martedì 29 gennaio 2013

newsletter n.3/4 - rassegna (bi)settimanale

SELEZIONE
a cura della Redazione

di Toni Casano
In questi giorni è stato celebrato il decennale della scomparsa di Gianni Agnelli, al quale, data la rilevanza della caratura storica del Presidente-FIAT, è stato dedicato un doveroso ampio spazio mediatico. L’immancabile “Porta a Porta” per esempio, pur in presenza dell’incalzante campagna elettorale, ha giustamente offerto il suo tributo. Viceversa in pochi, soprattutto a sinistra (e non solo la stampa ad essa vicina) si sono ricordati che poco prima ricorreva il decennale della morte di Claudio Sabattini, storico combattivo sindacalista dei “meccanici” FIOM. Forse troppo impegnati nel certame elettoralistico? O perché troppo scomodo richiamarsi ad una intellettualità critica difficilmente omologabile alle logiche della governamentalità?


di Fondazione “Claudio Sabattini”
“siamo di fronte all’esaurimento della politica sindacale fin qui svolta e alla necessità di una nuova proposta strategica. La linea dello scambio, inaugurata all’Eur nel ’77, non ha più alcun spazio, per la semplice ragione che non abbiamo più nulla da scambiare. È necessario allora avere il coraggio di una innovazione radicale nell’analisi e nella proposta”. il sindacato deve rifondarsi come un’organizzazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici, qualunque sia il loro status contrattuale, cercando quindi un’estensione della sua rappresentatività

di Ernesto Screpanti
Una teoria “marxista” della giustizia incontra grandi difficoltà a criticare il capitalismo. Per questo bisogna fuoriuscirne cercando di porre la libertà a fondamento della giustizia. In questo modo, si evita anche il rischio di un governo universale della ragione imposto forzosamente

di Stefano Petrucciani
Prima di lui la critica sociale si reggeva principalmente su un impianto moralistico. Ecco perché Marx ha segnato un progresso enorme nel pensiero cui fanno riferimento le classi subalterne. Ma questo progresso nasconde anche un lato meno positivo: esso occulta il problema della giustificazione, dell’ancoraggio razionale o valoriale della critica e del conflitto

di Benedetto Vecchi
Il governo tecnico del professor Monti è la traduzione italiana di quel mutamento autoritario del sistema politico che vede la cancellazione dell’equilibrio tra il potere giudiziario, legislativo e esecutivo che ha caratterizzato, nel bene e nel male, la democrazia del lungo secolo alle nostre spalle. Antonio Gramsci avrebbe parlato di rivoluzione passiva. Più prosaicamente quello che si è consumato è l’adeguamento della forma Stato alla vocazione globale del capitalismo contemporaneo che ha nella finanza una forma inedita di governance dell’accumulazione di capitale

A sarà düra! Storie di vita e di militanza no tav*

di Centro sociale Askatasuna
Da oltre un decennio, pressoché l’intera comunità della Val di Susa è mobilitata per impedire la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità. In contrapposizione a media, partiti politici, forze dell’ordine e magistratura, un grande movimento di massa non cessa di crescere e, iniziativa dopo iniziativa, consolida la consapevolezza di poter vincere

di Maurizio Lazzarato
L’ordoliberalismo è sicuramente una delle innovazioni politiche principali che stanno all’origine della costruzione delle istituzioni europee. La logica della governamentalità europea sembra costruita sul modello ordoliberale. Il suo metodo di far emergere lo “Stato” dall’“economia” è applicato quasi alla lettera. È questa la ragione per cui si può affermare che l’euro è una moneta tedesca. Essa è l’espressione della potenza economica tedesca, ma occorre anche sottolineare che la potenza economica è inseparabile dalla riconfigurazione dello Stato come “Stato economico”, come “Stato sociale”

Chi paga la crisi e chi ci guadagna

di Luigi Pandolfi
La campagna elettorale sta entrando nel vivo, ma, com’era facile prevedere, visti gli attori in campo, i temi veri, quelli che afferiscono al futuro del paese ed alla sua capacità di vincere le sfide che ha davanti, rimangono inspiegabilmente sullo sfondo. E tra i temi veri, vale la pena ricordarlo, c’è quello che riguarda i nostri impegni con l’Unione europea e le sue strutture tecnico-finanziarie. Insieme a quello, correlato, della compatibilità del nostro diritto al futuro con le scelte finora compiute sul terreno della costruzione dell’Europa monetaria