sabato 21 novembre 2020

LO SGUARDO DEL CONTROLLO

-BRAIN UNIBO-

     DIDATTICA ON LINE. CONTRADDIZIONI E LINEE DI CONTINUITÀ                                                                 Lo sguardo dei docenti - soprattutto nei momenti della valutazione - che entra nelle stanze di studentesse e studenti è uno sguardo deputato al controllo


Università sta approfittando della transizione alle forme di insegnamento a distanza per rafforzare il sistema creditizio di quantificazione del sapere. Senza un ripensamento dei piani didattici, la DAD finisce per incentivare una semplice acquisizione dell’informazione, prediligendo un insegnamento e un apprendimento come trasmissione funzionale di “pacchetti” di conoscenze e piani didattici che non prevedono momenti seminariali, dialogo con e tra gli studenti, ma soltanto uno schema verticale che stabilisce chiare figure di autorità . L’unica forma di cooperazione e comunicazione che interessa nell’aula virtuale è quella governata dai criteri efficientistici. «Quante informazioni hai appreso?» è una delle domande presenti in un questionario diffuso negli scorsi mesi da Unibo, come se fosse possibile quantificarle al netto della capacità di guardar-le con occhio critico e di maneggiarle. La stessa ossessione per il controllo degli studenti ha effetti anche sul tipo di esame che viene somministrato alla fine dei corsi. Sempre più spesso per gli esami a distanza si prediligono modalità che impediscano di copiare. Come? Ad esempio, dando meno tempo, creando test con domande a risposta multipla in modalità sequenziale, di modo che non si possa tornare indietro e cambiare la risposta precedente. La verifica che viene richiesta è quella dell’acquisizione di un sapere codificato, standardizzato, da tutti i punti di vista controllato.

In questi processi noi vediamo non la semplice gestione di una situazione eccezionale, bensì il tentativo di realizzare, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie della distanza, un progetto a lungo termine che va ben oltre l’emergenza della pandemia. Dentro trasformazioni di cui ora siamo testimoni si sta provando a legittimare con le retoriche della tecnica e dell’efficienza una serie di idee e di progetti che circolano già da qualche anno sia in Italia che all’estero: è l’ambito del Learning Analytics, in cui lo studente in ingresso viene definito come un “semilavorato pregiato”, e lo studente che si laurea costituisce l’output, il pro-dotto, dell'industria-università. In questo quadro l’università è pensata semplicemente come una fabbrica della società, e per le sue operazioni diventano indispensabili gli strumenti per valutare continuamente i risultati di apprendimento in termini misurabili, predire il successo accademico degli studenti stessi. Questa fabbrica produce evidentemente delle merci sempre più povere, perché il loro valore in termini di sapere e di autonomia viene qualificato e quantificato continuamente, perché sono pensate in un indirizzo specifico, ovvero la domanda della società. Il fatto di assicurarsi che lo studente abbia acquisito una serie di skills e un sapere standardizzato e settoriale diventa essenziale per produrre figure altamente specializzate ma anche continuamente sostituibili e intercambiabili all’interno dei processi produttivi, in modo evidentemente funzionale al processo generale di precarizzazione dei contratti di lavoro e delle vite.

Il nostro obiettivo è tenere insieme docenti e studenti nello sviluppo della nostra discussione, perché non possiamo limitarci a osservare questi processi da un’unica prospettiva: é necessario innescare una comunicazione e una cooperazione che coinvolgano tutti coloro che sono dentro l'università e approfondire i punti che richiedono ulteriori ragionamenti collettivi. Non si può seguire il percorso che Unibo ora vuole imporre, né tornare al modello di università precedente. Unibo sta utilizzando la DAD per accelerare e intensificare trasformazioni dell’Università che già contestavamo, approfittando della situazione di emergenza per imporle senza il confronto con chi l’università la vive e la anima quotidianamente, studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici, docenti. È urgente ragionare su questi temi, che vanno posti all'interno di una riflessione condivisa, per dare spazio a voci diverse rispetto a quelle fatte circolare da Unibo, che presenta e induce a seguire specifici modelli di didattica, troncando le nuove possibilità sperimentate autonomamente o incanalandole all'interno di uno schema già deciso.


 

per la lettura integrale si rinvia a /brainunibo