lunedì 12 novembre 2018

b_cap\ METICCIATO IN UNA CAPITALE MEDITERRANEA

DAL 9 AL 30 NOVEMBRE 2018 MOSTRA BIBLIOGRAFICA DOCUMENTALE
-toni casano-



“La Vedova Ricca e altre storie del Cassaro.  Ebrei a Palermo nel ‘400" - Biblioteca Centrale Regione Siciliana, Sala delle Missioni.  La narrazione  della vicenda particolare di un’imprenditrice ebrea e della sua comunità, insediatasi nel tessuto economico cittadino che si snodava lungo l’asse urbano principale, cuore del Centro Storico di Palermo



La mostra che si è inaugurata lo scorso venerdì 9 nella Sala delle Missioni, all’interno della Biblioteca Centrale Regione Siciliana di Corso Vittorio Emanuele, è stata preceduta con successo di pubblico da incontro presso la Sala Consultazione, a cui hanno partecipato, unitamente alla curatrice Denise Gargano – dirigente della BCRS, ideatrice del progetto che relazionerà sul percorso espositivo – alcune tra le studiose più accreditate esperte della cultura ebraica. I contributi in scaletta delle relatrici hanno avuto per oggetto tematico le seguenti dissertazioni: Usi ebraici e medievali, Luciana Pepi; Storytelling: Ricca Sivena e le altre, Angela Scandaliato; Donne ebree: la doppia differenza, Rita Calabrese.
Un’inaugurazione tutta al femminile, anche perché la figura attorno a cui è ruotata la ricerca era la vedova ebrea Ricca Sivena, fra le tante altre donne che hanno contribuito, in uno con la propria comunità originaria, allo sviluppo della società palermitana nel segno di una feconda contaminazione relazionale, pur mantenendo ciascuna comunità le proprie singolarità. Su questa narrazione si possono consultare gli studi condotti da Mariuccia Krasner che ha ricostruito la storia dell’antica comunità giudaica di Palermo nel XV secolo, ma anche la stessa Angela Scandaliato che, mediante la raccolta di fonti documentarie inedite e non, ha delineato i profili di ebree ed ebrei vissuti in Sicilia, fra i quali quello di Ricca Sivena.
Partendo dalla vicenda particolare di questa imprenditrice ebrea, insediatasi nel tessuto economico cittadino che si snodava lungo l’asse del Cassaro, cuore del centro storico di Palermo, la mostra in argomento, così come viene descritta nella presentazione, “utilizzando il materiale bibliografico della BCRS, ma anche materiale documentario dell’Archivio di Stato di Palermo nonché il materiale iconografico della Galleria di Palazzo Abatellis, vuole offrire uno squarcio sulla vita, gli usi giuridici, i luoghi degli ebrei di Palermo nello scenario del Cassaro, poco prima della loro espulsione avvenuta nel 1492”
Dal percorso espositivo documentale e bibliografico emerge un quadro narrativo che metta in luce il contesto meticciale di una realtà urbana costituita dalle diverse anime etniche, religiose, politiche, sociali, le quali scandivano il ritmo della la vita di una delle capitali del Mediterraneo, ch’era stata un passaggio fondamentale per lo sviluppo non solo economico del mondo conosciuto di allora, di cui il mare nostrum era il trait d'union, l’intreccio di civiltà contrassegnate dalla migranza errante, coercitiva o volontaria: un tempo il Mediterraneo era la strada liquida percorsa in lungo e in largo, tratto distintivo di una mobilità certamente perigliosa e conflittuale, dove forze pari tra loro giocavano per l’egemonia. Adesso invece si alzano barriere a difesa delle “cittadelle d’occidente” e si ergono blocchi navali indifferenti alla morte.
Insomma il racconto della mostra documenta: da un lato, la “città animata da attività economiche, scambi commerciali, relazioni sociali a cui a diverso titolo partecipavano gli ebrei, che erano mercanti e banchieri ma anche artigiani e lavoranti”; dall’altro, il sistema amministrativo impegnato a “regolamentare i rapporti tra i cittadini autoctoni, pisani, genovesi, lombardi, spagnoli ed ebrei (gli arabi erano stati allontanati forzatamente dalla Sicilia già nel XIII secolo)”.
In un clima di intolleranza e di razzismo com'è quello contemporaneo, mettere in evidenza un'epoca in cui la pacifica convivenza fra schiatte diverse dentro le mura di una grande città non era assolutamente fatto insolito, ma regola urbana condivisa dai suoi abitanti, potrebbe essere un buon tentativo di recuperare radici, un buon viatico per far rifiorire analoghe socialità.

il presente articolo modifica ed integra quello già pubblicato su "PALERMO TODAY" il 9 nov 2018