- CLAP -
si è tenuta a roma (23-24
giugno) presso esc atelier autogestito l’assemblea nazionale delle
clap -camere del lavoro autonomo e precario
/due gli assi fondamentali del confronto incentrato sul sindacalismo sociale: il bilancio sulle vertenze clap
/due gli assi fondamentali del confronto incentrato sul sindacalismo sociale: il bilancio sulle vertenze clap
-sanità,
terzo settore, servizi e cultura- e la proposta sul reddito di base
/al dibattito sono intervenuti rappresentanti del sindacalismo di base (cobas, cub, usb) ed altri soggetti espressione delle realtà territoriali e della ricerca militante: acrobax -roma, aut aut 357 -genova, basic income network -bin, coalizione 27 febbraio, communia -roma, exploit -pisa, infosex -roma, smaschieramenti -bologna, tpo -bologna, tutta mia la città -taranto,ʃconnessioni precarie -bologna
/al dibattito sono intervenuti rappresentanti del sindacalismo di base (cobas, cub, usb) ed altri soggetti espressione delle realtà territoriali e della ricerca militante: acrobax -roma, aut aut 357 -genova, basic income network -bin, coalizione 27 febbraio, communia -roma, exploit -pisa, infosex -roma, smaschieramenti -bologna, tpo -bologna, tutta mia la città -taranto,ʃconnessioni precarie -bologna
[pubblichiamo il resoconto sull’assise nazionale
e il documento di convocazione]
BREVI CONSIDERAZIONI
Organizzare gli “inorganizzabili”, tutelare chi
di tutele non ha mai vista neanche l’ombra, ricomporre le figure del lavoro
polverizzato e diviso, conquistare e consolidare diritti ai tempi del Jobs Act.
Le sfide poste dal sindacalismo sociale sono allo stesso tempo avvincenti e
complesse.
Il 23 e il 24 giugno, a ormai quattro anni dalla
nostra nascita, abbiamo provato a costruire un evento che fosse momento di
confronto con lavoratrici e lavoratori, attivisti e attiviste per discutere le
forme organizzative di cui ci siamo dotati e ci doteremo, e i temi da mettere
al centro nei percorsi di lotta. Brevemente consegniamo a tutte e tutti alcune,
brevi, considerazioni in merito.
Il pomeriggio di venerdì 23 giugno è stata
occasione preziosa per discutere con le lavoratrici e i lavoratori che abbiamo
incontrato in questi 4 anni. Vertenze vinte, vertenze aperte, partite Iva e
singoli lavoratori, collettivi e gruppi di lavoratori auto-organizzati che con
noi hanno avuto la voglia di confrontarsi. Dalla vertenze sulla Sanità ai
lavoratori dell’Accoglienza, dalla Logistica ai lavoratori dello Spettacolo,
passando per i lavoratori dei Beni Culturali e degli enti per le Politiche
Attive sul lavoro, la varietà della discussione ha rappresentato la sua
ricchezza, fuor di retorica. Una discussione vera, intensa, appassionante, sui
temi. Poteva essere una carrellata di storie diverse, una semplice
giustapposizione, un indice analitico del lavoro sfruttato. È stata molto,
molto di più: ci ha riconsegnato la voglia e la determinazione di essere
comunità resistente, di incidere sul posto di lavoro, di prendersi cura,
soggettivamente e collettivamente, di un’esperienza giovane e con i suoi limiti
(inevitabili), ma combattiva, unita, tenace, sempre pronta a sperimentarsi su
nuovi terreni, come sono state le CLAP in questi pochi anni di vita.
Il sabato ci siamo dedicati a un confronto
schietto e ancora tutto da sviluppare sulla necessità di tornare a mettere al
centro la rivendicazione di un Reddito di base, universale e incondizionato, in
una fase un cui cresce a dismisura la povertà, il welfare viene smantellato e
privatizzato, le condizioni salariali e i diritti sono vittime di un
deterioramento continuo. Altrettanto fondamentale, è stato detto nella
discussione, è però portare avanti le battaglie del sindacalismo sociale contro
il lavoro gratuito, per un salario minimo e un permesso di soggiorno slegato
dal contratto, lottare per una fiscalità progressiva, organizzarsi nei
territori e nei posti di lavoro. Senza tenere insieme questi aspetti non esiste
conquista di un reddito di base realmente in grado di trasformare le condizioni
di vita delle lavoratrici e dei lavoratori.
Consolidare il sostegno tra le vertenze,
estendere l’esperienza, portare a casa risultati passo dopo passo, creare
esperimenti di mutualismo e solidarietà, aprire percorsi conto il lavoro
gratuito e sostenere una campagna per il Reddito di base: così possiamo
riassumere brevemente quello che oltre un centinaio di lavoratrici e lavoratori
hanno elaborato insieme in assemblea.
A loro, e a tutti le attiviste e gli attivisti
intervenute/i, va il nostro sincero ringraziamento. Ci hanno dimostrato che è
ancora possibile alzare la testa, anche durante una delle più grandi offensive
ai diritti (sul lavoro e non solo) che il paese ricordi, compiuta in nome
dell’austerità e col benestare delle organizzazioni sindacali confederali.
«Un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti»
DOCUMENTO DI CONVOCAZIONE-CLAP
Camere del Lavoro Autonomo e
Precario. Sono passati quattro
anni da quando abbiamo lanciato la sfida: una sfida collettiva, irrinunciabile, in continua trasformazione.
Collettiva, perché fin dal primo momento si è
composta delle energie di tante e tanti che, a partire da storie diverse, si
stavano ponendo lo stesso interrogativo: come dotarsi di strumenti in grado di
rispondere all’attacco che, senza freni e frontiere, viene sferrato contro
lavoratrici e lavoratori? Come costruire un sindacato di nuova specie capace
di sottrarre alla solitudine tutti coloro che vengono da troppo tempo ritenuti
non organizzabili, cancellati dalle mappe di tutte quelle organizzazioni
pachidermiche che avrebbero dovuto difenderli e rappresentarli?
Irrinunciabile, perché la precarietà non è più – se mai
lo è stata – un tratto atipico o marginale del mercato del
lavoro. Perché da elemento distintivo di un paio di generazioni, la precarietà
si è trasformata nella realtà quotidiana di milioni di donne e di uomini,
sempre in lotta per trovare un occupazione o per difendere diritti e salario,
per sopravvivere nel mezzo di ciò che somiglia a un gioco a premi in cui
perdono sempre i più deboli. Donne e uomini sempre in bilico per strappare un
briciolo di welfare e dignità. Precarietà che vale anche, e
sempre di più, per il lavoro autonomo di nuovissima generazione: centinaia di
migliaia di professionisti, ordinisti e non, che faticano ad arrivare a fine
mese, e che, spesso, non hanno tutela alcuna. Precarietà che colpisce ancora di
più le donne, dal punto di vista del salario e dei diritti, protagoniste
quest’anno di uno straordinario movimento che ha trasformato l’8 marzo in una
grande giornata di sciopero e di mobilitazione.
In continua
trasformazione, perché la direzione ce la indicano le lotte, le nostre
condizioni di vita, le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori che
incontriamo, le piccole e grandi ingiustizie che ci esplodono davanti, la
necessità di riprendersi lo strumento sindacale e piegarlo alle esigenze di
chi, nella giungla del lavoro, non ha mai conosciuto e non conosce diritti,
forme di lotta durature, comuni rivendicazioni.
In questi quattro anni le Camere del Lavoro Autonomo e Precario sono
cresciute, anche a livello nazionale (con le nuove sedi di Padova e Napoli),
hanno investito energie in settori decisivi: dalla Sanità, pubblica e privata,
all’accoglienza; dai servizi sociali alla logistica; dal professionismo atipico
al lavoro gratuito. Le Camere
del Lavoro Autonomo e Precario hanno costruito il proprio
discorso, ed elaborato le proprie proposte, sempre a partire dalle esigenze
espresse da lavoratrici e lavoratori, cercando di conoscere, prima di spiegare,
le migliaia di sofferenze e di resistenze quotidiane che faticano a trovare
voce e a connettersi.
Mettere in connessione le lotte – variegate e spesso
microfisiche – del sindacalismo sociale: il primo, fondamentale, obiettivo che
vorremmo realizzare nell’Assemblea
nazionale che si svolgerà a Roma, presso Esc Atelier autogestito, il 23 e 24
giugno prossimi. Parlare con chi abbiamo incontrato e con chi ancora
dobbiamo incontrare, consapevoli dell’insufficienza della nostra esperienza, ma
anche del carattere irrinunciabile di questa sfida. Due giorni di discussione
capaci di chiamare a raccolta tutte e tutti coloro che con le Camere del Lavoro Autonomo e Precario si
sono organizzate/i e fatto un pezzo di strada, singoli e realtà collettive che
hanno collaborato nelle vertenze sui posti di lavoro o nelle battaglie per
rivendicare welfare universale e un salario minimo,
lavoratrici e lavoratori iscritte/i ed esperienze auto-organizzate che con le
quali abbiamo condiviso e condividiamo pretese e campagne. Invitiamo dunque
tutte e tutti coloro i quali, come noi, sentono l’urgenza di continuare questa
esperienza, difenderla, trasformarla, a partecipare al suo consolidamento e
alla sua estensione ulteriore, più necessaria che mai: nelle modalità che
ognuno sceglie e con le possibilità che ognuno ha a disposizione, vorremmo che
queste due giornate di Assemblea nazionale siano patrimonio di tutte le
lavoratrici e i lavoratori delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario.
Il primo giorno, il venerdì pomeriggio, sarà un momento di confronto dedicato in
particolare alle lavoratrici e ai lavoratori che animano le vertenze avviate in
questi anni e negli ultimi mesi. E questo per tentare di afferrare i terreni
comuni delle lotte, per connetterle e avanzare nel processo organizzativo.
Il sabato pomeriggio,
invece, sarà il momento di una tavola rotonda sul reddito di base, dove
chiameremo a raccolta le soggettività di movimento e sindacali interessate come
noi ad approfondire questa tematica. Sarà un’occasione utile per indagare i
tanti aspetti di una rivendicazione decisiva che, agitata dai movimenti già a
partire dagli anni Novanta, è stata ormai assunta da diverse forze politiche e
sociali; ripresa, ma in parte neutralizzata e trasformata in una proposta
inefficace, spesso compatibile con le peggiori politiche neoliberali, quelle
che favoriscono sfruttamento senza posa e impoverimento diffuso. Si tratta invece
di riscoprire il carattere radicale della pretesa, indicando il ripensamento
necessario tanto delle istituzioni del welfare, quanto delle
politiche fiscali e degli ammortizzatori sociali.
«Non abbiamo bisogno di nuovi sindacati che
organizzano lavoratori, ma di lavoratori che organizzano nuovi sindacati»:
partendo da questa affermazione, vogliamo dare vita a due giorni di passioni e
di confronto, con uno sguardo su quanto fatto fin qui, per scoprire insieme
nuove strade.
“Un torto
fatto a uno è un torto fatto a tutti”