nella piccola Islanda
le scelte della politica di fronte alla crisi sono state molto diverse da
quelle di Spagna, Grecia e Portogallo. In quel paese si è deciso, democraticamente,
di considerare insopprimibile la tutela sociale e sanitaria e di scaricarne i
costi su banche e finanza
La
politica dovrebbe essere lo strumento con il quale si sceglie tra diverse
opzioni. La politica democratica dovrebbe far sì che le scelte compiute siano
consapevolmente condivise dalla maggioranza dei cittadini. La commissione di
saggi nominata dal Presidente della Repubblica potrà anche essere definita, scomodando Fantozzi,
una boiata pazzesca. Sarà anche così, ma questa scelta è maturata
nel corso di una crisi ove le
scelte di fondo, quelle di cui la
politica dovrebbe davvero occuparsi, non sono in campo. Tonia Mastrobuoni su La Stampa ha riassunto una
ricerca sul rapporto tra austerità e salute apparsa su Lancet.
Questa
storica, autorevolissima rivista medica spiega che le politiche di austerità in Spagna, Grecia e Portogallo
hanno gravemente peggiorato la salute complessiva dei cittadini. Con un costo
umano e sociale che non compensa neanche lontanamente quanto sì è risparmiato e
tagliato nella spesa pubblica. Le politiche di risanamento dei conti sono state
finanziate con il peggioramento della salute dei cittadini.
A questo
punto normalmente insorge il conformismo del pensiero unico che unifica i
palazzi del potere e quelli della grande informazione.
Sarà anche
vero che ci sono questi costi, sentiamo ripetere come un mantra, ma non ci sono
alternative.
Invece le
alternative ci sono, eccome. Lancet ci ricorda che nella piccola Islanda le
scelte della politica di fronte alla crisi sono state molto diverse da quelle
di Spagna, Grecia e Portogallo.
In quel
paese si è deciso, democraticamente, di considerare insopprimibile la tutela
sociale e sanitaria e di scaricarne i costi su banche e finanza. La crisi
economica non è superata nemmeno lì, ma la salute dei cittadini non ha subìto
il collasso dei paesi ove invece le politiche di austerità hanno trionfato.
Ecco, una
politica sana dovrebbe istruire alternative come questa e sottoporle ai
cittadini. Ogni scelta ha un costo, si tratta di sapere e decidere cosa è più
importante e chi deve pagare.
Invece da
noi il marasma e il conflitto totale della politica coprono la sostanziale indifferenza nelle scelte di fondo.
Anche la
novità rappresentata dal movimento 5 stelle rischia di essere rapidamente
assorbita dentro questo conformismo.
Come si fa
ad accettare tranquillamente la proroga del governo Monti nel nome dei vincoli
internazionali del paese, quando proprio quei vincoli dovrebbero essere al
centro del confronto politico?
Il
presidente della Banca Centrale Europea
ha recentemente tranquillizzato i mercati affermando che in Italia funziona un pilota automatico che guida le decisioni
economiche che contano, ma allora che finzione è la nostra democrazia?
Tagliando
della metà tutte le spese di funzionamento della Camera dei deputati, e non
voglio neanche mettermi a discutere su quanto questo sia giusto, si incide sui
conti pubblici per un centesimo di quanto ci costerà un anno di fiscal compact.
Che a sua volta inciderà solo per la metà' dell'onere complessivo del debito.
Visto l'obbligo costituzionale del pareggio di
bilancio è inevitabile che si litighi su cosa tagliare, mi si risponderà. Già
ma la politica non dovrebbe proprio dividersi sul pareggio di bilancio, invece
che considerarlo una inevitabile sottomissione
alla natura delle cose e del
mercato?
È proprio
il campo sempre più ristretto delle sue competenze che rende la politica
italiana così impresentabile.
Questi
poveri saggi della nomenclatura presenteranno una proposta unitaria su come
ridurre le spese delle auto blu, oppure istruiranno le alternative sul debito,
da sottoporre ad una consultazione popolare così come è stato fatto in Islanda?
Sono le
grandi alternative, quelle che oggi per
il palazzo sono solo un retaggio ideologico del passato, sono le grandi scelte
quelle che rendono nobile la politica.
Il litigio
continuo sulle piccole cose ed il conformismo comune nelle questioni di fondo
sono invece le caratteristiche di una politica malata che, come ci dice Lancet,
nuoce gravemente alla salute dei cittadini.
gcremaschi.r28@gmail.com