di Fabio Sebastiani
"Andiamo avanti per costruire l'opposizione sociale molteplice"
è il titolo dell’intervista che ha raccolto Controlacrisi, rilasciata dal Laboratorio
per lo sciopero sociale di Milano, intervenuto dal palco della Fiom di Piazza
Duomo. La capitale meneghina, tra le venti città in cui l’altro ieri c’è stata
l’ondata di proteste suscitate dalla “molteplicità” e dalla “contaminazione”, rappresenta un osservatorio privilegiato:
“Ora la discussione che si apre è sulla
partecipazione o meno allo sciopero generale della Cgil, che si articolerà con
iniziative territoriali. Davanti, inoltre, una miriade di scadenze locali e
nazionali sia del percorso del Laboratorio che delle varie vertenze locali. A
Milano c'è No Expo che per il suo carattere di "vetrina Renzi" assume
però un rilievo nazionale”
d. Che valutazione fate della giornata di ieri,
considerando che Milano per certi versi rappresenta un osservatorio
privilegiato con la presenza di Fiom e Cgil?
r. La valutazione che
facciamo è positiva. La giornata in realtà a Milano è stata abbastanza
particolare perché ufficialmente non c’è un laboratorio sullo sciopero sociale
ma un processo convergenze accelerate e positive, soprattutto nelle ultime
settimane. Al centro di questo processo c’è il “No Expo” che ha assunto un
ruolo di catalizzatore. Siamo di fronte a un meccanismo di convergenza che poi
qualche frutto l’ha dato. Nel senso che, per esempio, l’intervento dal palco
Fiom a fianco a Landini e Camusso di un rappresentante di Sciopero sociale,
molto applaudito, ha rappresentato una novità importante, che non si aveva da
tempo. Crediamo che la giornata abbia avuto dei segnali positivi e lasciato dei
segni qui in città con una manifestazione molto grossa.
d. Una molteplicità di cortei anche…
d. Una molteplicità di cortei anche…
r.
Gli altri cortei hanno avuto una discreta
partecipazione ma in questo… la giornata ha rappresentato bene come Milano
abbia provato a fare opposizione sociale e come questo ora fa convergenza con
la Fiom. Nei cordoni c’è stata una presenza molto variegata, e quindi un
potenziale molto positivo.
d. Ora si tratta di andare avanti…
r. Questo è sicuramente
un primo avvio che ha bisogno di moltissimo lavoro e di sostanza sul piano
concreto e organizzativo. Questo lavoro sullo sciopero va reso più efficace per
rendere l’impatto della lotta più forte. Da Milano arriva un segnale di voler
vedere finalmente in campo una direzione differente rispetto a quella degli
ultimi anni. In particolare noi guardiamo al primo maggio perché sarà
l’inizio dell’Esposizione universale e noi da tempo stiamo ragionando sul fatto
che il prima e il dopo saranno periodi fondamentali per incrociare le lotte. Il
primo maggio per verificare i percorsi iniziati in questi giorni. Expo, non è
una novità, sarà la vetrina di tante cose, soprattutto del Governo Renzi.
d. Sul piano pratico quali acquisizioni ci sono?
d. Sul piano pratico quali acquisizioni ci sono?
r. A Milano
l’esperienza più interessante e avanzata è la logistica, in cui si sta
sperimentando molto, grazie anche al lavoro di Adl. Da mesi sono in lotta.
Negli ultimi due anni è riuscita a trovare forme di autorganizzazione molto
interessanti e sempre guardando al contesto cittadino. Risultato, ieri erano
500 in corteo. Il punto grosso è che sicuramente come ha detto Elio dal palco
c’è un gap da colmare tra chi non ha rappresentanza e chi ce l’ha. E che in
questi anni la politica del sindacati ha contribuito a questo gap.