mercoledì 20 novembre 2019

CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA


L’ECONOMIA DEI SURPLUS COMPORTAMENTALI 




[Roberto Ciccarelli]

convertire gli investimenti dell’azienda  digitale in rendita 
 creare una nuova domanda e a farla riconoscere come naturale a chi ignora l’esistenza stessa della propria domanda 
«Google ha scoperto il modo per  tradurre le interazioni  non di mercato  con i suoi utenti in un materiale grezzo  eccedente finalizzato alle transazioni  di  mercato con i suoi  veri clienti:  
 i  pubblicitari» (Zuboff


Il capitalismo della sorveglianza è un nuovo ordine economico che configura l’esperienza umana come una materia prima gratuita per pratiche commerciali nascoste di estrazione, predizione e vendita.
Il capitalismo di sorveglianza trasforma l’esperienza in “materiale grezzo gratuito”. Tale materiale è estratto da un corpo, descritto come una “carcassa”, è raffinato, reso intelligente e trasformato in dati comportamentali. È un processo di produzione che ha lo scopo di produrre un surplus comportamentale proprietario. Il surplus è ottenuto attraverso processi di manifattura avanzata conosciuti come intelligenza algoritmica ed è potenziato attraverso la realizzazione di prodotti predittivi finalizzati all’anticipazione di ciò che vogliamo o desideriamo. I prodotti non sono scambiati sul mercato tradizionale dei futures comportamentali. Di solito questi futures sono titoli finanziari, contratti standard, e quindi negoziabili, scambiati in borsa sulla base di scadenze e prezzi prefissati. 
Il nuovo mercato assomiglia a un over the counter, espressione usata per indicare una negoziazione che si svolge al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali, anche se poi incide su di essi. Zuboff racconta la contrattazione dei futures comportamentali tra le piattaforme digitali e la vendita dei dati all’industria assicurativa, della biomedicina, della pubblicità, della telefonia e del marketing, della sorveglianza statale per l’ordine pubblico, per le politiche pubbliche del controllo sociale, per ogni forma di produzione a cominciare dalla manifattura industriale tradizionale. Gli immensi profitti realizzati da Google, Amazon, Apple, Facebook e tutte le altre aziende della Silicon Valley, i giganti cinesi Badu o Tencent, sono il prodotto di una delle economie più redditizie al mondo: le scommesse delle imprese e degli Stati sul comportamento futuro dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori e l’uso dei loro dati per aumentare i profitti sul mercato dei futures comportamentali. Il fatto che non esista una contrattazione tradizionale, innanzitutto tra i produttori diretti dei comportamenti e le aziende che estraggono e raffinano i dati, rende questa operazione arbitraria e speculativa. 
Questo mercato non è a somma zero perché rappresenta un profitto tendenzialmente infinito il cui unico limite è la tecnologia attuale. Si spiega così l’inesauribile corsa al superamento di questi limiti attraverso enormi investimenti sull’innovazione. Ciò che conta è la creazione di un effetto hype attraverso l’annuncio di un nuovo prodotto o l’aggiornamento di quelli esistenti. Tale effetto “pubblicitario” è necessario per creare un orizzonte di attesa tra gli investitori, oltre che tra i consumatori. Senza questa attesa fibrillante non esiste nè l’innovazione, né il collocamento dei futures comportamentali. Tanto più è profilabile oggi un comportamento umano, tanto più redditizio sarà per i suoi speculatori domani. Per questa ragione l’orientamento del comportamento è il sacro graal della bioeconomia tecnologica e finanziaria. Conoscere ciò che un individuo vuole, pensa o agisce è fondamentale per accumulare nuovi fondi di investimento e finanziare la trasformazione dei comportamenti in dati commerciabili. Tale attività previsionale è tendenzialmente infinita perché sono infinite le azioni e le relazioni da cui è possibile estrarre un surplus. Sulla base di quello già estratto, è sempre possibile creare uno nuovo. I prodotti predittivi creati indicano l’esistenza di sviluppi ulteriori perché gli esseri umani non finiscono mai di pensare, agire e creare relazioni. 

da “Il diritto al futuro contro il capitalismo della sorveglianza, Roberto Ciccarelli, Sbilanciamoci