domenica 16 novembre 2014

Intervista al Laboratorio sciopero sociale di Milano

di Fabio Sebastiani

"Andiamo avanti per costruire l'opposizione sociale molteplice" è il titolo dell’intervista che ha raccolto Controlacrisi, rilasciata dal Laboratorio per lo sciopero sociale di Milano, intervenuto dal palco della Fiom di Piazza Duomo. La capitale meneghina, tra le venti città in cui l’altro ieri c’è stata l’ondata di proteste suscitate dalla “molteplicità” e dalla “contaminazione”,  rappresenta un osservatorio privilegiato: “Ora la discussione che si apre è sulla partecipazione o meno allo sciopero generale della Cgil, che si articolerà con iniziative territoriali. Davanti, inoltre, una miriade di scadenze locali e nazionali sia del percorso del Laboratorio che delle varie vertenze locali. A Milano c'è No Expo che per il suo carattere di "vetrina Renzi" assume però un rilievo nazionale”  

d. Che valutazione fate della giornata di ieri, considerando che Milano per certi versi rappresenta un osservatorio privilegiato con la presenza di Fiom e Cgil?

r. La valutazione che facciamo è positiva. La giornata in realtà a Milano è stata abbastanza particolare perché ufficialmente non c’è un laboratorio sullo sciopero sociale ma un processo convergenze accelerate e positive, soprattutto nelle ultime settimane. Al centro di questo processo c’è il “No Expo” che ha assunto un ruolo di catalizzatore. Siamo di fronte a un meccanismo di convergenza che poi qualche frutto l’ha dato. Nel senso che, per esempio, l’intervento dal palco Fiom a fianco a Landini e Camusso di un rappresentante di Sciopero sociale, molto applaudito, ha rappresentato una novità importante, che non si aveva da tempo. Crediamo che la giornata abbia avuto dei segnali positivi e lasciato dei segni qui in città con una manifestazione molto grossa.

d. Una molteplicità di cortei anche…

r. Gli altri cortei hanno avuto una discreta partecipazione ma in questo… la giornata ha rappresentato bene come Milano abbia provato a fare opposizione sociale e come questo ora fa convergenza con la Fiom. Nei cordoni c’è stata una presenza molto variegata, e quindi un potenziale molto positivo.

d. Ora si tratta di andare avanti…

r. Questo è sicuramente un primo avvio che ha bisogno di moltissimo lavoro e di sostanza sul piano concreto e organizzativo. Questo lavoro sullo sciopero va reso più efficace per rendere l’impatto della lotta più forte. Da Milano arriva un segnale di voler vedere finalmente in campo una direzione differente rispetto a quella degli ultimi anni. In particolare noi guardiamo al primo maggio perché sarà l’inizio dell’Esposizione universale e noi da tempo stiamo ragionando sul fatto che il prima e il dopo saranno periodi fondamentali per incrociare le lotte. Il primo maggio per verificare i percorsi iniziati in questi giorni. Expo, non è una novità, sarà la vetrina di tante cose, soprattutto del Governo Renzi.

d. Sul piano pratico quali acquisizioni ci sono?

r. A Milano l’esperienza più interessante e avanzata è la logistica, in cui si sta sperimentando molto, grazie anche al lavoro di Adl. Da mesi sono in lotta. Negli ultimi due anni è riuscita a trovare forme di autorganizzazione molto interessanti e sempre guardando al contesto cittadino. Risultato, ieri erano 500 in corteo. Il punto grosso è che sicuramente come ha detto Elio dal palco c’è un gap da colmare tra chi non ha rappresentanza e chi ce l’ha. E che in questi anni la politica del sindacati ha contribuito a questo gap.