sabato 17 ottobre 2020

DALLO STUDENT HOTEL ALLA LUNA

-CUA Bologna-

    LOTTA CONTINUA PER GLI SPAZI 

l'avevano annunciato ad inizio ottobre e ieri l'altro sono tornat_ in Bolognina
per puntare nuovamente il dito contro un modello di città e
di università inaccessibile ed escludente
"Abbiamo dimostrato con tutta la determinazione -scrivono dal CUA-, la rabbia e la forza di chi ha voglia di essere protagonista dei cambiamenti della propria città che non chineremo la testa di fronte a quelle decisioni politiche ed economiche che non tengono mai conto delle nostre necessità e dei nostri desideri"

"Noi però non siamo qua per resistere, siamo qua per attaccare!
Attacchiamo The Student Hotel perché è l'emblema di come il profitto venga sempre prima del bisogno. Attacchiamo il comune perché al posto di affrontare l'emergenza abitativa ormai strutturale a Bologna, plaude alla speculazione e alle iniziative delle multinazionali.
Attacchiamo l'UniBo perché invece che farsi garante del diritto allo studio esternalizza sempre di più questo compito ai privati"
"In un momento di crisi pandemica - con posti dimezzati negli studentati, nelle aule studio, a lezione, con la mancanza totale di un servizio mensa e di trasporti adeguati alla nostra tutela, con la chiusura di tantissimi spazi fisici, di aggregazione, di confronto, di socialità - ciò di cui realmente abbiamo bisogno è spazio. La salute si tutela con l'autogestione e l'autorganizzazione, non può essere una scusa per toglierci sempre di più!"
l'abbiamo dimostrato, non è delle briciole che ci accontentiamo.
"Se ciò di cui abbiamo bisogno e desideriamo
non è accessibile a tutt_, ce lo andremo a prendere!"

Dall’inizio della pandemia il vaso di Pandora dell’Università di Bologna è stato scoperchiato: l’interesse per il profitto ed il posizionamento nei ranking supera di gran lunga quello per l’accessibilità, la sicurezza, il diritto allo studio e all’espressione. Mentre il lockdown ci costringeva alla didattica a distanza, l’UniBo scaricava su studenti e studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici gli oneri della sua “digitalizzazione”. Abbiamo pagato il Wi-Fi, il riscaldamento, l’elettricità, ci siamo comprati dei computer per poter seguire le lezioni, tutto ciò senza alcuna agevolazione; abbiamo condiviso stanze doppie e continuato a pagare gli affitti mentre gli unici ausili del Comune andavano ai padroni di casa. Non riuscivamo a pagare le tasse ed ecco che subito sono scattate le more.

Il ritorno in presenza ha confermato l’avidità dell’Alma mater; questa si è tradotta da subito in una speculazione senza precedenti sullo spazio: posti in studentato dimezzati, mensa e sale ristoro chiuse, posti in aula studio e orari drasticamente ridotti. Come se non bastasse è arrivato anche l’attacco sanguinario ai luoghi della socialità e del confronto studentesco. Nella visione imprenditoriale della governance universitaria non c’è spazio per momenti che non siano di immediata produttività, non c’è spazio per quei servizi essenziali che consentono a molti di vivere nella sempre più cara città di Bologna.
Lo spazio è stato trovato esclusivamente per le elites: The Student Hotel, i padiglioni in fiera affittati per la Bologna Business School e il lancio del progetto per un nuovo campus proprio per la “premiata” scuola d’affari.
A cosa sono servite le tasse che ci hanno continuato ad estorcere? Perché l’Università si lancia in sofisticati esperimenti di speculazione edilizia mentre non concede neanche le briciole a studenti e studentesse? La scusa della salute non può più reggere; per garantire la tutela di tutt_ è necessario più spazio, non meno! Si apre sul tema dello spazio un confronto che non può vederci vittime o spettatori imparziali.
É ora di riprenderci tutto lo spazio fisico, umano e sociale di cui abbiamo bisogno per dar vita ai nostri desideri!
Troviamoci per discuterne tutti e tutte in assemblea, all'insegna dell'autotutela collettiva, mercoledì 21 ottobre alle ore 18 al n° 38 di via Zamboni (Facoltà di Lettere e Filosofia)