Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati Sassari
“Finalmente” si riesce a chiudere le biblioteche scolastiche, trasferendo i lavoratori–ex docenti in altre amministrazioni.
Chi di noi avrà la salute, la forza, la voglia di riconvertirsi? Dove? Come?
Ci ascolterete prima di ricollocarci, o ci ritroveremo, con una lettera tra le mani, trasferiti in chissà quale città o ufficio?
Leggiamo nei resoconti sindacali che tra qualche giorno i funzionari del MEF e del MIUR decideranno la sorte di molti di noi. Un’operazione che si è tentata da anni con tutti i governi e che adesso sta, purtroppo, finalmente riuscendo.
Per favore niente pietismo… niente solidarietà ex post, state facendo una brutta operazione non solo dal punto di vista umano, ma anche dal punto di vista simbolico e di economia culturale.
La scuola che dovrebbe educare alla tolleranza, alla tutela delle diversità, delle competenze, delle diversità cognitive, degli allievi, non riesce a tollerare, 4.000 docenti ex–docenti che hanno avuto problemi di salute e per cui era difficile stare in classe ma che hanno altre competenze, che per anni si sono occupati di biblioteche!
E’ così difficile permettere che restino a lavorare nelle scuole? Che esempio per i ragazzi!
Voi tecnici e voi politici parlate di meritocrazia, di efficienza, ma avete mai fatto un indagine seria, per sapere se le biblioteche scolastiche funzionano? Per conoscere il livello di gradimento, dei ragazzi, delle famiglie dei colleghi e dei Dirigenti Scolastici?
Pensate seriamente, che in un momento come questo di passaggio dal cartaceo al digitale, sia uno spreco avere delle persone che stanno 36 ore in mezzo ai libri, ai computer… con i ragazzi e che se anche non fanno una lezione frontale, vivono nella scuola e per la scuola?
Non dite che vi interessa che i ragazzi leggano, che i ragazzi devono leggere!
Queste affermazioni diventano frasi un pò offensive nei nostri confronti, dato che per anni abbiamo cercato, spesso riuscendoci, di educare i ragazzi a tale attività.
Ora ci troviamo a dover chiudere le librerie, far rientrare i libri in prestito, rifare gli inventari, interrompere la programmazione e le altre iniziative.
Recentemente un sottosegretario, fornendo l’unica risposta governativa ad un’interrogazione parlamentare attinente alla nostra situazione, ha affermato che molti di noi, lavorano nelle segreterie scolastiche. Ma chi lo ha informato cosi male?
La scelta di passaggio come assistenti amministrativi è il frutto di un ricatto, reso ancora più brutto perchè adottato nei confronti di persone con problemi di salute ma che di fatto sono utilizzate, seppur in altri compiti.
Dite di voler salvare la lettura nelle scuole: come pensate di farlo???
Vorremmo almeno una volta incontrarvi, Ministro ed i Sottosegretari per salutarvi e per farci spiegare perchè non è stato possibile salvare il nostro posto di lavoro.
Non è stato possibile vederci e confrontarci, malgrado le nostre ripetute richieste. Forse temete che, incontrandoci, potreste avvertire un senso di disagio nel constatare che siamo delle persone “reali” e non dei meri numeri?
Temete di ascoltare delle belle storie di lavoro CULTURALE, di migliaia di libri prestati, di iniziative culturali produttive e divertenti? Ma… forse il termine divertente esula dal linguaggio tecnico?
Nel Medioevo i vecchi “signori” erano soliti incontrare i sudditi e talvolta, ascoltandoli, rivedevano le azioni da compiere.
Oggi voi ministri siete delle “istituzioni”, inavvicinabili, almeno per noi… Per voi “tecnici” ciò che sfugge, come nel nostro caso, alla regolarizzazione, all’inquadramento, DEVE essere “riconvertito” o eliminato dalla comunità scolastica.
Probabilmente, riuscirete a chiudere le Biblioteche scolastiche, ma sappiate che noi Docenti Utilizzati, lotteremo sino all’ultimo respiro per impedirvelo e non smetteremo di far sentire la nostra voce.
Forse assumerete del personale estraneo alla comunità scolastica per gestirle…
Consentiteci di dire, con rabbia e delusione: che brutto inizio per la “Nuova Scuola” del “governo tecnico” e per questa povera Italia!
lettera de il manifesto
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