoliberale della crisi economica.
Perciò
siamo convinti che in questo momento sia necessario denunciare con forza le
retoriche e le politiche che stanno producendo indagini penali e sanzioni
disciplinari, e lanciamo questo appello di solidarietà per Lavinia Flavia
Cassaro con la convinzione che il suo caso sia paradigmatico di un attacco alla
libertà di tutte e tutti e alla democrazia. Chiediamo pertanto, alle
istituzione scolastiche che stanno procedendo contro Lavinia, di sospendere
tali iniziative in quanto lesive della sua dignità e dei suoi diritti,
riconoscendo che il ruolo di insegnanti non può essere ridotto a quello di
chierici moralizzatori, né essere sottoposto alle necessità della propaganda
elettorale, del controllo politico e degli inconfessabili interessi cui accetta
di assoggettarsi il sistema dei media.
Le
firme delle persone aderenti all’appello inizieranno ad essere pubblicate nelle
prossime ore.
Per sottoscrivere il testo è possibile scrivere un’email a:francopalazzi93@gmail.com
Per sottoscrivere il testo è possibile scrivere un’email a:francopalazzi93@gmail.com