lunedì 1 luglio 2013

Newsletter n.16

rassegna mensile


sommario


di Andrea Fumagalli
s’è aperta una nuova fase europea verso una inversione di marcia nella governance economico-finanziaria? Saranno le elezioni tedesche di settembre a completare la fase di transizione? Le politiche d’austerity potranno essere, se non invertite, almeno allentate? Ci sono tutti gli ingredienti per procedere ad un cambio di passo. Il nuovo scenario si apre alla insegna del conflitto tra due poteri costituenti. Epperò, bisogna interrogarsi: alla governance dominante in cerca di una nuova ristabilizzazione sarà capace di contrapporsi una costituente sociale del comune?

di Evelyn Couch
Come recita il sottotitolo, il libro Femministe a parole (Ediesse, Roma, 2012, pp. 368), curato da Sabrina Marchetti, Jamila M.H. Mascat e Vincenza Perilli, si presenta come un insieme di grovigli da districare. La raccolta di voci, che va dalla A di Anticolonialismo alla W di Welfare transnazionale, è stata compilata da diverse autrici – più un autore e un collettivo – che hanno cercato di stilare una «lista di temi aggrovigliati»


di Dafne Melo e Silvia Adoue
Cinque indizi: le sfide future, i perché e i precedenti della rivolta. Guardando con maggiore attenzione alla situazione notiamo – dicono gli autori di “Marcha” - come già da alcuni mesi i brasiliani stanno mettendo in luce come l’attuale modello politico-economico non risolve i problemi sociali


di Defne Gursoy
contribuiamo alla diffusione di questo articolo già lanciato dalle pagine di alfabeta2 che è stato scritto domenica. Defne Gursoy è una famosa giornalista turca che scrive per giornali turchi e per vari giornali europei. È nota anche come saggista, conferenziere e docente in comunicazione


rassegna stampa
Cortei verso piazza Taksim con l’obiettivo di riprendere piazza Taksim. Lacrimogeni e potenti getti d’acqua con sostanze urticanti (“medicamentose”, secondo le autorità turche) sparati sui manifestanti. Intanto continuano le violenti cariche per disperdere la marea umana


di Carmen Vita  
“Cinque anni di crisi segnati, in particolare, da crescenti fenomeni di disagio sociale, dall’aumento delle aree di povertà, dal montare della disoccupazione giovanile e dalla fortissima segregazione femminile nel mercato del lavoro in un quadro di una crescente e generalizzata instabilità e di discrepanza tra qualità del lavoro e competenze acquisite. Su questi aspetti si registrano proclami e dichiarazioni più o meno enfatiche, ma nessuna iniziativa concreta


di Elisabetta Teghil
la ribellione al pensiero unico non è neppure necessario che sia praticata, è sufficiente pensarla e scriverne il desiderio. Da qui l’invasivo e onnicomprensivo controllo sociale. Bisogna  esercitare in prima persona il rifiuto del controllo e della norma sulle nostre vite, sottrarsi ai valori di questa società che pretende di strutturarci sul carrierismo, sulla promozione individuale, sulla meritocrazia, sull’ossequio all’autorità, sull’impianto patriarcale, rigettare i suoi codici, i suoi segni e i suoi linguaggi, nella consapevolezza che questo nostro percorso di liberazione è parte del percorso di liberazione degli oppressi


 di Serena Tarabini
Cronaca della due giornate di #OccupyGezi. Lo aveva scritto Serena che quella di ieri era la quiete prima della tempesta. Come ci si spettava è arrivato lo sgombero, ordinato dalle autorità secondo il Prefetto di Istanbul "per isolare alcuni elementi e per rimuovere le barricate", e se la prende anche con i social media dove “ci sono alcune persone interessate ad alzare il livello dello scontro".


di Redazione Kainos
i flussi finanziari dei derivati hanno permesso enormi profitti ad una élite ristretta ma hanno avuto effetti deleteri per i ceti medio-bassi della popolazione occidentale una volta tutelati dal welfare-state: la produzione della ricchezza appare del tutto separata dalle condizioni sociali e materiali dei lavoratori, mentre i saperi appaiono frammentati al punto da togliere ogni capacità critica ai soggetti chiamati a produrre beni e servizi 


di Marco Iasci
questo contributo di riflessione accompagna l’intervista a Étienne Balibar, curata da Claudia Bernardi e Luca Cafagna, incontrato in occasione del seminario “Europa, cittadinanza e democrazia” tenutosi a fine maggio alla Sapienza, nell'ambito del Ciclo di seminari promosso dal Nuovo Cinema Palazzo in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma e la Libera Università Metropolitana  


di Ilaria Lucaroni
Il reddito sociale garantito deve essere pensato come una istituzione del comune, vale a dire un reddito che risulta direttamente dalla produzione e non dalla ridistribuzione del plusvaloreun reddito così concepito andrebbe a remunerare quell’enorme massa di lavoro non retribuito costituito da tutte le forme di contratti precarizzati e straordinari nascosti dalla formula “a progetto” emancipandosi dal salario di produzione del valore e del plusvalore


di Fausto Bertinotti
l'accordo non vede coinvolti i sindacati non confederali, né prevede che lo siano in futuro. Trattandosi di regole che riguardano tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti al sindacato, la questione non è di poco conto. La zoppia è significativa e rilevante anche per le dinamiche sociali del futuro nelle aziende. Non c'è bisogno di riassumere il cammino dell'esperienza sindacale per sapere che il referendum tra i lavoratori è l'unica forma certa per misurare la validazione dell'accordo sindacale


di Lanfranco Caminiti
il cinquanta per cento degli italiani se ne fotte dei partiti, vecchi e nuovi. Questo cinquanta per cento, che sembra refrattario alle battaglie di rinnovamento del Pd, sia in salsa liberale sia in salsa socialdemocratica, alle rifondazioni delle rifondazioni comuniste, alle sirene del berlusconismo, alle sfuriate e alle proteste del M5S, è una piaga o una riserva della democrazia e della repubblica?


di Anna Maria Merlo
Il Consiglio europeo ha stanziato 6 miliardi di euro per contrastare la disoccupazione giovanile. Ma se è vero che i giovani disoccupati nell'Ue sono circa 6 milioni, fanno circa 130 euro all'anno a ciascuno per sette anni. A fronte di una media eurozona del 24%, all'incirca 4 milioni di giovani  sotto i venticinque anni, il tasso di disoccupazione raggiunge vette stratosferiche in Grecia (62,5%) e in Spagna (55,9%). Ma anche l’Italia (38,4% ) e il Portogallo (38,3%) non scherzano, la stessa la Francia è sulla buona strada, superando di 2,5 la media eurozona