mercoledì 10 aprile 2019

«CAPITALISMO IMMATERIALE» DA GORZ A QUINTARELLI


la svolta della critica  materialista 

 [da Tiziano Bonini]


liberalizzazione del mercato, rompere il monopolio di Facebook e avere più opportunità di scelta nei servizi digitali, per rendere migliori le nostre democrazie: più mercato, più competitività, minore concentrazione dell’informazione. “ Può essere utile –osserva Bonini- provare a rendere i mercati più democratici, competitivi e meno concentrati ma la salute di una democrazia non si può misurare solo 
dalla salute dei suoi mercati



Il libro di Quintarelli è un libro su questi nuovi capitalisti dell’immateriale e su quanto questa nuova forma di creazione di valore economico determini economia e società.
Il libro è un riassunto notevole, per lucidità e ampiezza di vedute, di tutti i temi e le parole chiave connesse all’economia digitale: rapporto capitale/lavoro, finanza, cripto-valute, informazione, giornalismo, algoritmi, guida automatica, automazione del lavoro, comunicazione politica, filter bubble, singolarità, monopoli digitali
La tesi di Quintarelli non è nuova, si inserisce in un filone che a partire dagli anni sessanta, ha cominciato ad intravedere la rilevanza crescente dell’informazione e della conoscenza nei processi di produzione industriale. Dai primi teorici della società dell’informazione e dell’economia della conoscenza, si è passati a parlare di capitalismo informazionale (Castells 1999) e di capitalismo cognitivo (Paulré 1999). Nel 2003 usciva un libro importantissimo di André Gorz, l’Immateriale. Conoscenza, valore e capitale. Qui Gorz indagava la transizione del capitalismo moderno, centrato sulla valorizzazione di grandi masse di capitale fisso materiale, verso un capitalismo post-moderno centrato sulla valorizzazione di capitale immateriale. Questo capitale immateriale per Gorz è il capitale “umano”, messo al lavoro in maniera invisibile, fuori dai tradizionali luoghi di produzione di valore. La differenza tra Gorz e Quintarelli però sta nella diversa prospettiva di analisi della componente immateriale: Gorz era un umanista post-marxista, e la sua teoria del bio-capitalismo lo ha portato a sostenere la necessità di un reddito di esistenza, per “sottrarre la vita all’immaginario mercantile e alla messa al lavoro totale” (p. 22). Quintarelli è un liberale, che, come vedremo alla fine, alle sfide di questo capitalismo digitale dà una risposta da economista liberale.

Tiziano Bonini “l capitalismo immateriale è molto materiale”