di
Andrea Fumagalli / Emanuele Braga -
È possibile codificare altri valori
oltre quelli espressi dal protocollo Bitcoin, che ne impediscano un uso
distorto?
Come possono diverse comunità/collettività/movimenti impegnarsi nel
processo di creazione di una moneta virtuale non catturabile dai mercati
finanziari tradizionali?
Possiamo concepire non solo una singola cripto-moneta
ma una rete di cripto-monete come un supporto e uno strumento per avviare un
modello alternativo di produzione?
Mai come negli ultimi
anni il tema della moneta e dei mercati finanziari è stato al centro di libri,
saggi e articoli di esperti e di meno esperti. Eppure mai come in questi anni
regna una così grande confusione in materia. Si parla di fine della moneta, di
fine del contante, di moneta elettronica, di moneta complementare. Si discute
più della sua forma che del suo significato economico e sociale. La moneta non
è infatti solo un semplice intermediario degli scambi, necessario per poter acquistare
e vendere beni. Questa funzione – che appare ovvia – nasconde il fatto che la
moneta entra nel sistema economico in una fase precedente allo scambio, quella
della produzione. La moneta infatti è in primo luogo mezzo di finanziamento. E
la sua natura si modifica quando si modificano le modalità di finanziamento e
di produzione. Parlare di moneta, della sua forma e del suo ruolo, significa
quindi indagare come avviene l’attività di produzione e quali rapporti sociali
di potere innesca.
Sfatando lo stereotipo
che il denaro è solo luogo di alienazione dei rapporti sociali, si pone
radicalmente la domanda: che tipo di moneta è possibile concepire per costruire
il comune? È possibile istituire una moneta del comune, fondata sui principi
peer-to-peer delle cripto-monete, rivolta in primo luogo ai movimenti dei
lavoratori precari, alla rete dei centri sociali, al circuito dei teatri
occupati italiani, ma anche al circuito dell’economia alternativa e
dell’auto-organizzazione?
L’obiettivo è semplice
quanto ambizioso: la possibilità di creare un ambiente socio-economico ed
ecosostenibile tale da essere caratterizzato da una produzione di ricchezza
creata dal genere umano in favore del genere umano. Un ambiente in grado di
produrre per sé e non per il profitto e la rendita.
…
“L’idea
che un’iniqua e falsa finanziarizzazione si contrapponga a una “produttiva”
economia reale è contestata sia dagli antropologi attivisti del mondo
finanziario (Scott 2013), sia dai marxisti neo-operaisti che, come abbiamo
visto, considerano la finanziarizzazione come la risposta del capitale alla
crisi dell’unità di misura di valore basata sulla preminenza della produzione
materiale: tale crisi deriva dall’incapacità di misurare la produttività
sociale, tendenzialmente immateriale, sulla base della tradizionale teoria del
valore. Da questo punto di vista la finanziarizzazione sviluppa una “potenza”:
rivela come la moneta operi come strumento innovativo (una volta diventata
virtuale) in grado di organizzare la produzione e la distribuzione della
ricchezza, in modo alternativo sia al socialismo di stato sia al libero mercato
comandato da il capitale). La finanziarizzazione ci fa anche pensare alla
possibilità di come la creazione di moneta possa essere progettata in modo tale
da arricchire non solo i pochi (il comunismo del capitale, per citare Marazzi)
ma i molti (il comunismo del comune, ovvero il comun(e)ismo). La proposta di
una moneta del comune (Commoncoin) per la rete degli spazi occupati e per la
cooperazione sociale in Italia è solo uno degli esempi che potrebbero favorire
la proliferazione delle monete digitali che ha caratterizzato i primi anni del
nuovo secolo (come Litecoin, Ripple, Bitcoin). La maggior parte di questi
cripto-monete hanno copiato o innovato il modello Bitcoin, il primo ad attirare
l’attenzione sia dei mercati azionari sia dei media mainstream. Le discussioni
intorno al modo migliore per codificare e attuare una cripto-moneta come
Commoncoin ribadiscono come la progettazione di una criptomoneta necessiti non
solo dell’implementazione di scelte tecniche volte a massimizzarne l’efficienza
ma anche della definizione di un sistema di valori. Con riferimento all’esempio
più comune, Bitcoin è sorta all’interno della comunità hacker come reazione al
blocco finanziario in seguito alla vicenda Wikileaks, che ha visto l’intera
infrastruttura finanziaria di Internet (PayPal, Visa, Mastercard) mobilitata
contro Julian Assange e il suo team di cyberpunk dietro input del governo degli
Stati Uniti. Bitcoin esprime i valori fondamentali della società cyberpunk
libertaria:
- a)
il rifiuto di controllo dello stato, nonché del dominio delle grandi
imprese;
- b)
l’approvazione di anonimato o almeno di pseudonimi;
- c)
la distribuzione di un’architettura peer-to-peer senza controllo centrale;
- d)
un riconoscimento delle soggettività che amplifichi l’elemento umano e
sociale a scapito dei mezzi tecnici oggettivi.
Tali
proprietà tuttavia non hanno impedito che, nel momento stesso della diffusione,
si sviluppasse anche un attività di tipo speculativo tale da inserire la
detenzione dei Bitcoin all’interno di possibili asset finanziari su cui lucrare
plusvalenze. La tematica sollevata dal Bitcoin può essere posta anche in questi
termini: è possibile codificare altri valori oltre quelli espressi dal protocollo
Bitcoin, che ne impediscano un uso distorto? Come possono diverse
comunità/collettività/movimenti impegnarsi nel processo di creazione di una
moneta virtuale non catturabile dai mercati finanziari tradizionali? Nel caso
di Commoncoin la questione è stata ulteriormente approfondita: possiamo
concepire non solo una singola cripto-moneta ma una rete di cripto-monete come
un supporto e uno strumento per avviare un modello alternativo di produzione?”
A.Fumagalli/E.Braga,
La moneta del comune. La sfida dell'istituzione
finanziaria del comune, DeriveApprodi, 2015, pp.200
Contributi
di
Massimo Amato, Lirca Avilés, Laurent Baronia, Emanuele Braga, Domenico De Simone, Enric Duran, Andrea Fumagalli, Davide Gallo Lassere, Gianluca Giannelli, Marco Giustini, Giorgio Griziotti, Stefano Lucarelli, Christian Marazzi, Luciana Parisi, Pekka Piironen, Denis Roio ala Jaromil, Jerome Roos, Marco Sachy ala Radium, Tiziana Terranova, Carlo Vercellone, Arseli Virtanen
Massimo Amato, Lirca Avilés, Laurent Baronia, Emanuele Braga, Domenico De Simone, Enric Duran, Andrea Fumagalli, Davide Gallo Lassere, Gianluca Giannelli, Marco Giustini, Giorgio Griziotti, Stefano Lucarelli, Christian Marazzi, Luciana Parisi, Pekka Piironen, Denis Roio ala Jaromil, Jerome Roos, Marco Sachy ala Radium, Tiziana Terranova, Carlo Vercellone, Arseli Virtanen