-Nessuna
persona è illegale-
SI TORNA IN PIAZZA CONTRO FRONTIERE E SFRUTTAMENTO- al fianco dei rifugiati in lotta per un’accoglienza degna, dei lavoratori migranti che chiedono rispetto, degli occupanti di case, degli spazi sociali e delle associazioni antirazziste
ROMA, 16 DICEMBRE, PIAZZA DELLA REPUBBLICA (h. 14,00 )
Dove
sono finiti i profughi
sgomberati da Piazza Indipendenza? Che ne è stato delle famiglie
accampate nella basilica di Santi Apostoli? Che risultati ha prodotto l’accordo
del ministro Minniti con la Libia sul controllo della rotta
migratoria africana? Cosa è successo rispetto alle questioni legate
all’accoglienza e al diritto all’abitare? Che misure sono state adottate contro
l’aumentare delle disuguaglianze economiche nel nostro Paese? Cosa sta accadendo
in queste settimane al di là del Mediterraneo?
Dopo
un’estate caratterizzata dalle politiche repressive messe in atto a vari
livelli, nulla è cambiato in senso positivo. Anzi, la situazione è peggiorata
ancora, con nuovi e quotidiani episodi di razzismo, con le immagini del mercato
degli schiavie dei lager libici, con la mancata approvazione
dello Ius
Soli e con l’ulteriore avanzata di forze razziste e fasciste in
Europa, dall’Austria alla Polonia.
In
Italia, a partire dalla conversione in legge dei decreti Minniti-Orlando sulla
pubblica sicurezza e sull’immigrazione, la “guerra ai poveri” ha subito
un’escalation continua, un accanimento violento che mira a distruggere il
tessuto sociale delle città e dei territori. Questi provvedimenti, inseriti in
una strategia che traduce le problematiche sociali in questioni di ordine
pubblico, mettono di fatto fuori legge chi si trova in condizioni di indigenza.
Condizioni che, tra l’altro, sono prodotte dalle stesse istituzioni, attraverso
le politiche europee di austerity, i tagli al welfare e la riduzione
generalizzata e continua dei diritti sociali.
Nel
frattempo, chi prova ad opporsi alla desertificazione sociale e alla
cancellazioni dei diritti – animando vertenze e conflitti sui posti di lavoro e
nei centri d’accoglienza, lungo le frontiere e dentro le città, così come
creando percorsi di solidarietà e mutualismo dal basso -, viene perseguitato e
criminalizzato. Daspo urbani, fogli di via, licenziamenti politici, denunce e
accuse per reati di opinione si sono moltiplicati negli ultimi mesi.
Tutto
questo, però, non fa che aumentare il nostro desiderio di lottare, la
determinazione a combattere ogni frontiera, sociale o geografica, la volontà di
opporci a misure discriminatorie e liberticide che producono povertà ed
esclusione. Non resteremo fermi di fronte al ritorno dell’orrore dello
schiavismo, né di quello dei campi. Non staremo a guardare governi che lasciano
morire le persone in mare, mentre costruiscono ghetti per chi riesce a
raggiungere le coste europee. Non tollereremo ancora le provocazioni fasciste e
razziste contro le persone nate altrove o contro gli italiani con la pelle di
altri colori.
Anche
per questo, sabato 16 dicembre scenderemo in piazza per la manifestazione
Diritti Senza Confini. Al fianco dei rifugiati che hanno vinto la
battaglia contro il mega ghetto di Conetta, dei lavoratori migranti che da
Rosarno a Foggia, da Latina a Torino sono costretti a vivere in condizioni
indegne e che stanno conducendo battaglie dure e determinate, insieme ad
associazioni di migranti e a collettivi antirazzisti, con gli spazi sociali, le
occupazioni abitative e le esperienze di solidarietà dal basso.
Dopo
il corteo
meticcio del 21 ottobre scorso, il percorso “No one is illegal” torna
nelle strade a fianco di chi pensa che sia necessario, soprattutto in questa
fase, alimentare un terreno comune di lotta contro frontiere e sfruttamento.
Vogliamo
politiche sociali che non guardino alla provenienza geografica, ma alle
condizioni materiali di difficoltà economica. Vogliamo canali sicuri di arrivo
in Europa. Vogliamo la garanzia dei diritti sociali per tutte le persone che
abitano nel nostro Paese. Rifiutiamo qualsiasi forma di ghettizzazione, nelle
baraccapoli informali nate nelle campagne o in quelle istituzionali progettate
nelle città (come a Roma, con le baracche
IKEA nella sede della Croce Rossa finanziate dal Comune).
Rifiutiamo le leggi che legalizzano lo sfruttamento e rendono illegali gli
esseri umani. Rifiutiamo la vergogna degli accordi in Libia, il finanziamento
con soldi pubblici di milizie implicate nel traffico e nella vendita di essere
umani e di lager in cui le persone vengono recluse, torturate, stuprate.
Rifiutiamo
anche la proposta del governo italiano, attraverso un bando per ONG, di scaricare
sul terzo settore le vergogne prodotte dalla politica e di coprire con
un’operazione di facciata un affare sporco che parla di nuove forme di
schiavismo, violenze, detenzioni arbitrarie e ricatti nei confronti dei
migranti intrappolati al di là del Mediterraneo.
Nessuna
frontiera, nessuna persona è illegale.
Dinamopress.it