di
Alessandro Dal Lago
Facciamo gli auguri di
fine anno ai migranti che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria
e a quelli che hanno iniziato lo sciopero della fame. Facciamoli
a tutti gli stranieri che si preparano a passare le cosiddette
feste al chiuso dei Cie, nella solitudine, nello squallore, nell’incertezza
sul proprio destino chissà fino a quando. E facciamoli al deputato
Khalid Chaouki il quale, chiudendosi nel centro di accoglienza di Lampedusa,
terrà desta per un po’ l’attenzione dei media sulla vergogna della detenzione
amministrativa dei migranti.
Ma
non li facciamo a tutti gli altri che collaborano con il silenzio,
l’ipocrisia o l’indifferenza a mantenere quella vergogna. Primo
dell’elenco, il partito di Chaouki, il Pd, che quei centri li ha inventati
(con il nome di Cpt) grazie a Livia Turco e all’attuale presidente
della Repubblica, e non si è mai sognato di chiuderli. E non
parliamo degli attuali compagni di strada del Pd, a cominciare da
Alfano, il cui partito approvò la Bossi-Fini nel 2002 e quindi è in
tutto e per tutto corresponsabile delle norme più stupide e vessatorie,
come i 18 mesi di detenzione nei Cie e il reato di immigrazione clandestina.
Non
ci sentiamo di fare nessun augurio nemmeno al governo, il quale, dopo lo
scandalo delle docce anti-scabbia e le proteste di Ponte Galeria, pensa
di abbreviare la detenzione nei Cie, ma solo per rendere le espulsioni più
facili.
Non
li facciamo nemmeno a quei parlamentari 5 stelle che hanno cominciato
timidamente a discutere dell’abolizione del reato di immigrazione clandestina,
ma sono stati immediatamente zittiti da Grillo e Casaleggio,
e hanno lasciato perdere, dando una notevole prova di coerenza, coraggio
e indipendenza. Per non parlare del blog di Beppe Grillo, che ogni
giorno strepita contro la casta e fa pubblicità ad automobili, assicurazioni
e compravendite d’oro, ma sulla questione dei Cie tace rigorosamente,
per non scontentare la parte forcaiola del proprio elettorato.
Non
abbiamo nulla da augurare nemmeno alle cooperative, magari aderenti alla
Legacoop, che gestiscono Cda e Cie, e si giustificano con la
scusa puerile che, se non lo fanno loro, lo farà qualcun altro. Che cosa non
si fa per lucrare sui 50 euro giornalieri che lo stato spende per ogni
internato!
Meno
che mai facciamo gli auguri a Cecilia Malmström, commissario Ue per
la giustizia e gli affari interni, che oggi fa finta di indignarsi per
Lampedusa ma pochi giorni fa ha siglato un accordo con la Turchia sui
migranti irregolari che, in sostanza, prevede la libera circolazione dei
cittadini turchi nei paesi dell’Unione in cambio della disponibilità di
Ankara a riprendersi clandestini e immigrati. Insomma,
i migranti come merce di scambio per il lento e fatale avvicinamento
della Turchia all’Europa.
La
questione dei migranti, degli sbarchi e dei centri di internamento
sparsi in tutta Europa e nei paesi satelliti di Asia e Africa,
è la prova della falsità con cui la Ue affronta, nel complesso
e paese per paese, la povertà estrema che la lambisce. Esclusivamente
interessata a difendere il suo precario benessere, debole con
i forti (la grande finanza, gli Usa che la spiano come e quando vogliono),
l’Unione è implacabile con i deboli, a cui elargisce solo
detenzioni e invisibilità, naturalmente ammantandole con il linguaggio
dei diritti e della giustizia.
E
così, davanti a un’ingiustizia così abissale e rimossa da tutti, non
auguriamo nulla nemmeno a quel bel coacervo di egoismi nazionali
e trans-nazionali che va sotto il nome di Europa.