da
Radio Città Aperta
Ken
Loach è stato recentemente a Roma. In questa intervista al regista britannico
parliamo del suo ultimo, splendido film "Jimmy's hall", uscito in
questi giorni nelle sale e che al festival di Cannes è stato oggetto di
acclamazione. Il film di Ken Loach narra una storia vera, ancora una volta
ambientata in Irlanda. La storia è quella di Jimmy Gralton che nel 1921 in un
piccolo centro rurale irlandese apre una sala da ballo: la Pearse Connolly
hall, che per le sue caratteristiche di "luogo sociale" diventa ben
presto un punto di riferimento degli spiriti liberi e ribelli e fonte di
preoccupazione per le autorità politiche ed ecclesiali
Abbiamo
incontrato Ken Loach all’Hotel Sofitel di Roma per un’intervista di gruppo. Una
persona assolutamente discreta e gentile che ha reso l’incontro che sognavamo
da tempo davvero emozionante.
d. Cosa l’ha colpito di questa storia?
r. Paul Laverty sentì questa storia alcuni anni fa e ci interessava perché era
una sorta di microcosmo, una sala da ballo con poche centinaia di persone
eppure succedeva qualche cosa che era pericoloso, soprattutto per lo Stato.
Hanno tentato di schiacciarlo. Anche la Chiesa. E che cosa facevano? Perché era
pericoloso? Perché danzavano? Perché facevano sport o artigianato? Era un
pericolo continuo per la Chiesa. Il problema era che in questo luogo si faceva
politica, si parlava di giustizia, si parlava di disuguaglianze e questo era
davvero pericoloso.
d. Un altro tassello nella storia dell’Irlanda e un altro tassello del
suo cinema che difende degli uomini che hanno delle idee e per questo sono
anche morti..
r. Con Paul avevamo già fatto il film sulla guerra civile irlandese “Il vento
che accarezza l’erba” e si parlava di un grande evento. In questo caso si parla
di una storia piccola però, una storia importante perché parla dei sogni e
delle possibilità che ci sono quando si ottiene l’indipendenza da un grande
potere imperiale come la Gran Bretagna. Si sviluppano molte opportunità però
bisogna chiedersi poi come si possa organizzare il nuovo Stato. Si può andare
verso la giustizia, l’uguaglianza oppure verso l’oppressione. E purtroppo si è
andati verso l’oppressione e la repressione. Ecco Jimmy’s hall parla proprio di
questo di quello che è successo con questi sogni.
d. Ci sono molti parallelismi tra “Il vento che accarezza l’erba”e questo
film. Nel primo film però abbiamo uno scenario di guerra e il film finisce
male, mentre in “Jimmy’s hall” è più facile identificarsi, ci sono temi molto
attuali, come ad esempio l’occupazione della casa e lo sfratto evitato. Crede
che oggi ci sia qualcosa di positivo in cui sperare?
r. Ci sono sicuramente molti paralleli, quello di cui abbiamo bisogno oggi é di
uno spazio libero dove poter esprimere le nostre idee, dove possiamo
divertirci, danzare e questo significa creare solidarietà, creare forza.
Parlavi dell’esempio degli sfratti, esempio molto attuale, per la comunità di
Jimmy questo era uno dei motivi per organizzarsi, per resistere e riportare la
gente nelle proprie case. Per quello che riguarda invece le religioni: oggi il potere
della religione cattolica è magari minore ma ci sono ancora religioni che
esprimono repressione nel mondo, sono autoritarie e soprattutto odiano la
musica, odiano il divertimento. Per quello che riguarda l’eredità, nell’ultima
scena Jimmy promette di mandare dei soldi e poi lo fa veramente. Questo senso
di gioia non può essere represso e abbiamo bisogno di organizzarci non solo
politicamente ma anche socialmente.
d. Visto che ha parlato della chiesa cattolica. Oggi si parla di un nuovo
corso con l’arrivo di Papa Francesco. Cosa ne pensa?
r. E’ difficile per me giudicare, più che altro pongo delle domande. Se è
progressista nei suoi atteggiamenti questo naturalmente mi va bene però
dobbiamo farci delle domande su quello che è il suo passato. Per esempio, quale
ruolo ha avuto durante la dittatura in Argentina? Che importanza aveva per lui
la Teologia della Liberazione in Sud America? Insomma, c’erano grandi battaglie
in America Latina, le ha sostenute? In ogni caso sono dell’idea che è sempre
positivo quando ci si batte con idee progressiste. Tuttavia penso che la
religione sia una questione privata che non debba influenzare la politica che è
una questione laica.
pubblicato
anche su facemagazine.it