rassegna mensile
sommario
di Andrea Fumagalli
s’è aperta una nuova fase europea verso una inversione di marcia nella governance economico-finanziaria? Saranno le elezioni tedesche di settembre a completare la fase di transizione? Le politiche d’austerity potranno essere, se non invertite, almeno allentate? Ci sono tutti gli ingredienti per procedere ad un cambio di passo. Il nuovo scenario si apre alla insegna del conflitto tra due poteri costituenti. Epperò, bisogna interrogarsi: alla governance dominante in cerca di una nuova ristabilizzazione sarà capace di contrapporsi una costituente sociale del comune?
s’è aperta una nuova fase europea verso una inversione di marcia nella governance economico-finanziaria? Saranno le elezioni tedesche di settembre a completare la fase di transizione? Le politiche d’austerity potranno essere, se non invertite, almeno allentate? Ci sono tutti gli ingredienti per procedere ad un cambio di passo. Il nuovo scenario si apre alla insegna del conflitto tra due poteri costituenti. Epperò, bisogna interrogarsi: alla governance dominante in cerca di una nuova ristabilizzazione sarà capace di contrapporsi una costituente sociale del comune?
di Evelyn Couch
Come recita il sottotitolo, il libro Femministe a
parole (Ediesse, Roma, 2012, pp. 368), curato da Sabrina Marchetti, Jamila M.H.
Mascat e Vincenza Perilli, si presenta come un insieme di grovigli da
districare. La raccolta di voci, che va dalla A di Anticolonialismo alla W di
Welfare transnazionale, è stata compilata da diverse autrici – più un autore e
un collettivo – che hanno cercato di stilare una «lista di temi aggrovigliati»
di Dafne Melo e Silvia Adoue
Cinque indizi: le sfide future, i perché e i
precedenti della rivolta. Guardando con maggiore attenzione alla situazione
notiamo – dicono gli autori di “Marcha” - come già da alcuni mesi i brasiliani
stanno mettendo in luce come l’attuale modello politico-economico non risolve i
problemi sociali
di Defne Gursoy
contribuiamo alla diffusione di questo articolo già lanciato dalle pagine
di alfabeta2 che è stato scritto domenica.
Defne Gursoy è una famosa giornalista turca che scrive per giornali turchi e
per vari giornali europei. È nota anche come saggista, conferenziere e docente
in comunicazione
rassegna stampa
Cortei verso piazza Taksim con l’obiettivo di
riprendere piazza Taksim. Lacrimogeni e potenti getti d’acqua con sostanze
urticanti (“medicamentose”, secondo le autorità turche) sparati sui
manifestanti. Intanto continuano le violenti cariche per disperdere la marea
umana
di Carmen Vita
“Cinque anni di crisi segnati, in particolare, da crescenti fenomeni di
disagio sociale, dall’aumento delle aree di povertà, dal montare della
disoccupazione giovanile e dalla fortissima segregazione femminile nel mercato
del lavoro in un quadro di una crescente e generalizzata instabilità e di
discrepanza tra qualità del lavoro e competenze acquisite. Su questi aspetti si
registrano proclami e dichiarazioni più o meno enfatiche, ma nessuna iniziativa
concreta
di Elisabetta Teghil
la ribellione al pensiero unico non è neppure necessario che sia praticata,
è sufficiente pensarla e scriverne il desiderio. Da qui l’invasivo e
onnicomprensivo controllo sociale. Bisogna esercitare in prima persona il
rifiuto del controllo e della norma sulle nostre vite, sottrarsi ai valori di
questa società che pretende di strutturarci sul carrierismo, sulla promozione
individuale, sulla meritocrazia, sull’ossequio all’autorità, sull’impianto
patriarcale, rigettare i suoi codici, i suoi segni e i suoi linguaggi, nella
consapevolezza che questo nostro percorso di liberazione è parte del percorso
di liberazione degli oppressi
di Serena Tarabini
Cronaca della due giornate di #OccupyGezi. Lo aveva scritto Serena che
quella di ieri era la quiete prima della tempesta. Come ci si spettava è
arrivato lo sgombero, ordinato dalle autorità secondo il Prefetto di Istanbul
"per isolare alcuni elementi e per rimuovere le barricate", e se la
prende anche con i social media dove “ci sono alcune persone interessate ad
alzare il livello dello scontro".
di Redazione Kainos
i flussi finanziari dei derivati hanno permesso enormi profitti ad una
élite ristretta ma hanno avuto effetti deleteri per i ceti medio-bassi della
popolazione occidentale una volta tutelati dal welfare-state: la produzione
della ricchezza appare del tutto separata dalle condizioni sociali e materiali
dei lavoratori, mentre i saperi appaiono frammentati al punto da togliere ogni
capacità critica ai soggetti chiamati a produrre beni e servizi
di Marco Iasci
questo contributo di riflessione accompagna l’intervista a Étienne Balibar,
curata da Claudia Bernardi e Luca Cafagna, incontrato in occasione del
seminario “Europa, cittadinanza e democrazia” tenutosi a fine maggio alla
Sapienza, nell'ambito del Ciclo di seminari promosso dal Nuovo Cinema
Palazzo in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma e la Libera
Università Metropolitana
di Ilaria Lucaroni
Il reddito sociale garantito deve essere pensato come una istituzione del
comune, vale a dire un reddito che risulta direttamente dalla produzione e non
dalla ridistribuzione del plusvalore: un reddito così concepito
andrebbe a remunerare quell’enorme massa di lavoro non retribuito costituito da
tutte le forme di contratti precarizzati e straordinari nascosti dalla formula
“a progetto” emancipandosi dal salario di produzione del valore e del
plusvalore
di Fausto Bertinotti
l'accordo non vede coinvolti i sindacati non confederali, né prevede che lo
siano in futuro. Trattandosi di regole che riguardano tutti i lavoratori,
iscritti e non iscritti al sindacato, la questione non è di poco conto. La
zoppia è significativa e rilevante anche per le dinamiche sociali del futuro
nelle aziende. Non c'è bisogno di riassumere il cammino dell'esperienza
sindacale per sapere che il referendum tra i lavoratori è l'unica forma certa
per misurare la validazione dell'accordo sindacale
di Lanfranco Caminiti
il cinquanta per cento degli italiani se ne fotte dei partiti, vecchi e
nuovi. Questo cinquanta per cento, che sembra refrattario alle battaglie di
rinnovamento del Pd, sia in salsa liberale sia in salsa socialdemocratica, alle
rifondazioni delle rifondazioni comuniste, alle sirene del berlusconismo, alle
sfuriate e alle proteste del M5S, è una piaga o una riserva della democrazia e
della repubblica?
di Anna Maria Merlo
Il Consiglio europeo ha stanziato 6 miliardi di euro per contrastare la
disoccupazione giovanile. Ma se è vero che i giovani disoccupati nell'Ue sono
circa 6 milioni, fanno circa 130 euro all'anno a ciascuno per sette anni. A
fronte di una media eurozona del 24%, all'incirca 4 milioni di giovani
sotto i venticinque anni, il tasso di disoccupazione raggiunge vette
stratosferiche in Grecia (62,5%) e in Spagna (55,9%). Ma anche l’Italia (38,4%
) e il Portogallo (38,3%) non scherzano, la stessa la Francia è sulla buona
strada, superando di 2,5 la media eurozona