Uscire dal sonno tecno-capitalistico
\\ la nuova battaglia politica
contro il sistema sociale di
mercato senza limiti
\\ cresce la realtà virtuale mentre diminuisce quella veramente reale
\\ immaginare altrimenti la vita
la cura e il bene comune
\\ immaginare altrimenti la vita
la cura e il bene comune
Ammettiamolo, ciò che Greta ci dice è cosa antica:
il primo Rapporto del Club di Roma sui limiti della crescita è del 1972; i
movimenti ecologisti erano già una realtà negli anni ’70 e ’80; il famosissimo
libro di Rachel Carson, Primavera silenziosa è addirittura del
1962; e già nell’ottocento Stuart Mill immaginava uno stato stazionario,
un sistema economico mantenuto in una scala di sostenibilità, che quindi non
superasse i limiti ecologici. Per non parlare, su fronti diversi, di
Georgescu-Roegen e della sua bioeconomia, arrivando alla Laudato
si’ di papa Francesco. Ammettiamolo, il sistema tecno-capitalista –
per uscire dalla crisi in cui era caduto negli anni ’70 e riprendere il suo
percorso di illimitatezza, di volontà di potenza irresponsabile e di crescente
profitto privato - ci ha portati a vivere nella realtà virtuale e in un sistema
sociale di mercato, dove non esistono limiti (ed anzi la
realtà virtuale si può anche aumentare, mentre diminuisce quella
veramente reale, come i ghiacci che si sciolgono), né responsabilità (se
i ghiacci artici si sciolgono, finalmente si potrà estrarre tutto
il petrolio che i ghiacci nascondono e aprire nuove rotte commerciali). E
neppure Greta (comunque: benvenuta!) sembra riuscire a risvegliarci
dal sonno tecno-capitalistico in cui siamo caduti.
E allora, dobbiamo tornare a parlare di due concetti che abbiamo
perduto ma che dobbiamo urgentemente recuperare. Quello di cura e
quello di amore. Integrati con quello di spiritualità –
una spiritualità laica (Bartolini); o intesa come “pieno e lucido
contatto con la realtà” - riscoprendo ad esempio l’utilità di ciò che sembra
inutile, uscendo dai nostri monologhi autoreferenziali e praticando “il
dialogo come una polifonia, dove si può riconoscere la voce originale di
ognuno” (Mancini). Recuperando un amore gratuito (la gratuità essendo
“la facoltà di vedere ogni essere nel suo valore, di lasciargli la libertà di
essere se stesso e di esserlo a nostra volta”) e “un amore politico,
che si attua come passione per il bene comune” (ancora Mancini). Perché se oggi
i termini salvezza e salvare sono riferiti solo ai
programmi del pc, la salvezza e il salvarci (ad
esempio dal cambiamento climatico) oggi ci rimandano invece a qualcosa di ben
maggiore, alla urgenza di uscire dal nichilismo e dalla tanato-politica del
tecno-capitalismo. Ricordando nuovamente – anche questo lo abbiamo dimenticato
- che “non ci si salva da soli” (Bartolini).
Paolo Bartolini e Chiara Mirabelli (a cura di), L’analisi
filosofica. Avventure del senso e ricerca mito-biografica, Mimesis, pp. 261
Paolo Bartolini e Roberto Mancini (a cura di), L’amore
che salva. Il senso della cura come vocazione filosofica, Mursia, pp. 205