di
Piero Bernocchi
Lo
sciopero è stato deciso e articolato in un lungo lavoro di massa, assembleare,
altamente inclusivo, paritario e senza gerarchie o egemonie, partendo dal presupposto
che il frantumato fronte del lavoro e non-lavoro non può trovare unità e
alleanze se non riconoscendo il ruolo paritario di tutti i settori sociali e
delle aree organizzate disponibili, eliminando velleità egemoniche e settarismi
di sorta
Parte in maniera eccellente la
Coalizione dello sciopero sociale, in radicale opposizione alle politiche del
governo Renzi e della UE, al Jobs Act, alla Legge di stabilità, al
Piano-Scuola, allo Sfascia Italia
Più
di centomila “strikers” socialiper 24 ore nelle piazze, nelle strade, nei
quartieri popolari, partendo dai luoghi di lavoro e di studio e dai territori
di almeno 30 città(con le punte massime di partecipazione a Roma e a Napoli, 20
mila in corteo in entrambe), hanno decretato l’eccellente successo di una
grande e originale Coalizione sociale, di un programma alternativo alla
distruttiva austerità e di un metodo di lavoro massimamente democratico ed
inclusivo.
Non
è solo la quantità di partecipanti allo sciopero sociale a decretarne il
successo oltre le migliori previsioni, quanto gli elementi di novità che
tracciano un percorso fecondo per tutti/e quelli che si oppongono alle
catastrofiche politiche economiche e sociali della UE e del governo Renzi. Lo
sciopero è stato deciso e articolato in un lungo lavoro di massa, assembleare,
altamente inclusivo, paritario e senza gerarchie o egemonie, partendo dal
presupposto che il frantumato fronte del lavoro e non-lavoro non può trovare
unità e alleanze se non riconoscendo il ruolo paritario di tutti i settori
sociali e delle aree organizzate disponibili, eliminando velleità egemoniche e
settarismi di sorta.
Lo
sciopero ha unito il lavoro dipendente “stabile” e precario, del pubblico
impiego e del privato, con la presenza di tutte le tipologie del lavoro più
indifeso, precario ma anche gratuito, e di quel piccolo lavoro autonomo, delle
partite Iva e non solo, che subisce la crisi quanto il lavoro dipendente; e in
piazza gli studenti medi e universitari erano presenti in massa, consapevoli
del loro destino di apprendisti precari. Inoltre, con una modalità senza
precedenti nella storia degli scioperi in Italia e in Europa, abbiamo
manifestato per l’intera giornata, da una mezzanotte all’altra, dando vita in
tutta Italia a centinaia di iniziative di grande visibilità e ideando un
modello, lo sciopero sociale di 24 ore, da cui non torneremo indietro.
Abbiamo
protestato contro le distruttive politiche di austerità della UE e del governo
Renzi, il Jobs Act e l’abolizione dell’art.18, la precarietà e le
privatizzazioni, la legge di Stabilità e il Fiscal Compact, il blocco dei
contratti nel PI, e la Legge Fornero, e richiesto un reddito minimo garantito,
consistenti aumenti di salari e pensioni, significativi investimenti nei
servizi pubblici fondamentali (scuola, sanità, trasporti ecc..) e nei Beni
comuni, nel diritto alla casa. In particolare studenti, docenti ed Ata hanno
espresso il rifiuto del Piano Renzi, dei presidi-padroni, del Sistema di
Valutazione con i grotteschi quiz Invalsi, della subordinazione delle scuole
alle imprese, richiedendo l'assunzione di tutti i precari/e che lavorano da
anni nella scuola, massicci investimenti per l’istruzione ed il recupero salariale
per docenti ed Ata di quanto perso per la crisi e il blocco dei contratti,
oltre all’immediato pensionamento dei Q96.
Nei
prossimi giorni la lotta proseguirà - a Roma davanti alle sedi parlamentari -
contro il Jobs Act e la Legge di stabilità in discussione alla Camera e al
Senato, mentre domenica 30 novembre a Napoli si svolgerà l’Assemblea nazionale
dei Laboratori dello sciopero sociale, nella quale la Coalizione deciderà come
proseguire e intensificare le mobilitazioni e come allargare e approfondire
l’alleanza sociale che oggi è stata varata con grande successo nelle piazze
italiane.