Sommario
a
cura di Mouvements.info
Philippe
Van Parijs, filosofo ed economista belga, è nel panorama internazionale
tra gli intellettuali più attivi nella campagna per il Reddito di base
incondizionato. Un tema fondamentale questo che attraversa il dibattito dei
movimenti antagonisti che promuovono istanze di accesso al reddito sganciato
dal rapporto di scambio Capitale/Lavoro e dalla forma salario come chiave di
accesso alla distribuzione della ricchezza
di
Sergio Bologna
L'Associazione
Consulenti Terziario Avanzato-ACTA deve alzare il tiro o, possibilmente,
spostarlo. “Parlando solo di diritti dei lavoratori autonomi rischia di farsi
liquidare come una tribù in via di estinzione, un’etnia da rinchiudere in una
riserva... deve
dialogare, deve cercare alleanze con tutto ciò che sa di innovazione, lo deve
cercare all’interno del mondo dell’impresa, lo deve cercare anche tra quei
servitori dello stato che, spesso isolati da tutti e umiliati dalla loro stessa
amministrazione, difendono i beni collettivi, lo deve cercare in quel che resta
del mondo della cultura e della scienza”
di
Alessandro Brunetti
Dalla
favole del rottamatore alla dura realtà dei provvedimenti contro i precari. La
vicenda dei contratti a termine è interessante. Si parte da un assunto non
detto ma assolutamente evidente: la precarietà è una condizione generale che è
destinata ad abbracciare tutta la vita lavorativa e non solo la fase di
inserimento nel mondo del lavoro.
di
Gianni Giovannelli
In
barba alle direttive europee e al principio che il contratto di lavoro di
riferimento è quello subordinato a tempo indeterminato, le misure del governo
Renzi, liberalizzando totalmente il contratto a tempo determinato e
l’apprendistato, rendono il contratto a termine (sino a tre anni, rinnovabile
ben 8 volte) l’architrave del mercato del lavoro e ne sancisce la definitiva
precarizzazione. Oltre a rendere la precarietà giuridicamente strutturale (già
lo è nella realtà) pone una serie di questioni rilevante in tema di rappresentanza.
Come reagire?
di
Enzo Traverso
da
guastafeste e intelligenza critica che afferma la verità contro il potere –
l’intellettuale- si è progressivamente trasformato in “esperto” al servizio dei
potenti e specialista della comunicazione. In questo nuovo paesaggio segnato
dalla fine delle utopie, dalla svolta conservatrice degli anni Ottanta e dalla
mercificazione della cultura, il pensiero dissidente non è però scomparso. Ora
per inventare nuove utopie gli intellettuali dovranno uscire dai loro ambiti
specialistici e ritrovare un atteggiamento universalista.
di
∫connessioni precarie
Dopo il caso di Silvia Guerra,
l’artista e cittadina italiana da tempo residente a Bruxelles che è stata
espulsa perché considerata un peso per il welfare belga, abbiamo iniziato a
ripensare in che modo l’Europa sta riconfigurando i suoi confini e come la
questione della mobilità si colloca in tale scenario. L’affaire-Guerra,
infatti, non è isolato, ma è uno dei molti casi di restrizione alla libertà di
movimento delle persone all’interno dell’Europa
di Lapo
Berti
Ci
siamo illusi che la società potesse vivere senza la fatica e le pene del
conflitto, che la coesione sociale e la democrazia potessero essere il frutto
della pacifica convivenza fra egoismi. La democrazia desertificata che abbiamo
di fronte ci dice che non è così. Il conflitto sociale è la linfa della
democrazia e anche il costo che dobbiamo pagare perché essa viva
di
Elvira Vannini
La
memoria collettiva “ha costituito un’importante posta in gioco nella lotta per
il potere condotta dalle forze sociali. Impadronirsi della memoria e dell’oblio
è una delle massime preoccupazioni delle classi, dei gruppi e degli individui
che hanno dominato e dominano le società storiche” (Jacques Le Goff, Storia e
Memoria, 1986)
di
Riccardo Bellofiore
“Keynes
era per varie ragioni convinto di una tendenza al ristagno nel capitalismo
sviluppato (...). Ne traeva perciò la conclusione che fosse opportuna una
significativa ‘socializzazione dell’investimento’, unico strumento in grado di
condurci nella zona della piena occupazione delle risorse produttive, incluso
il lavoro”
di Federico
Tomasello
Il
meeting è stato promosso dalla Fundación
de los Comunes e dal network europeo di musei L’Internationale, si
è tenuto principalmente nella suggestiva cornice del museo Reina Sophia, ed ha
più volte posto il problema di unire immaginazione artistica e immaginazione
politica nella costruzione di una nuova idea di Europa
di
Euronomade
catene
produttive, lavoro migrante, finanza, questi i temi su cui ruota l’intervista
al ricercatore di Sociologia
dei processi economici e del lavoro dell’Università patavina
(Dipartimento FISPPA), esperto dei fenomeni economico-sociali nell’area dei
paesi est-europei
di
Danilo Mariscalco
Presentiamo
la premessa del volume Dai
laboratori alle masse. Pratiche artistiche e comunicazione nel movimento del
’77, editoda Ombre Corte (2014). Il libro propone un’analisi sulle
forme dell’antagonismo liberato dal peso della tradizione del movimento operaio
ufficiale e dentro le quali si intrecciano nuovi linguaggi,
scritture e nuovi strumenti di comunicazione
di
Elisabetta Teghil
Recuperare
la storia e la memoria del movimento femminista, storia e memoria che vengono
stravolte, manipolate, falsificate riducendo la trasgressione femminista ad un
percorso di emancipazione dai tratti deterministici dove il miglioramento della
nostra condizione sarebbe graduale e ineluttabile in una società che
progredisce nell’attenzione alle diversità e ai diritti
di
Mattia Ciampicacigli
Democrazia
ristretta/ Il deficit democratico europeo è un vizio d'origine o il
risultato di un'involuzione autoritaria? La doppia sfida di Tsipras è quella di
cambiare la sinistra e allo stesso tempo l'Europa, superando i nazionalismi
di Marco
Bascetta
sostituire
alla sinistra italiana, alle sue baruffe paesane e ai suoi galatei giustizialisti,
una sinistra europea che tragga dalla scala stessa su cui opera la sua radicalità. Uno
strappo nel tessuto «moderato» e miope della politica nostrana, forzandone
riti, vincoli e confini
da
alfabeta2
si
intensifica il dibattito attorno alla scommessa politica rappresentata dalla
Lista Tsipras alle prossime elezioni europee. Proponiamo gli interventi di
Fumagalli, Bifo e Formenti. L’entusiasmo non è il massimo in nessuno dei tre
interventi. Ma diversamente da quello di Formenti, le cui distanze sono nette,
gli altri due invitano a “sporcarsi le mani”
da
Commonware
le
riflessioni e la cronaca sullo sviluppo dell’insorgenza in Ucraina.
L’intervista, apparsa sul sito avtonomia.net,
fornisce una preziosa analisi militante di insieme del movimento cosiddetto
“Euromaidan”, della sua genealogia e della sua composizione, delle differenze
economiche e sociali tra le diverse regioni del paese, dell’impatto della crisi