-toni casano-
“La Vedova Ricca e
altre storie del Cassaro. Ebrei a
Palermo nel ‘400" - Biblioteca Centrale Regione Siciliana, Sala delle
Missioni. La narrazione della vicenda particolare di un’imprenditrice
ebrea e della sua comunità, insediatasi nel tessuto economico cittadino che si
snodava lungo l’asse urbano principale, cuore del Centro Storico di Palermo
La mostra che si è inaugurata lo scorso venerdì 9
nella Sala delle Missioni, all’interno della Biblioteca Centrale Regione
Siciliana di Corso Vittorio Emanuele, è stata preceduta con successo di
pubblico da incontro presso la Sala Consultazione, a cui hanno partecipato,
unitamente alla curatrice Denise Gargano – dirigente della BCRS, ideatrice del
progetto che relazionerà sul percorso espositivo – alcune tra le studiose più
accreditate esperte della cultura ebraica. I contributi in scaletta delle
relatrici hanno avuto per oggetto tematico le seguenti dissertazioni: Usi ebraici e medievali, Luciana Pepi; Storytelling: Ricca Sivena e le altre, Angela Scandaliato; Donne ebree: la doppia differenza, Rita Calabrese.
Un’inaugurazione tutta al femminile, anche perché la
figura attorno a cui è ruotata la ricerca era la vedova ebrea Ricca Sivena, fra
le tante altre donne che hanno contribuito, in uno con la propria comunità
originaria, allo sviluppo della società palermitana nel segno di una feconda
contaminazione relazionale, pur mantenendo ciascuna comunità le proprie
singolarità. Su questa narrazione si possono consultare gli studi condotti da
Mariuccia Krasner che ha ricostruito la storia dell’antica comunità giudaica di
Palermo nel XV secolo, ma anche la stessa Angela Scandaliato che, mediante la
raccolta di fonti documentarie inedite e non, ha delineato i profili di ebree
ed ebrei vissuti in Sicilia, fra i quali quello di Ricca Sivena.
Partendo dalla vicenda particolare di questa
imprenditrice ebrea, insediatasi nel tessuto economico cittadino che si snodava
lungo l’asse del Cassaro, cuore del centro storico di Palermo, la mostra in
argomento, così come viene descritta nella presentazione, “utilizzando il
materiale bibliografico della BCRS, ma anche materiale documentario
dell’Archivio di Stato di Palermo nonché il materiale iconografico della
Galleria di Palazzo Abatellis, vuole offrire uno squarcio sulla vita, gli usi
giuridici, i luoghi degli ebrei di Palermo nello scenario del Cassaro, poco
prima della loro espulsione avvenuta nel 1492”
Dal percorso espositivo documentale e bibliografico
emerge un quadro narrativo che metta in luce il contesto meticciale di una realtà urbana costituita dalle diverse anime
etniche, religiose, politiche, sociali, le quali scandivano il ritmo della la
vita di una delle capitali del Mediterraneo, ch’era stata un passaggio
fondamentale per lo sviluppo non solo economico del mondo conosciuto di allora,
di cui il mare
nostrum era il trait d'union,
l’intreccio di civiltà contrassegnate dalla migranza errante, coercitiva o
volontaria: un tempo il Mediterraneo era la strada liquida
percorsa in lungo e in largo, tratto distintivo di una mobilità certamente
perigliosa e conflittuale, dove forze pari tra loro giocavano per l’egemonia.
Adesso invece si alzano barriere a difesa delle “cittadelle d’occidente” e si
ergono blocchi navali indifferenti alla morte.
Insomma il racconto della mostra documenta: da un
lato, la “città animata da attività economiche, scambi commerciali, relazioni
sociali a cui a diverso titolo partecipavano gli ebrei, che erano mercanti e banchieri
ma anche artigiani e lavoranti”; dall’altro, il sistema amministrativo
impegnato a “regolamentare i rapporti tra i cittadini autoctoni, pisani,
genovesi, lombardi, spagnoli ed ebrei (gli arabi erano stati allontanati
forzatamente dalla Sicilia già nel XIII secolo)”.
In un clima di intolleranza e di razzismo com'è quello
contemporaneo, mettere in evidenza un'epoca in cui la pacifica convivenza fra
schiatte diverse dentro le mura di una grande città non era assolutamente fatto
insolito, ma regola urbana condivisa dai suoi abitanti, potrebbe essere un buon
tentativo di recuperare radici, un buon viatico per far rifiorire analoghe
socialità.
il presente articolo modifica ed integra quello già pubblicato su "PALERMO TODAY" il 9 nov 2018
il presente articolo modifica ed integra quello già pubblicato su "PALERMO TODAY" il 9 nov 2018