la svolta della critica materialista
[da Tiziano Bonini]
liberalizzazione del mercato, rompere il monopolio di Facebook e avere più opportunità di scelta nei servizi digitali, per rendere migliori le nostre democrazie: più mercato, più competitività, minore concentrazione dell’informazione. “ Può essere utile –osserva Bonini- provare a rendere i mercati più democratici, competitivi e meno concentrati ma la salute di una democrazia non si può misurare solo
dalla salute dei suoi mercati”
Il libro di Quintarelli è un libro su questi nuovi capitalisti dell’immateriale e su quanto questa nuova forma di creazione di valore economico determini economia e società.
Il libro è un
riassunto notevole, per lucidità e ampiezza di vedute, di tutti i temi e le
parole chiave connesse all’economia digitale: rapporto capitale/lavoro,
finanza, cripto-valute, informazione, giornalismo, algoritmi, guida automatica,
automazione del lavoro, comunicazione politica, filter bubble, singolarità,
monopoli digitali
La tesi di Quintarelli non è nuova, si inserisce in un filone che a partire
dagli anni sessanta, ha cominciato ad intravedere la rilevanza crescente
dell’informazione e della conoscenza nei processi di produzione industriale.
Dai primi teorici della società dell’informazione e dell’economia della
conoscenza, si è passati a parlare di capitalismo informazionale (Castells
1999) e di capitalismo cognitivo (Paulré 1999). Nel 2003 usciva un libro
importantissimo di André Gorz, l’Immateriale. Conoscenza, valore e
capitale. Qui Gorz indagava la transizione del capitalismo moderno,
centrato sulla valorizzazione di grandi masse di capitale fisso materiale,
verso un capitalismo post-moderno centrato sulla valorizzazione di capitale immateriale.
Questo capitale immateriale per Gorz è il capitale “umano”, messo al lavoro in
maniera invisibile, fuori dai tradizionali luoghi di produzione di valore. La
differenza tra Gorz e Quintarelli però sta nella diversa prospettiva di analisi
della componente immateriale: Gorz era un umanista post-marxista, e la sua
teoria del bio-capitalismo lo ha portato a sostenere la necessità di un reddito
di esistenza, per “sottrarre la vita all’immaginario mercantile e alla messa al
lavoro totale” (p. 22). Quintarelli è un liberale, che, come vedremo alla fine,
alle sfide di questo capitalismo digitale dà una risposta da economista
liberale.
Tiziano Bonini
“l capitalismo
immateriale è molto materiale”