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con il contributo di Melania Messina
UN ABBRACCIO ALLA POETESSA DELLE LOTTE CONTADINE
"foto ©Melania Messina, all rights reserved"
Sono anni di grande miseria e di stenti e Lucia sa bene che difficoltà, sacrifici e sofferenze si abbattono soprattutto sulle donne. Sarà, quindi, tra le più attive e infaticabili militanti dell’UDI Siciliana, a fianco di Anna Nicolosi Grasso e Lina Caffaratto Colaijanni: dalla organizzazione nel dopoguerra delle lotte nei quartieri popolari per le necessità più elementari, il pane, l’acqua, la casa ecc…, fino ai referendum per il divorzio e per la legge “Sulla tutela della maternità e interruzione volontaria della gravidanza” negli anni 70 [ In ricordo di Lucia Mezzasalma - UDI nazionale, NoiDonne online 9\8\2020]
Poeti e poetesse, musici e cantastorie, volti senza nome che solo il giorno prima non avevano conosciuto altro che la dura fatica dei campi, si riscoprirono nel corso delle occupazioni festanti espressione artistica spontanea e s/grammaticata delle comunità rurali, riuscendo a declinare l’ambivalenza culturale del mondo contadino più in profondità e più di quanto fosse riuscita a descriverla la letteratura antropologica “verista” che aveva eletto la Sicilia a teatro “naturale” della disperante rassegnazione. Sintesi di quella letteratura altra è la poetessa Lucia Mezzasalma, i cui versi hanno decantato la rottura e la continuità dell’universo rurale e contadino – dei suoi valori e dei suoi saperi: figlia della tradizione, attivista passionale, donna e poetessa coraggiosa in una realtà in cui la condizione sociale della donna era poco più che relegata ai margini dell’ordinarietà quotidiana [ A. Casano, Treni a vapore e valigie di cartone, in CRPR\INFORMA,2006,p.43 ]
LA MADRE TERRA
di Lucia Mezzasalma
Da
piccola guardavo il mio mare
il
mio mare era la terra
preziosa
terra da coltivare
per
non avere più fame.
Erano
i pascoli dei padroni sazi
era
l’erba della terra incolta.
Ma
nel mio cuore un segreto nascosto:
nessuno
si tolga il berretto
per
salutare: «Servo suo, padrone».
Lottare
voglio assieme agli altri
contadini,
braccia forti e mente fina
sulle
spalle la zappa e l’aratro pronto
per
fare nella terra solchi profondi,
seminare
il grano
nei
feudi abbandonati.
Erano
i leggendari anni cinquanta.
Gli
sfruttati dai visi lunghi
scavati
da stenti secolari
capirono
che la terra è bene per tutti.
I
contadini non erano più soli.
Donne,
anziani, bambini
«Pane
e Lavoro!» gridavano forte.
In
Sicilia era la guerra al latifondo,
tutti
ad occupare le terre incolte
con
canti e suoni di liberazione
e
con bandiere sventolanti di vittoria.
Anche
la terra era in festa.
Progetto: Melania Messina photojournalist BuenaVista* photo
LUCIA MEZZASALMA (Valledolmo 15\4\1929 - Palermo 8\8\2020)
POETESSA, ANTIFASCISTA, SINDACALISTA DELLA CGIL, DIRIGENTE DEL PCI E DELL'UDI