“IL GOVERNO SALVINI/DI MAIO SOSTIENE LA NOSTRA LOTTA?”
un atto di propaganda
da parte di un politicante italiano è stato ripreso e sottolineato
con insistenza dai media francesi? Perché i media francesi non parlano
di tutti i cittadini europei che sostengono i gilets jaunes e che vogliono
seguire il loro esempio? In Europa abbiamo due nemici da combattere:
da un lato le élite neoliberali di Bruxelles e i loro rappresentanti
in Francia e altrove; dall’altro, i falsi tribuni della plebe, che difendono
la democrazia diretta per intrappolar i cittadini europei e per illuderli
Cari gilets jaunes, cari compagni di lotta
Sono un lavoratore
italiano cha vive in Francia da qualche anno e che ha partecipato al movimento
dei gilets jaunes dall’inizio.
Vivo in Francia perché, come numerosi altri lavoratori del sud Europa,
italiani, spagnoli, greci, portoghesi, sono emigrato a causa delle politiche
di austerità. Nel mio Paese, le politiche neoliberali e le restrizioni
al bilancio sono arrivate ben prima che in Francia, subito dopo la
crisi del 2008. Questi politici, come voi sapete, non hanno prodotto
altro che maggior disoccupazione, maggior precarietà e maggiori privatizzazioni
dei servizi pubblici: degli ospedali, delle scuole, delle università.
Il crollo del ponte Morandi a Genova la scorsa estate, ne è il tristissimo
simbolo. Le politiche di austerità rompono la coesione sociale,
rinchiudono nella solitudine e nell’isolamento e alimentano la
guerra tra poveri. Come sapete bene, è una vera guerra sociale che è
stata condotta dalle élite in questi ultimi anni su scala europea. Questa
guerra, che è cominciata nei Paesi del sud Europa, è ora arrivata in
Francia attraverso l’intermediazione di Macron.
Ho partecipato a
tutte le azioni del movimento, comprese quelle durante il periodo natalizio:
sono sempre stato là! Ho scoperto un movimento straordinario, aperto
a tutti, poco importa la nazionalità o il colore della pelle. È stato
per me un Natale eccezionale, quello del 2018: l’ho trascorso con voi
ai blocchi e nelle strade di Parigi, i sabati e la notte della vigilia
sugli Champs Élysées. Sabato scorso,
ero ancora nella strada con voi per l’Azione VIII, e ci sarò le prossime
settimane, fino alla nostra vittoria.
Ho scoperto, durante
queste otto settimane di lotta e di rivolta popolare, il senso delle
parole solidarietà, fraternità, libertà, uguaglianza, democrazia.
La lotta dei gilets jaunes va bel
oltre la Francia. Se noi riuscissimo a vincere in Francia, il Paese nel
quale la rivoluzione è nata, i gilets
jaunes potranno vincere altrove, seguendo il nostro esempio.
I media francesi non
parlano molto del fatto che i gilets
jaunes sono già pronti per far la loro comparsa in altre regioni e
Paesi, con un’autorganizzazione dal basso: nei Paesi Baschi, in Catalogna,
in Belgio, nei Paesi Bassi, in Germania, in Grecia, in Africa del nord, in
Medioriente. Per contro, parlano del sostegno contrario contro i gilets jaunes che i governi e i politici
di altri Paesi esprimono.
Ho letto ieri nei quotidiani
francesi che il vice-presidente del governo italiano, e leader del Movimento
5 Stelle, Luigi Di Maio, ha espresso il proprio sostegno al movimento
dei gilets jaunes. I media francesi
hanno evidenziato questa notizia. Perché? Perché un atto di propaganda
da parte di un politicante italiano è stato ripreso e sottolineato
con insistenza dai media francesi? Perché i media francesi non parlano
di tutti i cittadini europei che sostengono i gilets jaunes e che vogliono seguire il loro esempio? Interessa
loro parlare di Di Maio, di Salvini, di Assad, di Putin per offuscare
l’immagine del movimento, per mostrare all’opinione pubblica che
i gilets jaunes non sono indipendenti, che sono pilotati e manipolati
dai governi di altri Paesi o da qualche fantomatico complotto internazionale.
Si tratta dell’ultima
falsificazione dei media: dopo aver accusato il movimento di razzismo
e di antisemitismo, dopo aver sostenuto che la sua rivendicazione
principale concernesse il “matrimonio per tutti”, cercano ora di insinuare
che il movimento è guidato da Paesi stranieri e da governi populisti.
Tutto ciò ci fa sorridere! Continuiamo a lottare e a bloccare il
Paese! Il fatto che si parli sempre più dei gilets jaunes all’estero è semplicemente un segno della
forza della nostra lotta.
In quanto cittadino
di origine italiana voglio aggiungere una cosa su Luigi Di Maio, il vice-presidente
del “mio” governo. Perché questo omuncolo che indossa vestito e cravatta
- anche quando dorme - sostiene i gilets
jaunes e che vuole mettere la piattaforma Rousseau a disposizione
del movimento? Perché Di Maio non ha pronunciato una sola parola sui gilets jaunes per otto settimane e
comincia tutto d’un tratto a parlarne? La risposta è semplice: Di Maio
non riscuote più consensi e non riscuote più legittimità in Italia,
poiché ha tradito il suo popolo nel negoziato con l’Europa e non ha
mantenuto le sue promesse elettorali. Di Maio tesse l’elogio
dei gilets jaunes perché sa che i
cittadini italiani sostengono il movimento francese. Prova a riguadagnare
il consenso degli italiani tessendo l’elogio dei gilets jaunes.
Di Maio è un impostore,
un mentitore, un manipolatore. I suoi elettori non gli perdonano
il modo con il quale ha tradito le principali promesse che aveva fatto
durante la campagna elettorale. Di Maio diceva di voler difendere
il patrimonio pubblico e i beni comuni in Italia, ma nei negoziati
con Bruxelles ha messo sul tavolo la vendita del patrimonio pubblico
ai privati, per un valore di 16 miliardi di euro: immobili, terreni
di proprietà pubblica, beni di importanza storica e culturale. E
voi consociate bene l’importanza del patrimonio storico e culturale
italiano. Prima delle elezioni, Di Maio sosteneva di voler mettere
fine alle “grandi opere inutili” come il gasdotto in Puglia che sta distruggendo
il territorio e le spiagge di questa regione magnifica, o come il
“Terzo valico” in Liguria. Ma lui e Salvini hanno deciso di continuare
la devastazione delle bellezze del territorio italiano.
Come i vecchi politicanti,
questi “nuovi” politicanti del governo italiano hanno proseguito
una politica di privatizzazione dei beni e dei servizi pubblici. Di
Maio aveva promesso, contro la povertà, il reddito di cittadinanza.
Ma ha approvato una misura di assistenza umiliante per i disoccupati
italiani. Di Maio e Salvini dicevano di voler ridurre la pressione
fiscale in Italia, ma non si è avuto il seppur minimo cambiamento in
tal senso. Di Maio e Salvini dicevano che avrebbero rifiutato di rispettare
le restrizioni di bilancio imposte da Bruxelles, per poter rilanciare
politiche d’investimento e sostenere il lavoro in Italia. Alla
prima minaccia di Bruxelles, hanno invece immediatamente ceduto,
per la semplice ragione che sono impostori.
La piattaforma Rousseau
che Di Maio vorrebbe mettere a disposizione dei gilets jaunes è semplicemente
una truffa. IL semplice fatto di credere che il nostro movimento ne
abbia bisogno è un insulto ai gilets
jaunes. La piattaforma Rousseau è contraria allo spirito di condivisione
e di libertà della rete. Malgrado il suo nome, non favorisce la
partecipazione diretta, non essendo il suo codice e il suo algoritmo
liberi né a disposizione di tutti. E’ proprietà privata di un’azienda,
la Casaleggio Associati, che ha preso in ostaggio gli aderenti al Movimento
5 Stelle. Macron e Di Maio, benché si presentino come due figure opposte,
dividono lo stesso sogno di fare della Francia e dell’Italia una nazione
start-up!
Il movimento dei gilets jaunes, al contrario, ha dimostrato
di essere capace di autorganizzarsi online, di utilizzare dei canali
di comunicazione indipendenti per organizzare ogni Azione, per assumere
decisioni collettive, per redigere elenchi di rivendicazioni. Abbiamo
fatto un uso cosciente e collettivo degli strumenti della rete. No, non
abbiamo bisogno di una piattaforma che pota il nome di “Rousseau” per
usurpare la democrazia diretta e intrappolare i cittadini!
Di Maio ha sempre dichiarato
che se non vi fosse stato il Movimento 5 Stelle in Italia, ci sarebbe
stata una rivoluzione. Di Maio teme la rivoluzione e ha sempre preso
le parti della polizia quando i cittadini non rispettavano quanto
loro imponeva il Ministro degli Interni e i Prefetti. Il Movimento
5 Stelle ha recuperato e strumentalizzato il sentimento di esasperazione
dei cittadini italiani di fronte al vecchio sistema politico corrotto,
dando loro l’illusione di poter cambiare il Paese per via elettorale.
Ma noi, i gilets jaunes, sappiamo
molto bene che non può cambiare molto solo attraverso la strada delle elezioni!
E che quelle e quelli che vorranno rappresentare il gilets jaunes alle prossime elezioni
europee saranno dei manipolatori!
Di Maio diceva di
voler introdurre in Italia la democrazia diretta, e invece, da quando
ha raggiunto il governo ha fatto un compromesso tipico della “vecchia
politica” con Matteo Salvini, un altro politicante professionale
che fa politica da più di vent’anni, a spese dei contribuenti italiani.
Salvini appartiene a un partito camaleonte che, solo qualche anno
fa, predicava la separazione del nord (ricco) d’Italia dal sud (povero),
e che oggi, improvvisamente, si fa apostolo dell’unità del Paese, combattendo
i più poveri, con il rafforzamento del razzismo di Stato e con la chiusura
dei porti.
La parabola italiana
è utile per noi, gilets jaunes, in
particolare per una ragione. Ci mostra che in Europa abbiamo due nemici
da combattere: da un lato le élite neoliberali di Bruxelles e i loro
rappresentanti in Francia e altrove; dall’altro, i falsi tribuni
della plebe, che difendono la democrazia diretta per intrappolar i
cittadini europei e per illuderli.
Rifiutiamo il recupero
politico, da qualunque parte esso venga!
riprendiamo la lettera da Global Debout pubblicata sulle pagine di Lotta Continua
riprendiamo la lettera da Global Debout pubblicata sulle pagine di Lotta Continua