martedì 12 febbraio 2019

CRISI DEL COSTITUZIONALISMO E L’INEDITO TERRENO «COSTITUENTE» -scheda\Giso Amendola-


Costituzioni precarie

la carta fondamentale  è già cambiata da tempo, sia formalmente, si pensi al pareggio del bilancio, sia materialmente, per adeguarla alle necessità del capitale finanziario


In questa lettura del tempo presente nella duplice prospettiva evocata, quella che ha fatto parlare di tempi inquietanti ma anche interessanti, si colloca la battaglia del «No oltre il No», ovvero la sfida che vuole avviare nuovi processi volti a reimmaginare «una forma costituzionale all’altezza delle nuove forme della produzione e della vita»


Leggendo questo libro torna alla mente la nota tesi luxemburghiana delle «due logiche contraddittorie», capace di cogliere il conflitto presente oggettivamente nella società tra due opposte tendenze. L’una tesa a mettere in moto spinte sempre più progressive, sociali, collettive, le quali si muovono sulla cosiddetta logica socializzante dello sviluppo delle forze produttive; l’altra intenta a resistere e a bloccare in senso conservatore lo sviluppo delle spinte socializzanti. È in questa complessità che occorre muoversi, nelle tensioni del presente: dentro e contro l’attuale ordine neoliberale, le cui basi si pongono come noto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, a partire da quella de-democratizzazione (per dirla con Wendy Brown), realizzatasi a seguito della autonomia conquistata dai maggiori centri di potere rispetto alla sfera politica.
Sulla scia di quanto si registra al livello della cosiddetta logica socializzante in termini di produzione di soggettività, di nuove forme di lotta e di conflitto, di istanze di égaliberté e giustizia diffuse a livello planetario, di laboratori di nuova proliferazione istituzionale, capaci di valorizzare e di «agganciarsi» a quanto agito in comune. La lettura di Amendola è in questo senso quella gramsciana della crisi: la crisi anche come premessa di una transizione differibile ma non evitabile. Il contesto in cui siamo immersi è di una decomposizione dello «Stato nazional-sociale» (per dirla con l’efficace espressione coniata da Balibar), del compromesso raggiunto tra capitale e forza lavoro, è quello di un forte arresto «di ogni progetto di riqualificazione espansiva, a livello europeo, del Welfare state e della cittadinanza sociale»; così come è quello di un «momento di blocco rispetto alla «teleologia» implicita tanto nelle dottrine dell’«integrazione attraverso il diritto», quanto in quelle del «costituzionalismo multilivello». Tale decomposizione mette d’altronde in moto tanto la virulenza dell’attacco neoliberista al lavoro e ai lavoratori, quanto il «produttivo emergere di soggettività eccentriche le quali possono produrre assetti costituzionali nuovi».


scheda- Costituzioni precarie (Manifestolibri, 2016) di Adalgiso Amendola 

tratta da “ELOGIO DELLE COSTITUZIONI PRECARIE” di Chiara Giorgi [EuroNomade OperaViva Magazine]