di M.Nebbiolo/M.Galeotti/F.Massimo
Intermittenti e Precari in azione per un blocco economico permanente. Due
giornate di mobilitazione, 1 e 2 ottobre, per respingere l'attacco ai
disoccupati e costruire nuovi diritti sociali per tutti
La
Coordination des Intermittents et des Précaires, con il sindacato
CGT-Spectacle, è stata, per l'intera stagione dei festival d'estate, la spina
nel fianco del governo Hollande con l'ininterrotta serie di azioni contro il
nuovo accordo sulla protezione sociale dei lavoratori e il sussidio di
disoccupazione. Dopo Avignone e qualche decina di spettacoli annullati, una
clamorosa occupazione sul cantiere del lussuoso Hôtel Lutetia, ceduto al gruppo
Arlov, ha aperto la “stagione” autunnale di azioni il 18 settembre, giorno
della ripresa della trattativa proposta dal primo ministro Valls nei mesi
scorsi per evitare il blocco totale dei festival come nel 2003.
"Non crediamo più alla vostra crisi"
Dal
1 ottobre, il nuovo accordo è entrato ufficialmente in vigore e dal 2 il gruppo
di lavoro governativo che include Medef, padronato, sindacati firmatari,
ministro del Lavoro, Rebsamen, e la nuova ministra della Cultura, Pellerin, si
propone di studiare la convenzione Unedic per intervenire sugli aspetti
specifici del regime intermittente separandoli dal regime generale di garanzie
sociali dei lavoratori. Con il nuovo accordo si cancellano i diritti di 4
disoccupati su 10.
Mercoledi,
mobilitazione nazionale e decine di teatri in sciopero contro l'accordo firmato
lo scorso 22 marzo: a Parigi, dopo una manifestazione a cui hanno partecipato
circa 4000 intermittenti e precari partiti dal Ministero del Lavoro e diretti
al Conseil d' Etat contiguo al Ministero della Cultura, il "blocco
economico" ha preso di mira la Fashion Week nella Cappella dell'Accademia
di Belle Arti.
I
luoghi dove l'austerità, i tagli e il rigore di bilancio non vanno di moda.
Mentre in Francia 9 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di
povertà e sei disoccupati su dieci senza sussidi.
"Centinaia
di disoccupati, interinali, intermittenti, lavoratori salariati del settore
pubblico e di quello privato, pensionati, stagisti e studenti con o senza
'papiers' hanno deciso di occupare la passerella delle sfilate determinati a
ricorrere al blocco economico in ogni sua forma per ricordare che lo sfascio
della protezione sociale serve ad arricchire chi vende cappotti a 9000
euro".
Tutte
le riforme, e tra queste il "patto di responsabilità", sono state
finora pagate dai lavoratori più precari. Mentre il ministro del Lavoro
stigmatizza i disoccupati e chiede di intensificare i controlli
sull'"effetiva" ricerca di lavoro, le frodi degli imprenditori sulle
prestazioni sociali costano ai francesi oltre 20 miliardi all'anno, gli stessi
hanno versato il 30% dei dividendi supplementari ai loro azionisti nel solo
secondo trimentre del 2014 e chiedono di assumere con salari inferiori al
minimo (SMIC) per far fronte alla crisi.
Le proposte della
Confederationd des Intermittents et Précaires sono state
portate in faccia proprio al ministro del lavoro Rebsamen al forum dell'impiego
che si è tenuto la mattina del 2 ottobre nella centralissima Place de la
Concorde. Il forum è una vera e propria fiera del precariato: ad essere
scambiati e valorizzati sono i percorsi umani di migliaia di uomini e donne
senza un impiego fisso. Con la falsa promessa di un salario a tempo
indeterminato (mentre i posti di lavoro in Francia continuano a diminuire)
vengono normate e valorizzate le vite di coloro che non hanno accesso ad un
reddito fisso. Questa routine è stata interrotta da un'incursione rumorosa:
prima è stato direttamente interpellato il ministro, scappato a gambe levate
dopo alcuni farfugliamenti (per l'ennesima volta “andate dalla ministra della
cultura”, ma le richieste sono sociali non culturali), in seguito l'azione è
diventata un corteo interno ai capannoni della fiera, dove per un'ora sono stati
scanditi cori che chiedevano nuovi diritti e un reddito garantito per tutti i
precari ed i disoccupati. “I nostri diritti li hanno scritti le lotte,
otterremo ciò che ci prenderemo”.
La
CIP esige che il modello di protezione sociale compensi la discontinuità
lavorativa, i contratti a termine e quelli interinali, e che i punti siano
discussi con i diretti interessati. Si chiede che la protezione sociale per i
disoccupati, in un contesto in cui il 90% dei contratti sono a termine e la
precarizzazione con l'instabilità professionale sono in forte crescita (dati
INSEE, Institut National de la Statistique et des Etudes Economiques), sia
assunta a dibattito nazionale affinché l'indennizzo disoccupazione venga
interamente ripensato per il 100% dei disoccupati. Contro un attacco ai diritti
portato al livello europeo sfruttando la retorica dell'austerity, anche le
lotte dei precari francesi si uniscono alle richieste di un salario minimo
europeo e di un reddito garantito europeo. Verso la giornata continentale di
sciopero sociale del 14 novembre.
fonte:
dinamopress