CHI SIAMO
Noteblock blogmagazine è uno spazio di servizio aperto alle esperienze dei movimenti e che si propone come strumento di dialogo fra le singolarità della moltitudine, senza parimenti porsi, nemmeno lontanamente, la “necessità della sintesi”. Anzi, riafferma la distanza siderale dall’ipostasi novecentesca che vedeva nel partito il motore della trasformazione della società, processo incardinato nella egemonia lavorista attraverso cui conquistare le leve della macchina-Stato, surrogando l'autonomia operaia con l’autonomia del politico.
Riteniamo opportuno, quindi, offrire questo spazio al fine di contribuire alla socializzazione quanto più ampia possibile delle elaborazioni critiche e alla circolarità delle esperienze di lotta che si muovono dentro il conflitto sociale, ma anche per promuovere temi di discussione sulle articolazioni delle iniziative e degli approfondimenti teorici, senza rinunciare ovviamente al nostro punto di vista, al fine di contribuire alla accelerazione del processo costituente del comune, al di là dei luoghi strutturati della politica e dei circuiti culturali formali. Ormai da anni abbiamo ripreso il filo rosso di un discorso che non ha più il feticcio di un partito, che non pretende di scovare la contraddizione fondamentale e non mitizza l'esodo delle moltitudini dimenticando la molteplicità dei territori e le diversità delle esperienze. Altra cosa è la pratica, quella sì, minoritaria ma democratica, di riappropriazione dei beni comuni, di sottrazione alla mercificazione e costruzione di una democrazia partecipata e non formalmente rappresentativa. Gli uomini sono tutti neri, indipendentemente dal colore della pelle: il processo è contingente, immanente, privo di finalità ultime, eppure è sempre possibile schivare il presente o raggiungerlo. Resta ancora irrisolta la contraddizione tra la forma determinata della distribuzione della ricchezza e l'emergenza di bisogni sociali insoddisfatti; questa contraddizione è segnata da una natura seconda, quella stessa che quotidianamente produce una ricchezza che nel paradigma capitalistico non può essere raccontata, una soggettività che senza teorie e pratiche resta spettrale. Ecco un buon motivo, anche per non prendersi troppo sul serio: ridare voce e argomenti agli spettri. Del resto nell'Odissea, quando Ulisse alla corte dei Feaci racconta il suo viaggio avventuroso, alla fine si arresta, e chiede – produce – argomenti, interpretazioni, che permettano ai sensi di non arrendersi al senso unico. Non c'è più il vuoto, il silenzio che precede la parola, e neppure lo sgomento, quello che segue al trauma, ma uno spazio striato, una complessità irriducibile al diritto e alla violenza, una parte, un non tutto, dei senza parte, sempre meno invisibili eppure senza ragioni, dissoi logoi (discorsi dissonanti), posizioni e pratiche di dissenso. Questo ci piacerebbe costruire e mettere in circolo.
testata ɲ ẞ ḃ Ɱ: @gioacchinomangano
blogger coordinatore: Toni Casano (giornalista)
leggi il numero zero\ 2011 di Noteblick rivista (su cartaceo) nella newsletter n.1 - rassegna
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