L’ECONOMIA DEI SURPLUS COMPORTAMENTALI
[Roberto Ciccarelli]
convertire gli
investimenti dell’azienda digitale in rendita
creare
una nuova domanda e a farla riconoscere come naturale a chi ignora l’esistenza
stessa della propria domanda
«Google ha scoperto il modo per tradurre le
interazioni non di mercato con i suoi utenti in un materiale grezzo eccedente
finalizzato alle transazioni di mercato con i suoi veri clienti:
i pubblicitari» (Zuboff)
i pubblicitari» (Zuboff)
Il capitalismo della sorveglianza è un nuovo ordine economico che
configura l’esperienza umana come una materia prima gratuita per pratiche
commerciali nascoste di estrazione, predizione e vendita.
Il capitalismo di sorveglianza trasforma l’esperienza in
“materiale grezzo gratuito”. Tale materiale è estratto da un corpo, descritto
come una “carcassa”, è raffinato, reso intelligente e trasformato in dati comportamentali. È un processo di produzione che ha
lo scopo di produrre un surplus comportamentale proprietario.
Il surplus è ottenuto attraverso processi di manifattura avanzata conosciuti
come intelligenza algoritmica ed
è potenziato attraverso la realizzazione di prodotti predittivi finalizzati all’anticipazione
di ciò che vogliamo o desideriamo. I prodotti non sono scambiati sul mercato
tradizionale dei futures comportamentali.
Di solito questi futures sono
titoli finanziari, contratti standard, e quindi negoziabili, scambiati in borsa
sulla base di scadenze e prezzi prefissati.
Il nuovo mercato assomiglia a un over the counter, espressione usata per indicare
una negoziazione che si svolge al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali,
anche se poi incide su di essi. Zuboff racconta la contrattazione dei futures comportamentali tra le
piattaforme digitali e la vendita dei dati all’industria assicurativa, della
biomedicina, della pubblicità, della telefonia e del marketing, della sorveglianza statale per l’ordine
pubblico, per le politiche pubbliche del controllo sociale, per ogni forma di
produzione a cominciare dalla manifattura industriale tradizionale. Gli immensi
profitti realizzati da Google, Amazon, Apple, Facebook e tutte le altre aziende
della Silicon Valley, i giganti cinesi Badu o Tencent, sono il prodotto di una
delle economie più redditizie al mondo: le scommesse delle imprese e degli
Stati sul comportamento futuro dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori
e l’uso dei loro dati per aumentare i profitti sul mercato dei futures comportamentali. Il
fatto che non esista una contrattazione tradizionale, innanzitutto tra i
produttori diretti dei comportamenti e le aziende che estraggono e raffinano i
dati, rende questa operazione arbitraria e speculativa.
Questo mercato non è a somma zero perché rappresenta un profitto
tendenzialmente infinito il cui unico limite è la tecnologia attuale. Si spiega
così l’inesauribile corsa al superamento di questi limiti attraverso enormi
investimenti sull’innovazione. Ciò che conta è la creazione di un effetto hype attraverso
l’annuncio di un nuovo prodotto o l’aggiornamento di quelli esistenti. Tale
effetto “pubblicitario” è necessario per creare un orizzonte di attesa tra gli
investitori, oltre che tra i consumatori. Senza questa attesa fibrillante non
esiste nè l’innovazione, né il collocamento dei futures comportamentali. Tanto più è profilabile oggi
un comportamento umano, tanto più redditizio sarà per i suoi speculatori
domani. Per questa ragione l’orientamento del comportamento è il sacro graal
della bioeconomia tecnologica
e finanziaria. Conoscere ciò che un individuo vuole, pensa o agisce è
fondamentale per accumulare nuovi fondi di investimento e finanziare la
trasformazione dei comportamenti in dati commerciabili. Tale attività
previsionale è tendenzialmente infinita perché sono infinite le azioni e le
relazioni da cui è possibile estrarre un surplus. Sulla base di quello già
estratto, è sempre possibile creare uno nuovo. I prodotti predittivi creati
indicano l’esistenza di sviluppi ulteriori perché gli esseri umani non
finiscono mai di pensare, agire e creare relazioni.
da “Il diritto
al futuro contro il capitalismo della sorveglianza, Roberto
Ciccarelli, Sbilanciamoci