Costituzioni precarie
la carta fondamentale è già cambiata da tempo, sia formalmente, si pensi al pareggio del bilancio, sia materialmente, per adeguarla alle necessità del capitale finanziario
In questa lettura del tempo presente nella duplice prospettiva evocata, quella che ha fatto parlare di tempi inquietanti ma anche interessanti, si colloca la battaglia del «No oltre il No», ovvero la sfida che vuole avviare nuovi processi volti a reimmaginare «una forma costituzionale all’altezza delle nuove forme della produzione e della vita»
Leggendo
questo libro torna alla mente la nota tesi luxemburghiana delle «due logiche
contraddittorie», capace di cogliere il conflitto presente oggettivamente nella
società tra due opposte tendenze. L’una tesa a mettere in moto spinte sempre
più progressive, sociali, collettive, le quali si muovono sulla cosiddetta
logica socializzante dello sviluppo delle forze produttive; l’altra intenta a
resistere e a bloccare in senso conservatore lo sviluppo delle spinte
socializzanti. È in questa complessità che occorre muoversi, nelle tensioni del
presente: dentro e contro l’attuale ordine neoliberale, le cui basi si pongono
come noto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, a partire da quella de-democratizzazione (per
dirla con Wendy Brown), realizzatasi a seguito della autonomia conquistata dai
maggiori centri di potere rispetto alla sfera politica.
Sulla
scia di quanto si registra al livello della cosiddetta logica socializzante in
termini di produzione di soggettività, di nuove forme di lotta e di conflitto,
di istanze di égaliberté e
giustizia diffuse a livello planetario, di laboratori di nuova proliferazione
istituzionale, capaci di valorizzare e di «agganciarsi» a quanto agito in
comune. La lettura di Amendola è in questo senso quella gramsciana della crisi:
la crisi anche come premessa di una transizione differibile ma non evitabile.
Il contesto in cui siamo immersi è di una decomposizione dello «Stato
nazional-sociale» (per dirla con l’efficace espressione coniata da Balibar),
del compromesso raggiunto tra capitale e forza lavoro, è quello di un forte
arresto «di ogni progetto di riqualificazione espansiva, a livello europeo, del
Welfare state e della cittadinanza sociale»; così come è quello di un «momento
di blocco rispetto alla «teleologia» implicita tanto nelle dottrine dell’«integrazione
attraverso il diritto», quanto in quelle del «costituzionalismo multilivello». Tale decomposizione
mette d’altronde in moto tanto la virulenza dell’attacco neoliberista al lavoro
e ai lavoratori, quanto il «produttivo emergere di soggettività eccentriche le
quali possono produrre assetti costituzionali nuovi».
scheda- Costituzioni precarie (Manifestolibri, 2016) di Adalgiso Amendola