giovedì 28 marzo 2013

Newsletter n.10

RASSEGNA MENSILE

Marco Dotti intervista Marco Revelli
come non possiamo illuderci che a Mirafiori tornino a lavorare cinquantamila operai, così non possiamo pensare che tornino i grandi partiti di massa. I partiti erano grandi fabbriche del consenso. Queste fabbriche non funzionano più, così come non funzionerebbero più le vecchie fabbriche di automobili. Dobbiamo cercare di capire come si riassesta la politica dopo questa mutazione genetica dei suoi protagonisti e dei suoi soggetti

di Sergio Labate
Gli occhiali che ci impedivano di vedere la società si sono finalmente rotti, frantumati nello sconquasso della crisi. Dobbiamo in fretta procurarcene degli altri, ma non per essere più belli, semplicemente per tornare davvero a guardare il mondo per come esso è, senza più difetti di interpretazione

di Emiliano Brancaccio
nella crisi di Cipro la Bce si è resa protagonista di un’ingerenza politica senza precedenti, che potrebbe dare avvio a un processo di ristrutturazione bancaria di tipo “darwiniano”. se così fosse, i paesi periferici dell’unione potrebbero vedersi costretti ad abbandonare la moneta unica per mantenere il controllo sui capitali bancari


di Francesco Raparelli
La radice anti-proprietaria della regola francescana è oggi rimossa. Riscoprire la bellezza della povertà, togliendo al povero la sua potenza, l'uso comune di ciò che è comune, significa riservare alla generazione perduta, oltre al danno, la beffa. La moralità pubblica e le ideologie della decrescita sono il puntello politico-culturale di questa violenta operazione

di Gianluca Carmosino 
se si riduce la durata del tempo quotidiano che si spende nella produzione di beni aumenta il tempo disponibile da dedicare alle relazioni, alle attività creative e alla conoscenza, all’autoproduzione di beni e allo scambio di servizi, all’arte o alla lotta, insomma alla vita

di Daniela Patrucco
le battaglie a tutela della salute nei posti di lavoro e nella vita quotidiana dei cittadini contro i costi economici, ambientali, sociali indotti dall’impiego del carbone per la produzione di energia elettrica

di Cristina Morini
Francesco e Laura, ognuno per le competenze assegnate dal ruolo, ci promettono un cammino nel buio, oltre la siepe. E noi? Che cosa abbiamo da guadagnare da questo sempre più assurdo, ingiusto e pericoloso “patriottismo sociale”?

di Claudio Conti
I "tecnici" stanno forse per mollare il timone della nave, ma lasciano le indicazioni su cosa fare. Certi che la politica dei tagli non potrà essere abbandonata dai successori. "Lo vuole l'Europa"

di Andrea Baranes
Cipro “spaventa i mercati”, “affonda le borse” e “fa volare lo spread”. Per un piano di aiuti da 10 miliardi di euro, lo 0,07% del Pil europeo. Noccioline rispetto a quanto versato da governi e istituzioni pubbliche per salvare le banche – senza condizioni e senza chiedere nulla in cambio. È davvero pensabile che sia la minuscola economia cipriota a mettere in crisi finanza e mercati?

di Andrea Fumagalli/Cristina Morini
si è scritto che la governance economica finanziaria, sia a livello europeo che nord-americana, sia rimasta delusa dall’esito elettorale. Da più parti si è gridato all’emergenza della ”ingovernabilità”. In realtà, non si può parlare di emergenza, ma di una conferma di quanto si è già verificato: la conferma dell’impossibilità di una governance tutta politico-istituzionale della crisi


di Giulio Marcon/Mario Pianta
Quattro fatti: il successo del M5S, la tenuta di Berlusconi, la battuta d’arresto del centro sinistra e l’incapacità dei movimenti di intercettare la protesta. Tre soluzioni: riscoprire che succede nel paese, concordare le politiche del cambiamento, fare un governo con l’accordo tra Pd, Sel e M5S

di Lanfranco Caminiti
dove andrà questo bene banale, questo luogocomunismo? Potrebbe magari diventare un «laboratorio politico», un esperimento sociale e istituzionale importante. O deformarsi in un orrore o sgonfiarsi lentamente

di Toni Casano
il successo elettorale del movimento grillino non ha abbracciato soltanto il segmento sociale generazionale – i precari di prima generazione tra i 25 e i 40 anni- , bensì ha coagulato attorno ad esso un insieme di segmenti trasversali colpiti dalle politiche recessive imposte dalla troika, perlopiù rappresentativi di un ceto medio ormai declassato o in via di impoverimento