lunedì 3 luglio 2017

movimenti/ LE NUOVE SFIDE DEL SINDACALISMO SOCIALE

  - CLAP -

si è tenuta a roma (23-24 giugno) presso esc atelier autogestito l’assemblea nazionale delle clap -camere del lavoro autonomo e precario
/due gli assi fondamentali del confronto incentrato sul sindacalismo sociale: il bilancio sulle vertenze clap 
-sanità, terzo settore, servizi e cultura- e la proposta sul reddito di base

/al dibattito sono intervenuti rappresentanti del sindacalismo di base (cobas, cub, usb) ed altri soggetti espressione delle realtà territoriali e della ricerca militante: acrobax -roma, aut aut 357 -genova, basic income network -bin, coalizione 27 febbraio, communia -roma, exploit -pisa, infosex -roma, smaschieramenti -bologna, tpo -bologna, tutta mia la città -taranto,ʃconnessioni precarie -bologna

[pubblichiamo il resoconto sull’assise nazionale e il documento di convocazione]

BREVI CONSIDERAZIONI
Organizzare gli “inorganizzabili”, tutelare chi di tutele non ha mai vista neanche l’ombra, ricomporre le figure del lavoro polverizzato e diviso, conquistare e consolidare diritti ai tempi del Jobs Act. Le sfide poste dal sindacalismo sociale sono allo stesso tempo avvincenti e complesse.
Il 23 e il 24 giugno, a ormai quattro anni dalla nostra nascita, abbiamo provato a costruire un evento che fosse momento di confronto con lavoratrici e lavoratori, attivisti e attiviste per discutere le forme organizzative di cui ci siamo dotati e ci doteremo, e i temi da mettere al centro nei percorsi di lotta. Brevemente consegniamo a tutte e tutti alcune, brevi, considerazioni in merito.
Il pomeriggio di venerdì 23 giugno è stata occasione preziosa per discutere con le lavoratrici e i lavoratori che abbiamo incontrato in questi 4 anni. Vertenze vinte, vertenze aperte, partite Iva e singoli lavoratori, collettivi e gruppi di lavoratori auto-organizzati che con noi hanno avuto la voglia di confrontarsi. Dalla vertenze sulla Sanità ai lavoratori dell’Accoglienza, dalla Logistica ai lavoratori dello Spettacolo, passando per i lavoratori dei Beni Culturali e degli enti per le Politiche Attive sul lavoro, la varietà della discussione ha rappresentato la sua ricchezza, fuor di retorica. Una discussione vera, intensa, appassionante, sui temi. Poteva essere una carrellata di storie diverse, una semplice giustapposizione, un indice analitico del lavoro sfruttato. È stata molto, molto di più: ci ha riconsegnato la voglia e la determinazione di essere comunità resistente, di incidere sul posto di lavoro, di prendersi cura, soggettivamente e collettivamente, di un’esperienza giovane e con i suoi limiti (inevitabili), ma combattiva, unita, tenace, sempre pronta a sperimentarsi su nuovi terreni, come sono state le CLAP in questi pochi anni di vita.
Il sabato ci siamo dedicati a un confronto schietto e ancora tutto da sviluppare sulla necessità di tornare a mettere al centro la rivendicazione di un Reddito di base, universale e incondizionato, in una fase un cui cresce a dismisura la povertà, il welfare viene smantellato e privatizzato, le condizioni salariali e i diritti sono vittime di un deterioramento continuo. Altrettanto fondamentale, è stato detto nella discussione, è però portare avanti le battaglie del sindacalismo sociale contro il lavoro gratuito, per un salario minimo e un permesso di soggiorno slegato dal contratto, lottare per una fiscalità progressiva, organizzarsi nei territori e nei posti di lavoro. Senza tenere insieme questi aspetti non esiste conquista di un reddito di base realmente in grado di trasformare le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori.
Consolidare il sostegno tra le vertenze, estendere l’esperienza, portare a casa risultati passo dopo passo, creare esperimenti di mutualismo e solidarietà, aprire percorsi conto il lavoro gratuito e sostenere una campagna per il Reddito di base: così possiamo riassumere brevemente quello che oltre un centinaio di lavoratrici e lavoratori hanno elaborato insieme in assemblea.
A loro, e a tutti le attiviste e gli attivisti intervenute/i, va il nostro sincero ringraziamento. Ci hanno dimostrato che è ancora possibile alzare la testa, anche durante una delle più grandi offensive ai diritti (sul lavoro e non solo) che il paese ricordi, compiuta in nome dell’austerità e col benestare delle organizzazioni sindacali confederali.
«Un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti»

DOCUMENTO DI CONVOCAZIONE-CLAP
Camere del Lavoro Autonomo e Precario. Sono passati quattro anni da quando abbiamo lanciato la sfida: una sfida collettiva, irrinunciabile, in continua trasformazione.
Collettiva, perché fin dal primo momento si è composta delle energie di tante e tanti che, a partire da storie diverse, si stavano ponendo lo stesso interrogativo: come dotarsi di strumenti in grado di rispondere all’attacco che, senza freni e frontiere, viene sferrato contro lavoratrici e lavoratori? Come costruire un sindacato di nuova specie capace di sottrarre alla solitudine tutti coloro che vengono da troppo tempo ritenuti non organizzabili, cancellati dalle mappe di tutte quelle organizzazioni pachidermiche che avrebbero dovuto difenderli e rappresentarli?
Irrinunciabile, perché la precarietà non è più – se mai lo è stata – un tratto atipico o marginale del mercato del lavoro. Perché da elemento distintivo di un paio di generazioni, la precarietà si è trasformata nella realtà quotidiana di milioni di donne e di uomini, sempre in lotta per trovare un occupazione o per difendere diritti e salario, per sopravvivere nel mezzo di ciò che somiglia a un gioco a premi in cui perdono sempre i più deboli. Donne e uomini sempre in bilico per strappare un briciolo di welfare e dignità. Precarietà che vale anche, e sempre di più, per il lavoro autonomo di nuovissima generazione: centinaia di migliaia di professionisti, ordinisti e non, che faticano ad arrivare a fine mese, e che, spesso, non hanno tutela alcuna. Precarietà che colpisce ancora di più le donne, dal punto di vista del salario e dei diritti, protagoniste quest’anno di uno straordinario movimento che ha trasformato l’8 marzo in una grande giornata di sciopero e di mobilitazione.
In continua trasformazione, perché la direzione ce la indicano le lotte, le nostre condizioni di vita, le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori che incontriamo, le piccole e grandi ingiustizie che ci esplodono davanti, la necessità di riprendersi lo strumento sindacale e piegarlo alle esigenze di chi, nella giungla del lavoro, non ha mai conosciuto e non conosce diritti, forme di lotta durature, comuni rivendicazioni.
In questi quattro anni le Camere del Lavoro Autonomo e Precario sono cresciute, anche a livello nazionale (con le nuove sedi di Padova e Napoli), hanno investito energie in settori decisivi: dalla Sanità, pubblica e privata, all’accoglienza; dai servizi sociali alla logistica; dal professionismo atipico al lavoro gratuito. Le Camere del Lavoro Autonomo e Precario hanno costruito il proprio discorso, ed elaborato le proprie proposte, sempre a partire dalle esigenze espresse da lavoratrici e lavoratori, cercando di conoscere, prima di spiegare, le migliaia di sofferenze e di resistenze quotidiane che faticano a trovare voce e a connettersi.
Mettere in connessione le lotte – variegate e spesso microfisiche – del sindacalismo sociale: il primo, fondamentale, obiettivo che vorremmo realizzare nell’Assemblea nazionale che si svolgerà a Roma, presso Esc Atelier autogestito, il 23 e 24 giugno prossimi. Parlare con chi abbiamo incontrato e con chi ancora dobbiamo incontrare, consapevoli dell’insufficienza della nostra esperienza, ma anche del carattere irrinunciabile di questa sfida. Due giorni di discussione capaci di chiamare a raccolta tutte e tutti coloro che con le Camere del Lavoro Autonomo e Precario si sono organizzate/i e fatto un pezzo di strada, singoli e realtà collettive che hanno collaborato nelle vertenze sui posti di lavoro o nelle battaglie per rivendicare welfare universale e un salario minimo, lavoratrici e lavoratori iscritte/i ed esperienze auto-organizzate che con le quali abbiamo condiviso e condividiamo pretese e campagne. Invitiamo dunque tutte e tutti coloro i quali, come noi, sentono l’urgenza di continuare questa esperienza, difenderla, trasformarla, a partecipare al suo consolidamento e alla sua estensione ulteriore, più necessaria che mai: nelle modalità che ognuno sceglie e con le possibilità che ognuno ha a disposizione, vorremmo che queste due giornate di Assemblea nazionale siano patrimonio di tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario.
Il primo giorno, il venerdì pomeriggio, sarà un momento di confronto dedicato in particolare alle lavoratrici e ai lavoratori che animano le vertenze avviate in questi anni e negli ultimi mesi. E questo per tentare di afferrare i terreni comuni delle lotte, per connetterle e avanzare nel processo organizzativo. Il sabato pomeriggio, invece, sarà il momento di una tavola rotonda sul reddito di base, dove chiameremo a raccolta le soggettività di movimento e sindacali interessate come noi ad approfondire questa tematica. Sarà un’occasione utile per indagare i tanti aspetti di una rivendicazione decisiva che, agitata dai movimenti già a partire dagli anni Novanta, è stata ormai assunta da diverse forze politiche e sociali; ripresa, ma in parte neutralizzata e trasformata in una proposta inefficace, spesso compatibile con le peggiori politiche neoliberali, quelle che favoriscono sfruttamento senza posa e impoverimento diffuso. Si tratta invece di riscoprire il carattere radicale della pretesa, indicando il ripensamento necessario tanto delle istituzioni del welfare, quanto delle politiche fiscali e degli ammortizzatori sociali.
«Non abbiamo bisogno di nuovi sindacati che organizzano lavoratori, ma di lavoratori che organizzano nuovi sindacati»: partendo da questa affermazione, vogliamo dare vita a due giorni di passioni e di confronto, con uno sguardo su quanto fatto fin qui, per scoprire insieme nuove strade.
Un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti”